Fonte e articolo completo: Metro
Mobilità. Non può essere solo un caso se ben sette dei dieci paesi al
mondo nei quali si va di più in bicicletta (Olanda, Danimarca, Svezia,
Norvegia, Finlandia, Svizzera e Belgio) sono anche nei primi dieci posti
della classifica Ocse delle nazioni “più felici”. E se sei di questi -
come fa notare Alessandro Micozzi, del sito amicoinviaggio.it - sono
nella “top ten” del Legatum Prosperity Index. La bicicletta è la
“macchina della felicità” e - fatti i conti con l’inquinamento
atmosferico e il traffico urbano - può trasformarsi in un vero elisir di
lunga vita. [...]
La prova scientifica
Solo a prima vista il pedalare in città appare più nocivo. Sono
infatti gli automobilisti, chiusi nelle loro macchine, ad essere
sottoposti ad un inquinamento più elevato e prolungato: chi va in bici
sceglie strade meno trafficate e non resta mai fermo, inoltre aspira
l’aria da una posizione più elevata. È poi fondamentale la “qualità” del
muoversi: in auto si vive una condizione di isolamento e rabbiosa
aggressività - più o meno repressa - nei confronti degli altri, visti
come “potenziali nemici”: bastano 20 minuti al giorno nel traffico per
predisporre all’ipertensione, far salire il tasso di zuccheri nel sangue
e intaccare il sistema immunitario. A chi ha paura di circolare in bici
la British Medical Association ricorda che - considerando i pericoli
connessi alla mancanza di attività fisica - i benefici per la salute del
ciclismo superano gli eventuali rischi per 20 a 1. I ciclisti, in
media, vivono più a lungo rispetto ai non ciclisti perché le persone
felici sono meno colpite dalla negatività. «Il pedalare sviluppa empatia
e spirito libero - sottolinea la British Medical Association - ravviva
la mente donando una vitalità che è alla base della felicità».
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