giovedì 12 giugno 2014

Giungla nell'asfalto


«Il giardiniere è stanziale, l'attore nomade. Lorenza Zambon è l'uno e l'altro. Alla Casa degli Alfieri, nelle colline del Monferrato, aveva trovato un impenetrabile irsutissimo gerbido. L'ho sentita raccontare l'addomesticamento di quell'incolto in una delle prime rappresentazioni di Variazioni sul giardino. Nella luce morbida di un crepuscolo di mezza estate, spuntando da dietro una macchia di lauri e di elci, servendosi di pochi oggetti - una cassetta di legno inclinata, un secchiello di terra, qualche frasca di potatura - aveva trovato la via per raggiungere il cuore di grandi e piccoli, acculturati e non, trasmettendo le emozioni e la meraviglia di cui ciascuno di noi ha almeno un presentimento mettendo le mani nella terra e trafficando tra piante. Sono passati anni da allora. Lorenza Zambon ha continuato instancabile a raccogliere storie, da incontri come da libri: di una Detroit fantasma riconquistata dalla foresta dove Novella Carpenter realizza un esperimento di orticoltura e allevamento urbani, dell'epilobio, l'erba del fuoco, che incendia di fiori le macerie di Berlino bombardata» [...]

(Pia Pera)
Fonte e articolo competo: Il Sole-24 ore

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