giovedì 21 marzo 2013

Binario morto Tav

I miti, le bugie, gli scandali, i conflitti, la crisi.
Ecco perché il Corridoio 5 Lisbona-Kiev è finito in un
BINARIO MORTO
di Andrea De Benedetti e Luca Rastello


Chiarelettere, Collana Reverse, pp. 224, euro 12,90

“Nel mondo ci sono solo due linee ad alta velocità in attivo: la Tokyo-Osaka e la Parigi-Lione. Tutte le altre sono in perdita.”
Indagine dell’Uic (Union internationale des chemins de fer), di cui è vicepresidente l’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti.
© 2013 Chiarelettere editore srl
“L’intera Europa occidentale si trova oggi a rimpiangere il futuro di ieri, a rinunciare ai sogni, a rinegoziare al ribasso la realta, a cominciare dall’idea di unire i popoli attraverso le comunicazioni.”

“Far viaggiare i treni merci su linee ad alta velocita non ha alcun senso. Primo perche i treni merci sono intrinsecamente lenti,
secondo perché i binari ad alta velocita hanno costi di mantenimento elevatissimi che inciderebbero pesantemente anche sul costo del trasporto merci.”
Germà Bel, docente dell’Università autonoma di Barcellona.
© 2013 Chiarelettere editore srl
“L’80 per cento delle merci che entrano in Italia o ne escono su rotaia transita dai valichi di Domodossola, Chiasso, Luino, Brennero, Tarvisio. Cioè attraverso la Svizzera e l’Austria.
Non siamo capaci di agganciarci a infrastrutture gia esistenti, ma non ci facciamo problemi a chiedere all’Europa ulteriori capitali per realizzare la Torino-Lione.”
Dialogo con Sergio Bologna, storico e consulente
per grandi imprese e istituzioni.
© 2013 Chiarelettere editore srl
©“E importante rapportare i costi dell’alta velocità con le reali possibilità di crescita che darebbe al paese. Ma il valore netto è negativo in tutti gli scenari.”
Il presidente della Corte dei conti francese Didier Migaud, novembre 2012.
© 2013 Chiarelettere editore srl
“Non è necessaria l’opera. Sono necessari i soldi che derivano da cantieri e progetti...
Il Tav e un ‘Momendol’ economico. Come le Olimpiadi. Diciamo che grazie ai lavori olimpici imprese e localita che erano allo stremo hanno trovato prospettive di sopravvivenza per almeno cinque anni.”
Consulente tecnico Direzione Trasporti e Ambiente Regione Piemonte.

“Devastiamo il paese per aprire la strada agli Eurostar ma avevamo il Pendolino che era un gioiello tecnologico veloce e superconfortevole,
perfettamente adatto all’accidentata orografia italiana.”
Luca Giunti, animatore del Movimento contro l’alta velocità in Piemonte.

SCHEDA
Corridoio 5, ovvero 3200 chilometri di ferrovia ad alta velocità che dovrebbero garantire promettenti sbocchi di mercato. Un “Eldorado”, secondo Piero Fassino, che però, nella migliore delle ipotesi, non comincerà a produrre benefici economici prima del 2073. Fantascienza pura. I due autori hanno provato a rifare tutto il percorso cercando di capire. Le sorprese non sono mancate. Il Portogallo ha già rinunciato, alla Spagna interessa solo l’alta velocità passeggeri e per le merci programma un binario unico, dopo Trieste il corridoio scompare, tanto che per raggiungere Lubiana bisogna prendere la corriera.
Un viaggio nell’Europa più sconosciuta tra proclami altisonanti e la realtà povera di città, pianure, paesi, popoli senza un’identità e una visione comune. Un reportage che è la storia di una grande illusione. L’alta velocità interessa a pochi e a quei pochi interessa non per la sua portata globale ma per le ricadute a brevissimo termine sull’economia locale. Allora per quale ragione l’Italia deve spendere almeno due miliardi e mezzo di euro in un tunnel? E di quale futuro stiamo parlando?

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