Comunicato Greenpeace – Legambiente – WWF
“DOPO CONSULTAZIONE NON E’ CAMBIATA
LA SOSTANZA. COSI’ IRRAGGIUNGIBILI OBIETTIVI AMBIENTALI. CARBONE IGNORATO, INVECE IN AUMENTO”
Si toglie il sostegno
pubblico alle rinnovabili per darlo alla costruzione dei rigassificatori e si
riconferma anche l’avvio delle trivellazioni per petrolio e gas a mare e a
terra
“La Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata oggi sarebbe un atto inutile, se si prendessero per buone le dichiarazioni dei ministri firmatari, che affermano che il prossimo Governo ha facoltà di modificarla. La realtà è che un governo dimissionario, e in carica solo per l’ordinaria amministrazione, si è arrogato il diritto di completare un atto strategico, travalicando le proprie competenze e senza coinvolgere il Parlamento (ormai sciolto) né nessuno degli interlocutori per dare trasparenza sulle modalità di recepimento degli esiti della consultazione”, affermano in una nota congiunta Greenpeace, Legambiente e WWF.
Secondo gli
ambientalisti, stando a un primo esame, la Strategia Energetica Nazionale varata
oggi con un decreto interministeriale non è sostanzialmente modificata rispetto
al documento originario, ma rende palese un vero e proprio abominio: quello
di togliere il sostegno pubblico (dei
consumatori) alle rinnovabili per darlo alla costruzione dei
rigassificatori. Pur avendo apparentemente accolto elementi suggeriti da
molti nelle consultazioni (riferimenti all’obiettivo di decarbonizzazione al
2050), li pone a mo’ di corollario e non in un vero e proprio percorso a tappe,
rendendoli del tutto ininfluenti.
“Nel documento si
paventa la volontà di togliere dalla bolletta ulteriori forme di sostegno alla
crescita delle rinnovabili, mentre invece si vorrebbe porre a carico dei
consumatori le spese per i rigassificatori e per il cosiddetto hub europeo del gas, un hub che
l’Europa non ha mai detto di volere e certo non giustificato dalla domanda interna (in
decrescita). Questi sussidi si andrebbero ad aggiungere alle centinaia di
milioni che vengono reperite in bolletta e distribuite ogni anno alle cosiddette
“fonti energetiche assimilate” CIP 6, alle centrali a olio combustibile
dell’Enel, per la dismissione ormai trentennale del nucleare ecc. Insomma,
un’ulteriore regalia alle lobby fossili. Per di più si
mantiene stabile la quota di carbone (oggi in aumento) invece di
essere conseguenti rispetto agli obiettivi ambientali proclamati e dichiarare la
volontà di dismissione delle centrali, a cominciare da quelle più
inquinanti”.
“Inoltre la strategia
riconferma la volontà di dare l’avvio
alle trivellazioni per petrolio e gas in tutta la penisola e in mare,
pur sottolineando che non si sostiene lo shale gas. Ma la realtà è che le
accortezze ambientali non valgono per concessioni già date, che sono
un’infinità, quindi il danno potenziale per un Paese come l’Italia, che fonda la
sua ricchezza sul turismo, sarebbe un danno
incalcolabile”.
“Il problema rimane quello di non aver
operato una vera scelta a favore di un modello basato su rinnovabili ed
efficienza, e quindi di non individuare una vera e propria strategia di
transizione, come sta invece avvenendo in Germania. Per questo la Strategia
finisce per essere solo un modo per sostenere i soliti noti e non intaccare,
anzi favorire gli interessi delle grandi lobby dei combustibili fossili”.
Roma, 14 marzo 2013
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