Comunicato Chiarelettere 
ALKAMAR.
LA MIA VITA IN 
CARCERE DA INNOCENTE
di Giuseppe 
Gulotta
con Nicola 
Biondo
Il video di Martina 
Miliani . http://www.youtube.com/watch?v=GA1xeXn3suw
Il messaggero: http://www.ilmessaggero.it/cultura/libri/giuseppe_gulotta_chiarelettere/notizie/273398.shtml 
Presentazioni con 
Giuseppe Gulotta:
4.05 
Certaldo
10.05 
Lucca
19.05 
Alcamo
26.05 Gorizia _ 
Festival della Storia 
14.06 
Poggibonsi_Narrazioni
20.06 Lamezia 
Terme_Tramefestival 
Chiarelettere, 
Collana Reverse, pp. 242, euro 13,90
“Sono stato la 
terza vittima di Alkamar. Sono stato un assassino perché così conveniva allo 
Stato. Ma sono ancora vivo.” 
“Ho voluto scrivere 
la mia storia come si affronta una terapia.
Giuseppe è 
scomparso dentro un tritacarne di Stato. 
Poi è stata la 
volta di Giuseppe l’ergastolano, Giuseppe che ha lasciato sola la sua compagna e 
i suoi figli.
Oggi c’è Giuseppe 
che viene riconosciuto per strada e deve fare i conti con la vita che non ha mai 
avuto.”
“Negli anni che 
passo in carcere, in Italia succede di tutto, sembra che si scopra la verità su 
tanti eventi del passato, ma di Alkamar non parla mai 
nessuno.
È il delitto 
perfetto: un innocente in 
carcere, i colpevoli fuori e nessuno che indaga.”
“Sono in 
isolamento. L’isolamento è una cosa disumana, mira a farti impazzire. 
Quando non piango, dormo o provo a immaginare come stanno le persone che mi 
vogliono bene.
Possono mai credere 
che sono un assassino?”
“Si dice che le 
vittime della mafia muoiono sole. Anche Giuseppe, vittima dei metodi 
mafiosi di uomini di Stato, è morto solo. Per trentasei 
anni.
La buona notizia è 
che nonostante tutto è rinato.”
“Dicono che sono 
stato vittima di un errore giudiziario. Non è così. Si chiama frode 
processuale.
Le ‘prove’ contro 
di me sono state costruite con le torture, ogni fase del mio arresto è stata 
falsificata, 
la mia 
‘confessione’ non solo è stata 
estorta con le botte e le minacce ma gran parte delle cose che risultano in quel 
verbale io non le ho mai dette.”
“Chi ha ammazzato 
realmente ’sti ragazzi?”
“Quella era 
un’operazione militare, un’operazione di Gladio.”
Dialogo tra 
l’ispettore di polizia Antonio Federico e una sua fonte 
confidenziale.
SCHEDA
Una storia vera e 
incredibile, che si legge come un giallo. A diciotto anni Giuseppe Gulotta, 
giovane muratore con una vita come tante, viene arrestato e costretto a 
confessare l’omicidio di due carabinieri ad “Alkamar”, una piccola caserma in 
provincia di Trapani. Il delitto nasconde un mistero indicibile: servizi segreti 
e uomini dello Stato che trattano con gruppi neofascisti, traffici di armi e 
droga. Per far calare il silenzio serve un capro espiatorio, uno qualsiasi.  
Gulotta ha vissuto ventidue anni in carcere da innocente e trentasei anni di 
calvario con la giustizia. Non è mai fuggito. Ha lottato a testa alta e in 
questo libro racconta tutto per la prima volta: l’arresto, le torture, i 
processi (ben nove), la prigione, l’amore per Michela, che ha conosciuto mentre 
attendeva la sentenza definitiva (cioè l’ergastolo), il figlio,William, che ha 
visto crescere dall’altra parte del vetro divisorio, durante i colloqui 
settimanali, la verità su Alkamar. Oggi Gulotta è un uomo libero, la sua storia 
è finita su tutti i giornali e in tv,  è stato ospite di Fabio Fazio a QUELLO 
CHE (NON) HO, la trasmissione con Roberto Saviano. In molti lo fermano per 
strada manifestandogli stima e ammirazione. Dalle istituzioni e dall’Arma dei 
carabinieri nemmeno un comunicato di scuse.
Giuseppe 
Gulotta, 55 anni, nel 
febbraio del 2012, dopo trentasei anni di calvario giudiziario e dopo ventidue 
anni di carcere, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Era accusato 
dell’omicidio di due carabinieri ad Alcamo Marina, in provincia di Trapani. È 
stato picchiato e costretto a confessare. La sentenza di revisione che lo ha 
assolto dopo più di trent’anni è arrivata grazie alle rivelazioni di uno dei 
carabinieri presenti alle torture, che per la prima volta e solo a partire dal 
2008 ha riportato ai magistrati la sua versione dei fatti.
Nicola 
Biondo, giornalista e 
scrittore, scrive su “l’Unità”. Ha collaborato alla trasmissione tv BLU NOTTE di 
Carlo Lucarelli. E’ autore del libro IL PATTO. DA CIANCIMINO A DELL’UTRI, LA 
TRATTATIVA STATO E MAFIA NEL RACCONTO INEDITO DI UN INFILTRATO (con Sigfrido 
Ranucci, Chiarelettere 2010).
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