Comunicato Legambiente
Tutti in Classe 
A: 500 edifici analizzati da Bolzano a Catania
Le termografie 
bocciano edifici progettati da Fuksas, Portoghesi, 
Krier
In troppe 
regioni regole inadeguate e nessun controllo sulle certificazioni promosse solo 
Trento, Bolzano, Piemonte e Lombardia
“1000 euro di 
risparmio per famiglia all’anno con interventi di efficienza in edilizia. Ma 
servono controlli e nuove politiche per la riqualificazione dei 
condomini”
 Legambiente presenta la radiografia energetica del patrimonio 
edilizio italiano
Le nostre case 
possono essere comode e sicure, ben isolate e correttamente soleggiate, oppure 
possono essere scomode e dispendiose, troppo calde d’estate e fredde in inverno; 
possono contribuire a migliorare la nostra qualità della vita o, al contrario, 
pesare significativamente sulla spesa familiare per raggiungere minimi livelli 
di benessere e contribuire enormemente all’inquinamento urbano determinato dagli 
impianti di riscaldamento, che per scaldare adeguatamente questi edifici 
colabrodo bruciano combustibili fossili. L’innovazione ambientale rappresenta, 
inoltre, la via più interessante e utile per risollevare il settore immobiliare 
e dell’edilizia nel suo complesso, grazie alle notevoli opportunità che offre 
anche in termini occupazionali ed economici.
Questi i presupposti dell’indagine di 
Legambiente Tutti in classe A, sulla qualità del 
patrimonio edilizio italiano, presentata oggi a Roma, dal vice presidente di 
Legambiente Edoardo 
Zanchini in una 
conferenza stampa che ha visto anche la partecipazione di Leopoldo Freyrie (Presidente CNAPPC, 
Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e 
Conservatori), e Antonio Scala 
(Responsabile Energy Service Mass Market Enel Energia).
L’indagine ha 
preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane, grazie a un team 
di esperti che viaggiando da nord a sud del Paese, ha fotografato con un’apparecchiatura 
termografica la situazione termica degli edifici confrontando le rese di 
costruzioni recenti, firmate anche da note archistar con palazzi costruiti nel 
dopoguerra e edifici dove sono stati realizzati interventi di retrofit, 
evidenziando come una riqualificazione energetica ben fatta possa permettere di 
realizzare risultati significativi di riduzione dei consumi 
energetici.
“In un 
periodo di crisi drammatica come quello che sta vivendo il mercato immobiliare 
italiano, la sfida di innovazione proposta dall’Unione europea va assolutamente 
raccolta – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – 
perché attraverso la chiave dell’energia 
è possibile riqualificare gli edifici in cui viviamo e lavoriamo, per renderli 
oltre che meno energivori più belli, ospitali, salubri. E’ una opportunità che 
va colta fino in fondo, per arrivare ad azzerare le bollette delle famiglie, per 
creare lavoro in un campo ad alto tasso di occupazione e con importanti 
possibilità di ricerca applicata. Ma questa direzione di cambiamento 
responsabilizza tutti, dalla pubblica amministrazione agli imprenditori edili, 
dai progettisti ai cittadini. In 13 regioni 
– ha 
continuato Zanchini – non esiste alcun tipo di controllo sui certificati di 
prestazione energetica degli edifici  e 
così si calpestano i diritti dei cittadini che dovrebbero essere correttamente 
informati sulle prestazioni energetiche e sulla sicurezza delle loro 
abitazioni”. 
L’analisi 
termografica ha riguardato edifici residenziali, scuole e uffici costruiti nel 
dopoguerra e altri più recenti. Sono state verificate anche le prestazioni di 
quelli già certificati di Classe A e di quelli ristrutturati, e di alcuni 
edifici costruiti dopo il 2000, ossia dopo l’adozione delle direttive europee in 
materia di risparmio energetico e isolamento Su gran parte di questi immobili, 
nuovi e già vecchi, i problemi sono evidenti. Da Milano a Torino, fino alla periferia di Bari, dal progetto 
C.A.S.E. a L’Aquila, al quartiere Parco Leonardo a Roma, si ravvisano problemi 
di elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali 
estremamente eterogenee. Spesso anche per edifici che si promuovono come 
“biocase” o a basso consumo energetico. 
Che in 
“Classe A” si viva meglio lo dimostrano invece le termografie di edifici ben 
progettati,  costruiti e certificati, 
come il quartiere Casanova a Bolzano o alcuni immobili nuovi o ristrutturati a 
Firenze, Udine o Perugia, che mostrano un comportamento omogeneo delle facciate 
e l’assenza di ponti termici significativi, la precisa scelta di sfruttare al 
meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici materiali per le diverse 
facciate al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i 
consumi energetici per il condizionamento invernale con un risparmio, per i 
fortunati abitanti di questi edifici, fino a 2mila euro ogni 
anno.
