Il 4 maggio 2013: l’Italia cambia
strada
Pedoni, pedali e pendolari insieme a Milano per una grande
Manifestazione Nazionale
Nasce la Rete per la #MobilitàNuova, cittadini,
associazioni e comitati per modificare il modello di
mobilità
Al primo punto: spostare le risorse pubbliche degli
investimenti in mobilità verso le aree urbane
La grande ubriacatura delle gigantesche opere pubbliche in
Italia ha lasciato sul campo una Legge Obiettivo che, a dodici anni dalla sua
approvazione, risulta attuata solo per il 9%, pur essendo stati dilapidati 1,5
miliardi solo per studi e progettazioni preliminari. Ma è nei suoi fondamentali
che l'approccio alle opere strategiche era e resta sbagliato e dannoso, non solo
per l'ambiente che subisce gli effetti di eterne cantierizzazioni, ma anche per
l'economia dei trasporti: non c'è niente di più sbagliato che investire risorse
strategiche in settori in cui la domanda è latitante, lasciando invece sguarniti
i grandi agglomerati urbani, in cui vivono 25 milioni di italiani e in cui si
concentra l'80% della domanda di spostamento delle persone. Città congestionate,
aria inquinata, tassi di motorizzazione e di incidentalità stradale molto più
alti della media europea: non c'è dubbio che in Italia ad essere mancate sono
state le politiche della mobilità. E' a partire da questa realtà, che è sotto
gli occhi di tutti, che nasce la rete #MobilitàNuova, una rete di 150 sigle tra
associazioni e comitati, che si propone di mettere al centro le esigenze di
mobilità di persone e merci per immaginare e rivendicare una Italia in cui la
mobilità urbana e il trasporto regionale tornino ad essere governate, si
facciano infrastrutture utili, si investa nel trasporto ferroviario delle merci,
le città si dotino di servizi competitivi e realmente capaci di togliere
traffico dalle strade per far muovere meglio le persone e, con loro, l'economia
che dipende anche da un sistema di mobilità fluido, efficace,
governato.
Lo slogan della manifestazione parte da quelli che sono i
protagonisti dimenticati della mobilità urbana: pedoni, pedali e pendolari:
“Partiamo dalla constatazione che la sfida di una mobilità efficiente deve
essere impostata a partire dai bisogni reali degli utenti, che oggi in Italia
sono largamente insoddisfatti e per i quali il ricorso all'automobile
costituisce un ripiego e non una scelta - dichiara Simone Dini, portavoce della Rete Mobilità
Nuova – è nelle aree urbane che si concentra l'80% della domanda di
spostamento delle persone, ed invece le risorse in infrastrutture strategiche
viaggiano su tutt'altre direttrici, che si tratti di nuovi e improbabili
raccordi autostradali o di linee ad alta velocità che costano il triplo di
quanto costerebbero se realizzate in qualsiasi altro Paese
europeo”.
C’è chi non è più disposto ad
accettare questo squilibrio: è il popolo di chi per spostarsi usa il treno o le
proprie gambe. La loro richiesta è chiara: non vogliono più essere considerati
cittadini di serie B rispetto agli automobilisti o agli utenti business
dell'Alta Velocità, ma chiedono che in Italia si apra una stagione di
rinnovamento che faccia i conti anche con le diverse disponibilità di risorse
economiche delle famiglie, che sempre più numerose – per necessità più che per
scelta – stanno ridimensionando il consumo di chilometri in auto. Così pedoni,
pedalatori e pendolari si sono dati appuntamento il prossimo 4 maggio, nel
piazzale della stazione Centrale, per far partire la 'mobilità nuova' con una
manifestazione nazionale che si snoderà nelle vie di Milano, il centro della più
grande area metropolitana italiana. All’appello per la manifestazione hanno già
confermato la loro presenza oltre 150 sigle diverse tra associazioni nazionali,
sindacati, circoli e comitati locali, sotto il segno della trasversalità. Da
Libera a Slow Food, da
Cittadinazattiva a Touring Club, da Legambiente a Coldiretti, da Fiab a
Euromobility, dai comitati pendolari a quelli che si battono contro la
realizzazione di alcune grandi infrastrutture stradali e ferroviarie: quella che
si è data il nome di Mobilità Nuova è una coalizione variegata che testimonia
che il tema degli spostamenti non è solo smog e congestione, ma anche qualità
dell'ambiente urbano e del territorio, efficienza del trasporto pendolare e di
quello pubblico urbano, km0 in agricoltura, consumo di suolo zero e qualità
ambientale, valorizzazione turistica delle città e del paesaggio, diritti dei
consumatori ed equità nell'accesso ai servizi di mobilità. Ma è anche
legalità, opposizione alla realizzazione di grandi e inutili opere autostradali
o ferroviarie e sviluppo degli spostamenti non motorizzati. E ancora sicurezza
stradale, riduzione delle emissioni di gas serra, dipendenza petrolifera, costi
economici, sociali, sanitari e ambientali.
