All’opposto l’Occidente, e alcuni aspetti del suo
modello di sviluppo, sono entrati in una crisi profonda. L’Europa, in
particolare, risulta investita da gravissimi e apparentemente irresolubili
problemi: disoccupazione, crisi del tessuto produttivo, riduzione sostanziale
del welfare. A pochi anni dalla sua formale consacrazione, con la nascita
ufficiale della moneta comune, l’Europa rischia di deflagrare come sogno di una
comunità di cittadine e cittadini che avevano ambito ad una nuova Nazione
comune: più ampia non solo geograficamente, quanto nello spazio dei diritti, dei
valori e delle opportunità. Lo storico americano Walter Laqueur ha parlato della
“fine del sogno europeo”.
Le responsabilità sono diverse e distribuite e investono
certamente l’eccessiva timidezza nel processo di costituzione politica del
soggetto europeo: la responsabilità di presentare questo orizzonte politico,
culturale e sociale con le sole fattezze della severità dei “conti in ordine”.
L’Europa dei mercanti e dei banchieri, della restrizione e del rigore: una sorta
di gendarme che impone limiti spesso insensati, piuttosto che sostegno
nell’ampliare prospettive di visuale sugli sviluppi del
futuro.
Proprio a causa di ciò, assistiamo, in corrispondenza
della crisi, ad un’impressionante crescita di egoismi locali, di particolarismi
e di veri e propri nazionalismi.
Fenomeni spesso intenzionalmente organizzati per
sfruttare malesseri veri, e reali stati di sofferenza, ma che rischiano di
produrre reazioni esattamente opposte a quanto oggi servirebbe alle popolazioni
d’Europa.
Come scienziate e scienziati di questo continente -
consapevoli che esiste un nesso inscindibile tra scienza e democrazia - sentiamo
quindi la necessità di metterci in gioco. Di ribadire che il processo di
costruzione degli Stati Uniti d’Europa è la più importante opportunità che ci è
concessa dalla Storia. Che società ed economia della conoscenza -essenziali per
il processo di reale evoluzione civile, pacifica, economica e culturale- si
alimentano di comunità coese e collaborative, di comunicazioni intense e
produttive e di uno spirito critico che permei strati sempre più vasti della
società.
L’unica risposta possibile alla crisi incombente è
allora la costruzione dell’Europa dei popoli, di un’Europa di Progresso!
Realizzata sulla base dei principi di libertà, democrazia, conoscenza e
solidarietà.
Nutriamo la stessa speranza con cui Albert Einstein e
Georg Friedrich Nicolai nel “Manifesto agli Europei” del 1914 richiamarono alla
ragione i popoli europei contro la sventura della guerra, e con cui Altiero
Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto
Rossi ispirarono l’idea d’Europa nel loro
“Manifesto di Ventotene” del 1943. Le stesse idee che
ebbero indipendentemente fautori illustri anche in tutti i Paesi
d'Europa.
Vogliamo riprendere ed estendere all’Europa lo spirito
che nel 1839 portò gli scienziati italiani a organizzare la loro prima riunione
e a inaugurare il Risorgimento di una nazione divisa.
Promotori (*) e Primi
firmatari
Ugo AMALDI (CERN, Ginevra)
Giovanni BACHELET (Università di Roma “La
Sapienza”)
Giorgio BELLETTINI (Università di Pisa e
INFN)
Carlo BERNARDINI (*)
(Università di Roma “La
Sapienza”)
Sergio BERTOLUCCI (Direttore di ricerca, CERN,
Ginevra)
Vittorio BIDOLI (INFN, Roma)
Giovanni BIGNAMI (Presidente Istituto Nazionale di
AstroFisica – INAF)
Marcello BUIATTI (Università di
Firenze)
Cristiano CASTELFRANCHI (Università Luiss, Uninettuno e
ISTC-CNR)
Vincenzo CAVASINNI (*)
(Università di Pisa e
INFN)
Remo CESERANI (Università di Bologna e Stanford
University, CA)
Emilia CHIANCONE (Presidente Accademia dei
Quaranta)
Paolo DARIO (Scuola Superiore Sant’Anna,
Pisa)
Tullio DE MAURO (Università di Roma “La Sapienza”)
Luigi DI LELLA (CERN, Ginevra)
Rino FALCONE (*) (CNR Roma, Direttore Istituto di Scienze e
Tecnologie della Cognizione)
Stefano FANTONI (Presidente Agenzia Nazionale Valutazione
Università e Ricerca)
Sergio FERRARI (già vice direttore
ENEA)
Ferdinando FERRONI (Presidente Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare – INFN)
Fabiola GIANOTTI (CERN, Ginevra)
Mariano GIAQUINTA (Scuola Normale Superiore,
Pisa)
Pietro GRECO (*)(Giornalista e
