DOPO IL VOTO IN
EUROPA
Rigurgiti nazionalisti e derive autoritarie
I partiti conservatori e le
destre populiste vincono quasi ovunque.
Risultati schiaccianti anche
in Ungheria. Ma cosa sta accadendo?
Proviamo a rispondere con
il libro di Massimo Congiu,
dall’11 giugno in libreria
L’UNGHERIA DI ORBÁN
Raccontare il percorso politico e istituzionale discutibile, e dai
tratti pericolosi,
che l’Ungheria ha deciso di intraprendere vuol dire parlare anche di
noi, della coscienza dell’Europa e delle sue diverse nazioni, dei limiti e degli
errori del processo di realizzazione dell’Unione
Europea.
Il
Fidesz-KDNP, il partito
conservatore diretto da Viktor Orbán, ha vinto anche stavolta,
con il
51,49% dei consensi. Arrivano
secondi gli estremisti antisemiti di
Jobbik
con il
14,68%. Molto simile il risultato delle politiche di
aprile: Jobbik si attestava al 20,22%
e il
partito di Orbán otteneva la maggioranza dei due terzi del parlamento con il 48%
delle preferenze. Massimo
Congiu fa il punto della situazione e ci spiega come l’Ungheria contribuisca in
modo significativo al fenomeno europeo di sempre maggiore sfiducia verso
l’Ue.
Con
un’intervista a Péter Pataky, presidente della Confederazione nazionale dei
sindacati ungheresi (MSZOSZ)
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Il governo conservatore di
Orbán al potere dal 2010,
insieme alle altre forze
anti-euro che sono uscite vincenti dalle urne, rappresenta una preoccupazione
per le istituzioni europee.
Il primo gennaio del 2012
sono entrate in vigore una nuova Costituzione
di stampo nazionalista, conservatore e autoritario
e una legge sulla stampa che ha portato
all’istituzione di un organo preposto alla gestione e al controllo dell’informazione.
A marzo sono stati approvati
diversi emendamenti alla Costituzione
che hanno sollevato le critiche delle istituzioni europee le quali
temono per il rispetto dei diritti fondamentali
in Ungheria. Tra le misure
più discusse la possibilità di mettere l’aborto fuorilegge, il matrimonio tra uomo e donna come
presupposto per il riconoscimento della famiglia, l’obbligo per gli insegnanti di aderire a un ordine professionale dichiaratamente paatriottico.
Molto critici, su questi aspetti, i rapporti di Human Rights Watch e della
Commissione di Venezia.
Il Codice del Lavoro è stato modificato in
senso favorevole
ai datori di lavoro e
sfavorevole ai lavoratori dipendenti (soprattutto a quelli del settore
pubblico).
Negli ultimi anni i risentimenti dei cittadini ungheresi verso l’Unione
Europea sono cresciuti sensibilmente. L’idea di far parte di una sorta di
serie B dell’UE si è presto fatta
strada tra i cittadini dell’ex blocco sovietico, di fronte a un’Europa che alle
speranze dei popoli ha risposto con le ricette di un neoliberismo alla massima
potenza che è intervenuto su un tessuto industriale poco competitivo e su
strutture statuali deboli e precarie, con tassi di corruzione molto
elevati.
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Pagine 124 - Prezzo 10,00
euro
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L’impatto è stato devastante per milioni di nuovi cittadini dell’Unione
Europea. Orbán e le forze nazionaliste hanno raccolto il malcontento e lo hanno
tradotto in politiche fortemente
autoritarie.
I risultati
delle elezioni europee dimostrano che questo fenomeno e il problema dei rigurgiti nazionalisti non riguardano solo
l’Ungheria, ma è anche vero che Orban sembra voler assumere un ruolo di punta
nella "lotta per la libertà” di
quanti, ungheresi e no, ritengono la UE una minaccia per la sovranità nazionale
degli Stati.
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Massimo
Congiu. Giornalista, storico di
formazione, vive e lavora a Budapest dal 1995. Collaboratore di diverse testate
tra le quali Il manifesto,
L’Unità, L’Espresso e Rassegna Sindacale, l'Humanité, ha
pubblicato per le Case editrici Ediesse, Sedizioni e Aula, è membro del Comitato
scientifico del CESPI, ha fondato e dirige l’Osservatorio Sociale Mitteleuropeo
(OSME).
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mercoledì 28 maggio 2014
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