mercoledì 2 aprile 2014

Plasticarian, il movimento cresce

Non possiamo non dirci plasticarians.

Una moltitudine silenziosa comincia a intaccare il primato artificiale della plastica nel mondo. I plasticarians pensano che una vita senza polimeri sia possibile.
Il continente di immondizia che galleggia nell'oceano è un monito per tutti. Si chiama la Grande chiazza di immondizia del Pacifico, in inglese Pacific Trash Vortex. Pare che le compagnie low cost ancora non ci arrivino. Ma il mondo intero è pieno di plastica, la grande isola del Pacifico è solo effetto delle correnti.Ieri al mare ho raccolto un sacco di tappi di plastica sulla spiaggia. Erano migliaia.


L'urban dictionary è chiaro:

The hippie douchbag who is trying not to use plastic in his/her daily life.
Adam - "What's wrong with your teeth?"
Joe - "I can't brush them because I can't find any tooth brushes or tooth paste suitable for me :("
Adam - "Why not?"
Joe - "I'm a raging plasticarian". 
Interessante testimonianza sull'argomento qua.

E per la nostra amata bicicletta? La plastica si può bandire completamente, la gomma sintetica penso di no.

La californiana Beth Terry boicotta la plastica da ormai sei anni e ha scritto un libro sul tema, Plastic free.

Il film di Werner Boote promette di far smettere a tutti di bere dalle bottiglie di plastica. Qualcuno ricorderà con nostalgia il sapore dell'acqua nella plastica dopo un'accurata insolazione estiva?

"Ah, bei tempi, quando c'era il petrolio e si tracannavano infusi di acqua calda alla plastica..."



C'è chi comincia fare outing.
Come ha detto saggiamente Thomas Smith, studente di dottorato a Mancheser: "A bit of plastic you had for a second lasts longer than your lifetime".

Se ti interessa l'argomento potresti leggere anche l'esperimento condotto da una famiglia austriaca che ha bandito completamente la plastica. Si trova qua.

Il concetto base, qualora non lo aveste capito, è: siccome si estrae il petrolio soprattutto per bruciarlo, un'enorme quantità di plastica si rende disponibile e bisogna usarla in tutti i modi e ovunque. E i costi sono bassi.


Prima di arrivare alla patologia, cioè alla totale eliminazione della plastica, si può eliminare l'80-90% dei nostri consumi di questo materiale senza troppi patemi. Poi ci sono i casi irrisolvibili, ma prima di arrivare a questo ce ne corre. E non sarà questa argomentazione in mano ai soliti rompicoglioni - gli stessi che per la bici usata tutti i giorni "ma come fai? Il tuo sudore non uccide nessuno? I sette colli, mo cugino", ecc. - a far desistere da una radicale dieta da questo flagello (vista anche l'educazione media italiana in tema di rifiuti).  

Il grosso problema della plastica è che una bella fetta di quella che viene raccolta correttamente nella differenziata finisce nell'inceneritore e un'altra consistente fetta di quella totale messa in commercio viene "dispersa" nell'ambiente. 

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