scrittore, Roma)
Angelo GUERRAGGIO (Università
Bocconi)
Fiorella KOSTORIS (Agenzia Nazionale Valutazione Università e
Ricerca)
Francesco LENCI (*) (CNR Pisa e Pugwash Conferences for Science
and World Affairs)
Giorgio LETTA (Vice Presidente Accademia dei
Quaranta)
Lucio LUZZATTO (Istituto
Toscano Tumori)
Tommaso MACCACARO (INAF)
Lamberto MAFFEI (Presidente Accademia dei
Lincei)
Italo MANNELLI (Scuola Normale Superiore, Pisa e accademico
dei Lincei)
Giovanni MARCHESINI (Università degli studi di
Padova)
Ignazio MARINO (Thomas Jefferson University, Sindaco di
Roma)
Annibale MOTTANA (Università di Roma 3 e accademico dei
Lincei)
Paolo NANNIPIERI (*) (Università
di Firenze)
Pietro NASTASI (*) (Università di
Palermo)
Luigi NICOLAIS (Presidente Consiglio Nazionale delle
Ricerche – CNR)
Giorgio PARISI (Università di Roma “La Sapienza”,
accademico dei Lincei)
Maurizio PERSICO (Università di
Pisa)
Giulio PERUZZI(*) (Università degli studi di
Padova)
Caterina PETRILLO (Università degli studi di
Perugia)
Pascal PLAZA (CNRS e Ecole Normale Supérieure,
Paris)
Claudio PUCCIANI (*) (Vice Presidente Associazione Caffè della
Scienza – Livorno)
Michael PUTSCH (CNR Genova,
Direttore Istituto di Biofisica)
Carlo
Alberto REDI (Università di
Pavia)
Giorgio SALVINI (Università di
Roma “La Sapienza”, già Presidente dell’Accademia dei Lincei)
Vittorio SILVESTRINI (Presidente
della Fondazione IDIS – Città della Scienza, Napoli)
Settimo TERMINI (*) (Università di
Palermo)
Glauco TOCCHINI-VALENTINI (National Academy of Sciences,
CNR-EMMA-Infrafrontier-IMPC, Monte Rotondo,
Roma)
Guido TONELLI (CERN, Ginevra e Università di
Pisa)
Enric TRILLAS (Emeritus Researcher European Centre for Soft
Computing, già Presidente CSIC, Spagna)
Fiorenzo UGOLINI (Università
di Firenze)
Nicla VASSALLO (Università di
Genova)
Virginia VOLTERRA (Istituto di Scienze e Tecnologie della
Cognizione - CNR)
Elena VOLTERRANI (*) (Provincia di Pisa e INFN)
John WALSH (INFN)
Domani martedì 8
aprile al Consiglio
Nazionale delle Ricerche di Piazzale Aldo Moro a Roma verrà presentato il
“Manifesto per un’Europa di progresso”. Si tratta di un contributo che un folto
gruppo di scienziati italiani, alcuni di loro con incarichi istituzionali
rilevanti, hanno inteso dare per un concreto rilancio del sogno degli Stati
Uniti d’Europa, proprio nel momento di maggior difficoltà della sua
realizzazione. Il “Manifesto” origina dalle preoccupazioni che gli scienziati
valutano nei riguardi di un processo d’integrazione delle nazioni europee in
profonda crisi. Dalla consapevolezza che la piena estensione dei confini oltre i
limiti nazionali rischi d’interrompersi bruscamente a causa delle inadeguatezze
strategiche di chi fino ad ora ha condotto questo progetto. Dalla constatazione
che le opportunità di reale progresso per i cittadini europei, in ambito di
sviluppo civile, economico, democratico, culturale, pacifico, non possano
prescindere dalla realizzazione di un’Europa dei popoli. Scienza, sapere e nuova
conoscenza tendono a svilupparsi in modo naturale e hanno da sempre oltrepassato
qualunque limite geografico, artificiale o mentale che si sia provato loro ad
imporre. Gli scienziati intendono testimoniare la straordinarietà di questa
“natura” che poi altro non è che la natura stessa dell’uomo, consapevoli che lo
sviluppo e la diffusione del pensiero critico, che è proprio della scienza,
possa contribuire ad ampliare l’esercizio effettivo dei diritti e della
partecipazione democratica. Il riferimento esplicito va ad altri storici
Manifesti, quali quello di Einstein e Nicolai; e quello di Spinelli, Colorni e Rossi. Ricordando che nella prima metà
dell’Ottocento riunioni di scienziati italiani contribuirono alla realizzazione
concreta dell’unità d’Italia, si propongono di dare un contributo per una
realizzazione piena dell’unione politica dell’Europa, di un’Europa dei popoli.
La stesura del Manifesto ha visto
per ora coinvolti, a parte pochissime eccezioni, i soli scienziati italiani.
L’obiettivo è di estendere rapidamente questa iniziativa in tutta Europa,
provando ad avviare un movimento che possa sollecitare l’intera società
continentale.
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