“Il
settore del trasporto pubblico è dilaniato da tagli di risorse, inefficienze e
chiusure monopolistiche – dichiara Dario
Balotta, portavoce di Legambiente – nel Paese che si appresta a far
viaggiare treni a 400 km/ora tra Milano e Roma, la velocità commerciale dei
treni pendolari è tra le più basse d'Europa, 35,5 km/h contro i 51,4 della
Spagna e i 48,1 della Germania. Eppure l'utenza pendolare, che ogni giorno
riempie uffici, fabbriche e scuole, non è certo meno strategica di quella
business. E che dire del trasporto ferroviario delle merci, che in soli 6 anni
si è dimezzato, facendo crollare la sua incidenza a meno del 6% della
movimentazione merci, contro una media europea del 15%? a cosa serviranno i
nuovi grandi tunnel di valico, se quando saranno pronti il trasporto merci in
Italia sarà completamente desertificato?”
I
perché della manifestazione sono stati spiegati
questa mattina in una conferenza stampa a Milano, che ha scelto simbolicamente
come luogo per la conferenza il Punto Expo del mezzanino del passante
ferroviario a Porta Garibaldi.
“La metropoli che accoglierà Expo 2015 continua a soffrire
di patologie da traffico e smog e ad essere vistosamente sottodotata di
infrastrutture e servizi di mobilità collettiva, in particolare per quanto
riguarda i collegamenti con i comuni di cintura, eppure stiamo devastando le
nostre campagne per realizzare opere autostradali di cui nessuno, neanche i
finanziatori, sentono un reale bisogno – dichiara Luigi Visigalli, portavoce dei comitati No
TEM – la Lombardia si è indebitata per raddoppiare la sua rete autostradale
proprio nel momento in cui la domanda di trasporto automobilistico è arrivata
all'apice e sta ormai declinando, lasciando intravedere enormi buchi per i
project financing inventati per giustificare l'inesistente sostenibilità
finanziaria di queste opere.”
La #MobilitàNuova si propone di avviare una trasformazione e
una rigenerazione della società che va molto al di là della semplice
trasformazione degli stili di mobilità individuale e punta a un deciso ridimensionamento del binomio
auto+alta velocità. Una scelta che va contro quello che fino ad oggi è
stato il pensiero unico dei grandi investimenti infrastrutturali, che ha
generato voragini di spesa pubblica inefficiente, e che ha prodotto
inquinamento, incidentalità stradale, danni sanitari, congestione, consumo di
suolo, aggressione al patrimonio storico delle città, iniquità sociale,
alienazione e inaridimento delle relazioni sociali. Al contrario una #MobilitàNuova che ruota attorno a tre perni
– l’uso delle gambe con o senza pedali; l’uso del trasporto pubblico locale e
della rete ferroviaria; l’uso virtuoso e il più possibile condiviso
dell'automobile – modifica lo spazio pubblico e la sua destinazione
d’uso, rafforza i legami comunitari tra le persone e tra le persone e il luogo
dove vivono, studiano e lavorano, stimola le economie di prossimità, crea lavoro
stabile, contribuisce a far crescere la percezione di sicurezza attraverso
strade e piazze più vissute e frequentate. In altre parole rende le città e il
territorio più bello e migliora la qualità della vita.
“Così - concludono i rappresentanti delle associazioni
promotrici della #MobilitàNuova – sabato 4 maggio a Milano manifestiamo per
imporre ai decisori politici una rivoluzione della mobilità che parta proprio da
un riequilibrio delle scelte politiche e delle risorse destinate al settore dei
trasporti, dando insieme visibilità e sostegno alle vertenze nazionali e
locali contro quelle opere pubbliche stradali, autostradali e ferroviarie
inutili e dannose per il Paese. Dal giorno dopo la manifestazione di Milano
lanceremo insieme una raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare
(obiettivo un milione di adesioni) che vincoli almeno i tre quarti delle risorse
statali e locali disponibili per il settore trasporti a opere pubbliche che
favoriscono lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non
motorizzato. La nostra proposta prevedrà
inoltre l’introduzione di target nazionali vincolanti per le amministrazioni
locali che definiscano (sul modello della raccolta differenziata) obiettivi
percentuali per l'insieme degli spostamenti effettuati con mezzi diversi
dall'auto privata all'interno dei centri urbani”. Il compito di elaborare, e
condividere con le altre associazioni, il testo della proposta di legge sarà
affidato a un Comitato di Garanzia formato da Simone Dini, Alberto Fiorillo,
Valeria Pulieri, Marta De Lorenzo.
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