DEAN  Kamen è un genio. Il suo nome resterà nella storia come quello di uno dei grandi inventori dei nostri tempi. Molti lo conoscono e lo ricordano per aver realizzato il Segway, quel curioso mezzo di trasporto a due ruote che avrebbe dovuto rivoluzionare il mondo e che invece è rimasto nulla di più che una curiosità mobile per turisti. Ma la sua firma è su molti brevetti importantissimi. L’ultimo dei quali è il Deak Arm System, la più sofisticata e precisa protesi meccanica mai realizzata, un braccio "robotico" che può consentire a chi lo indossa di recuperare gran parte delle funzioni di un arto naturale.

La Deka Research, l’azienda di Kamen, ha avuto ieri il via libera dalla FDA americana per la commercializzazione del Deka Arm System: la protesi è straordinariamente complessa e precisa, un perfetto insieme di design, ingegneria e tecnologia, e si candida ad essere la migliore protesi meccanica in circolazione. Funziona usando degli elettrodi Emg (electromyogrammi) che leggono i segnali inviati dai muscoli al punto di attacco del braccio meccanico e dei sensori situati vicino ai piedi, che insieme riescono ad essere tradotti in movimenti che simulano in maniera estremamente realistica e precisa il reale movimento del braccio umano.

E proprio per la sua complessità e precisione è stato soprannominato "Luke", riferimento al braccio meccanico che aveva Luke Skywalker in Guerre Stellari. Il progetto del braccio meccanico è stato finanziato dal Darpa, agenzia per i progetti di ricerca avanzata per la difesa americana, la stessa che ha contribuito in maniera determinante alla nascita di Internet, ed è stata testata su 36 partecipanti al progetto, tutti legati al Dipartimento dei Veterani di Guerra. Ma funziona davvero? "Lo studio ha dimostrato che circa il 90 per cento dei partecipanti", è scritto nel testo di approvazione della Food and Drug Administration, "è stata capace di svolgere attività con il Deka Arm System che non erano in grado di svolgere con le loro protesi abituali, come usare chiavi e lucchetti, preparare cibo, nutrirsi da soli, usare delle zip, spazzolare e pettinare i capelli".

Kamen, 63 anni, è un signore piuttosto eccentrico: oltre ad avere una casa supertecnologica esagonale in New Hampshire, da qualche tempo vive in un’isola, North Dumpling, al largo del Connecticut, in cui ha costruito un’esatta replica di Stonehenge. Da qualche anno ha dichiarato l’indipendenza della sua isola dagli Stati Uniti, ha dotato il suo "regno" di una costituzione, di una flotta navale (un mezzo anfibio) e aerea (un elicottero), ha stabilito un inno, una bandiera e una moneta nazionale. Poi ha iniziato a lavorare a un progetto interessante, quello di ridurre il consumo d’energia del suo territorio, per rendere l’isola completamente autosufficiente, e ci è riuscito. Oggi l’isola di North Dumpling non riceve energia elettrica dal continente, produce tutta quella necessaria attraverso batterie solari e impianti eolici. E, soprattutto, ha ridotto il consumo di elettricità del 70%, illuminando l’intero, seppur piccolo, territorio solo con luci LED, quelle basate su un diodo capace di emettere luce.

Lavorando in collaborazione con la Philips Color Kinetic, ha rimpiazzato tutte le tradizionali lampadine incandescenti sia delle abitazioni che delle strade con luci LED, alimentate con gli impianti solari e eolici. "Quello che volevo dimostrare", ha detto Kamen, “è che è possibile consumare di meno e non rinunciare a quello che abbiamo. Il nostro fabbisogno di energia cresce costantemente, North Dumpling dimostra che ci sono tecnologie che consumano di meno, che la scienza e l’ingegneria possono offrire soluzioni
semplici a problemi assai complessi".

Del resto è proprio la fiducia di Kamen nella possibilità di trovare soluzioni semplici a problemi complessi la molla che lo ha mosso in tutti questi anni. Da quando, ancora adolescente, costruiva invenzioni nel garage della casa di famiglia a Long Island, arrivando, prima della fine del liceo, a guadagnare circa 60.000 dollari all’anno, più degli stipendi dei suoi genitori. Mentre era all’università, suo fratello maggiore che studiava medicina, gli parlò del problema dei malati di diabete, costretti a andare sistematicamente in ospedale per le cure. Kamen pensò ad una soluzione e inventò l’AutoSyringe, una macchina portatile che può essere indossata dai pazienti e che regola automaticamente le dosi di insulina. Nel 1976, a venticinque anni, Kamen lasciò l’università (senza laurearsi), aprì la sua azienda, commercializzò l’AutoSyringe e diventò, agli inizi degli anni Ottanta, multimilionario.

Nel corso degli anni ha inventato molte altre cose, una sedia a rotelle in grado di salire le scale, l’Ibot, una macchina per la dialisi grande come un libro, un purificatore d’acqua portatile, in grado di offrire a bassissimo costo acqua pura un villaggio, e molti altri ingegnosi oggetti di successo, e l’oggetto che lo ha reso celebre in tutto il mondo è il Segway, quel curioso mezzo di locomozione composto da un manubrio e una piattaforma su ruote, destinato secondo Kamen a rivoluzionare la mobilità degli anni duemila. Presentato in pompa magna, davanti a presidenti e industriali, il Segway è stato sostanzialmente l’unico fallimento della sua gloriosa carriera. Negli ultimi anni, oltre a lavorare allo sviluppo del braccio bionico, Kamen si è impegnato, come dice lui "al bene dell’umanità", riuscendo a mettere la scienza in prima serata nella tv americana, con "I.am. First, Science is rock’n’roll" una trasmissione condotta da lui e da Will.i.am, il rapper, musicista, produttore e "ideologo" dei Black Eyed Peas, per promuovere l’educazione scientifica e celebrare i venti anni di First, i campionati di robotica che sempre Kamen ha creato nel 1991.

E non basta, perché sta concentrando i suoi sforzi sulla realizzazione di macchine che rendano il mondo meno inquinato, che consentano ai paesi in via di sviluppo di poter crescere e al mondo occidentale di consumare di meno. "L’esempio di North Dumpling è importante, ma anche il lavoro che stiamo facendo sulle automobili elettriche", dice ancora Kamen, che ha sviluppato con la sua azienda un modello di macchina, la Revolt, che funziona con una batteria a ioni di litio alimentata da un motore Stirling, inventato dal reverendo Robert Stirling nel 1816 e utilizzato ancora oggi per piccole attrezzature, ma mai su un mezzo di locomozione che ha bisogno di maggiore energia. "Negli anni Sessanta una generazione sognava di cambiare il mondo", ama dire Kamen, "ora bisogna cominciare a farlo davvero, prima che sia troppo tardi".