A chi pedala con una certa frequenza sarà capitato di
imbattersi in una persona incuriosita dalla nostra particolare modalità di
spostamento. Incuranti delle varie Copenhagen, Berlino, Parigi, Londra, New
York, Oslo, dove discrete fette della popolazione si muovono pedalando, i
nostri interlocutori appaiono totalmente spaesati riguardo alla possibilità di
muoversi in bicicletta in una città. Sembrano approfittare dell’incontro per
rivolgerci alcune domande che soddisfino la loro curiosità, ma molto spesso il
discorso, dopo qualche domanda preliminare, prende una brutta piega. Infatti,
ben presto le domande del nostro interlocutore diventano affermazioni. Si
tratta di osservazioni impellenti, maturate già da tempo, alla vista di
ciclisti in movimento, mentre camminavano o più probabilmente erano stravaccati
in un’automobile, bloccati in mezzo al traffico, come tutti i giorni della loro
vita.
L’incontro con questo genere di interlocutore si verifica
spesso quando si sta legando la bici al palo, ma può capitare mentre si sta
fermi a mangiare un pezzo di pizza o ad aspettare qualcuno. Siccome le
ricorrenze nelle argomentazioni sono abbastanza stabili, non è difficile
enucleare le basi del tipico discorso sulla bicicletta (in sigla TDB).
Ovviamente, ogni città avrà le sue varianti, anche perché la quantità di
ciclisti e le politiche istituzionali a favore della bici variano sensibilmente
e in molte città questa grossa seccatura del TDB non esisterà nemmeno. Beati
voi.
Ma vediamo in dettaglio come si articola un TDB.
Mentre il ciclista lega al palo la bici, vicino al posto di
lavoro, sopraggiunge Enzo, un conoscente con cui non si è scambiata mai una parola. Forse è un collega o un amico di un amico.
Enzo: “Ah, quindi vieni al lavoro in bici?”
“Beh, Sì”.
“Com-pli-men-ti. Ci vuole un bel fisico, eh?”.
“Ma no, niente di particolare. Solo un po’ d’abitudine. Se
ti stanchi vai più piano, se ci sono salite che non riesci a fare puoi
scendere”.
“Il problema è il sudore. [un po' schifato] Come si fa ad andare al lavoro
tutti sudati? Capisco in certe giornate di primavera, ma d’estate e anche nel
primo autunno è impossibile”.
“Ti porti un cambio, ti assicuro che non è un problema,
basta organizzarsi”.
“D’inverno ti geli. Ti ritrovano assiderato”.
“No, t’assicuro. Basta coprirsi un po’, che è sempre meno di
quello che si pensa all’inizio. Poi ti porti appresso qualcosa da metterti
all’arrivo”.
“Ci vorrebbero le docce, come in Danimarca. Mio cugino è
stato a Copenhagen. Lì sì che si può andare in bici. Lì è pieno di ciclabili. Figurati
se qui ti mettono le docce. Sai qual è il problema? Roma è piena di salite.
Queste cose le puoi fare in pianura Padana, in Germania, in Olanda dove hanno
chilometri e chilometri di piste ciclabili, dove è tutto piatto. A Roma ci sono i sette colli: Campidoglio, Monte Mario, Giancolo, Monte Spaccato, Montecucco, Monte Sacro, Quirinale, Viminale, Menomale, Monte Verde, via Monte Bianco...”.
“A Roma tutte queste salite non le vedo. Non servono le
piste ciclabili per andare in bici. La bici è un veicolo a tutti gli effetti,
se ne parla anche nel Codice della strada. Per le salite, anche le peggiori, da
un centinaio d’anni è disponibile un particolare ritrovato tecnico, chiamato
cambio, che permette di variare a piacimento il rapporto di marcia”.
Nell’aria aleggia una leggerissima ironia. Enzo se ne
accorge e si comincia a scaldare: “A Roma ci sono i sampietrini, le buche. I
sindaci fanno a gara a chi mantiene peggio le strade”.
“Sì, questo è vero, ma per i percorsi accidentati puoi usare
se vuoi dei copertoni un po’ più larghi. Ci sono un sacco di possibilità”.
“Poi c’è il problema dei furti. A un’amica di mia moglie
hanno rubato dodici biciclette”.
“A questo si può ovviare comprando una bici pieghevole, che
ti puoi portare sempre appresso”.
“Vedi, scusa come ti chiami? Ah, Luca, piacere Enzo. Un
amico di un mio amico è stato ammazzato mentre andava in bici. Il problema sono
le macchine, anzi gli automobilisti. Nessuno rispetta le regole. La gente è
pazza”.
“Questo è vero, ma stare fermi nel traffico è terrificante.
Dipende da quello che vuoi”.
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