Comunicato Comitato Pendolari Roma-Nettuno
Sono le 3:50 del 29 maggio
2014, ora in cui per me si è concluso un viaggio inverosimile di 45 km iniziato
a Roma Termini alle 23:00 del 28 maggio. Altri 27 passeggeri con destinazione
diversa da Aprilia stanno ancora in viaggio per raggiungere le proprie case, la
propria vita, che non ci appartiene più, deprivata di ogni tempo, spazio,
affetto, diritto, da chi gestisce questi treni pensando di spostare
pacchi.
Arrivata alla stazione
Termini intorno alle 23, mi accorgo che sul display l'ultimo treno utile per il
profondo sud (il reg. 12285 delle 23:36 per Formia) non ha ancora assegnato il
binario. Alle 23:10 appare la ferale conclusione dei nostri timori: SOPPRESSO.
Niente altro.
Devono essere impazziti, è
stato il primo pensiero: non possono sopprimere l'ultimo treno dei lavoratori,
come facciamo a tornare a casa? Ci precipitiamo in massa all'ufficio assistenza
clienti e esigiamo delle spiegazioni. Provano a rifilarci la balla dello
sciopero. Nossignori, lo sciopero inizia alle 00:01 e tutti i treni prima di
quell'ora devono espletare il servizio fino a fine corsa, questo è il mio punto
fermo. E voi ci dovete fornire un mezzo sostitutivo per ritornare a casa!
Arrivano una dozzina di Poliziotti, noi ci barrichiamo dentro l'Assistenza ed
esigiamo che i responsabili siano tirati giù dal letto per risolvere il
problema, che dalla sala dei bottoni hanno liquidato con una comunicazione a
display alla clientela. La prima risposta è che il regolamento non prevede mezzi
sostitutivi in caso di sciopero. Insisto che qui non si anticipa di un'ora uno
sciopero proclamato a partire dalle 24, che le regole vanno rispettate, che è
folle privare di un servizio costituzionalmente sancito (art.16) con la
consapevolezza che la gente non ha alternative. Dopo un'ora di diatribe arriva
la seconda proposta: vi apriamo la sala d'attesa ed aspettate il prossimo treno
del mattino (alle 6:07 per Nettuno e 6:26 per Formia, i primi in fascia
garantita durante lo sciopero).
A quel punto non ho più
trattenuto l'indignazione e ho gridato loro che noi non siamo pacchi da lasciare
in banchina o spostare in sale varie. Quel servizio universale che è il
trasporto ferroviario lo abbiamo pagato e trenitalia ce lo deve fornire a tutti
i costi!
Si riunisce nuovamente il
sommo consiglio e alle 2:00 finalmente deliberano che per risolvere questo
problema di ordine pubblico chiameranno una ditta di autobus. Molto gentilmente
ci offrono di accomodarci nella sala d'attesa e distribuiscono un pacchetto
ciascuno con bevande e snack.
Alle 3:00 arriva un autobus
gran turismo che imbarca i 28 tenaci pendolari che si erano arroccati a Termini
ad esigere il rispetto di un diritto negato. Domani, a mente più lucida,
formulerò la denuncia a nome di tutti. Chi ha responsabilità di questo grave
disagio deve pagare. Abbiamo subito un danno biologico (tutta la notte svegli),
un danno esistenziale (privati della possibilità di tornare a casa), un danno
economico (impossibilitati a riprendere il treno del mattino presto per
ritornare a lavoro). Ci aspettiamo un risarcimento e, per una volta su un
milione, un po' di giustizia.
Rosalba Rizzuto
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