DAL NOSTRO INVIATO     BAONE (Padova) - L' altro giorno a Milano alla 
presentazione del libro «Critical Mass, l' uso sovversivo della 
bicicletta» (Feltrinelli), insieme con un politico e un giornalista c' 
era un tipo che diceva di chiamarsi Graziano Predielis. Sul Corriere 
della Sera del 25 ottobre 2002 è stata pubblicata una lettera - «La 
città che vorremmo» - firmata Graziano Predielis. La Repubblica del 10 
maggio scorso ha intervistato un ragazzo che si è presentato come 
Graziano Predielis e ha svelato l' arcano: «Siamo tutti Graziano 
Predielis. Il nostro è un nome collettivo». Perché Graziano Predielis, 
quello vero, è morto investito da un' auto il primo giorno di giugno del
 2002.     Lo chiamavano «caramella», per via di un vecchio lavoro: da 
giovane a Este vendeva dolciumi. Più avanti negli anni, questa volta a 
Monselice, aveva iniziato a commerciare automobili, marca Peugeot. E a 
travolgerlo, poco più di un anno fa, è stata proprio una Peugeot. Era 
sera e Graziano tornava da Este, in sella alla bici, diretto a Baone: un
 paesino poco più sopra dove, dal 1988, viveva assieme alla moglie 
Dorina. Al volante dell' auto, una «106» verde, c' era un ragazzo molto 
giovane. L' ha buttato giù dalla bici e ha trascinato il suo corpo per 
qualche metro, poi lo ha lasciato per terra con la testa spaccata e una 
gamba staccata dal tronco.     Graziano Predielis è morto sul colpo: 
aveva 65 anni, tre figli e altrettanti nipoti, da non molto era andato 
in pensione. Il ragazzo al volante, A. B., pure lui di Baone, prima è 
scappato, passando da casa a parlare col padre, poi è ritornato sul 
luogo dell' incidente.
Fonte e articolo completo: Corriere della Sera, 29 giugno 2003  
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