Attenzioni e 
benefici che non ritroviamo, purtroppo, nemmeno in edifici progettati da 
architetti di fama internazionale e 
costruiti negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie realizzate su 
edifici costruiti a Milano, Roma e Alessandria da Fuksas, Krier e Portoghesi, dove 
l’analisi a infrarossi ha dato risultati simili a quelli di altri edifici 
recenti di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed 
elementi disperdenti nelle strutture portanti. 
“In tutti e tre 
gli edifici ‘famosi’ analizzati, l’impronta architettonica che si voleva 
proporre è chiara e riconoscibile – commenta Edoardo Zanchini – mentre manca 
l’attenzione all’efficienza energetica. Attenzione che invece ha caratterizzato 
positivamente un edificio progettato da Cino Zucchi a Milano, con ottime 
prestazioni di isolamento. E’ indispensabile – ha concluso Zanchini - che tutti, 
dalle archistar ai tecnici e a chi costruisce, contribuiscano a rendere più 
bella e efficiente l’edilizia italiana”.
In questo rapporto 
si segnalano, inoltre, la situazione e i problemi della normativa nazionale, 
l’articolato e inadeguato quadro di regole nelle diverse regioni in particolare 
per quanto riguarda controlli e sanzioni, ma anche le buone pratiche attuate da 
alcuni Comuni. Gli edifici, infatti, sono responsabili di una grossa fetta dei 
consumi energetici italiani e delle emissioni di gas serra. 
La direttiva europea 
2002/91 ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e 
l’obbligo della certificazione degli edifici nuovi (con le diverse classi di 
appartenenza, dalla A alla G) e nelle compravendite di quelle esistenti. Poi 
Bruxelles si è spinta oltre, con la direttiva 31/2010, che prevede date precise 
per una transizione radicale. Dal 1 
gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere 
neutrali da un punto di vista energetico, ossia dovranno garantire 
prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per 
il riscaldamento e il raffrescamento oppure di soddisfarli attraverso le fonti 
rinnovabili. Entro il 30 Aprile 2014, 
inoltre, il Governo italiano dovrà inviare a Bruxelles una ‘strategia a lungo 
termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale 
di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati’. 
Nonostante la nuova 
programmazione europea 2014-2020 preveda consistenti risorse per l’efficienza 
energetica che possono diventare un volano per riqualificare il patrimonio 
edilizio e le città e non esista oggi alcuna ragione economica o tecnica che 
possa impedire che tutti i nuovi edifici siano progettati e costruiti per essere 
in Classe A di prestazione energetica (grazie al contributo di pannelli solari 
termici o fotovoltaici, pompe di calore geotermiche o altri impianti da fonti 
rinnovabili), continuiamo ad assistere a rinvii e ritardi nell’applicazione 
delle direttive e ad azioni di vero e proprio sabotaggio da parte delle solite 
lobby non interessate a salvaguardare gli interessi delle famiglie, 
dell’ambiente e delle imprese che puntano sulla green economy. 
Affinché si avvii 
una stagione di cambiamento e di innovazione profonda delle città italiane per 
migliorarne la qualità e la vivibilità, occorre, secondo Legambiente, percorrere 
diverse strade in parallelo: bisogna introdurre regole omogenee in tutta Italia per le 
prestazioni in edilizia e controlli indipendenti su tutti gli edifici con 
sanzioni vere per chi non rispetta le regole. Altrettanto indispensabile è 
dare certezza rispetto alla sicurezza antisismica degli edifici stabilendo l’obbligo di dotarsi di un libretto 
antisismico per tutti gli edifici esistenti
Per migliorare le 
prestazioni energetiche è necessario stabilire per i nuovi edifici e per le 
ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo 
obbligatorio di Classe A su tutto il territorio nazionale; va premiato, nelle ristrutturazioni 
edilizie, il miglioramento della classe 
energetica di appartenenza, e per facilitare questo processo occorre rendere 
permanenti le detrazioni fiscali per gli 
interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio (50-65%) 
offrendo un orizzonte temporale serio, e allargando gli incentivi gli interventi di 
consolidamento antisismico degli edifici. 
C’è bisogno di nuovi strumenti per il finanziamento degli 
interventi di riqualificazione. Occorre introdurre un fondo nazionale di 
finanziamento e di garanzia per gli interventi di riqualificazione energetica di 
edifici pubblici e privati, come prevede la stessa Direttiva 2012/27, per realizzare misure di miglioramento 
dell’efficienza e di sicurezza antisismica. 
E’ necessario poi, 
introdurre nuovi strumenti per gli interventi di retrofit energetico degli edifici 
condominiali. 
In Italia realizzare interventi di riqualificazione energetica complessiva di 
edifici condominiali è difficilissimo per un quadro di regole e incentivi 
inefficace. Occorre creare le condizioni tecniche e economiche per rendere 
vantaggiosi interventi che possono consentire di migliorare le prestazioni delle 
abitazioni e di garantire risparmi energetici quantificabili e verificabili per 
le famiglie, oltre che di consolidamento antisismico. 
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