Comunicato Legambiente
Emergenza 
Taranto, chiudono le aziende dell’energia pulita
Legambiente: 
“Grave responsabilità del governo”
Sembra 
assurdo che possa succedere proprio ora, nel momento della massima espansione 
delle rinnovabili nel mondo, quando efficienza energetica e fonti pulite rappresentano le parole 
chiave dello sviluppo sostenibile e auspicabile per il pianeta. Sembra assurdo 
che succeda proprio lì, a Taranto, dove l’impegno dello Stato per garantire un 
futuro occupazionale  ai cittadini, che 
non sia per forza dannoso per la salute e l’ambiente, dovrebbe essere esplicito 
e prioritario. Eppure è proprio così: nel giro di pochi giorni le fabbriche 
dell’eolico e del fotovoltaico (la Vestas e la Marcegaglia Buildtech) chiudono i 
battenti lasciando senza lavoro centinaia di persone.
“La 
responsabilità di questa emergenza – ha dichiarato il presidente di Legambiente 
Vittorio Cogliati Dezza – è del governo. Lo stop allo 
sviluppo e alla diffusione dell’energia rinnovabile impresso, con totale miopia, 
dai governi Monti e Letta ha condannato tutto un compartimento produttivo che 
nel nostro Paese potrebbe essere il vero volano dell’economia e dello sviluppo 
industriale. Mentre in Germania la scelta di investire nel sole e nel vento e 
nell’efficienza energetica, ha consentito di arrivare a 350mila occupati nel 
settore, in Italia il ministro dello Sviluppo economico Zanonato punta su 
trivelle e centrali a carbone bloccando ogni innovazione e condannando il Paese 
a un modello di sviluppo inquinante e obsoleto”. 
In Italia gli investimenti nei 
settori dell’eolico e del fotovoltaico sono crollati a causa della politica che 
non fornisce alcuna certezza sul futuro per gli investitori, spazzando via piani 
industriali che solo due anni fa sembravano avere senso e futuro. 
Legambiente chiede quindi al 
governo di intervenire rapidamente per garantire un futuro alle 
fabbriche delle rinnovabili di Taranto e a tutto il settore delle fonti pulite 
cambiando il 
meccanismo di scambio sul posto dell’energia elettrica, 
per offrire una opportunità per tutti gli impianti da fonti rinnovabili e in 
cogenerazione ad alto rendimento, di scambiare energia con la rete in 
alternativa agli incentivi; eliminando 
tutti i sussidi diretti e indiretti per le fonti fossili (pari a circa 5 miliardi di euro l’anno); 
rivedendo la normativa sulle regole di approvazione dei 
progetti da fonti rinnovabili per uscire da una situazione di totale incertezza che non 
offre alcuna garanzia di trasparenza e informazione per i territori coinvolti e 
neanche 
per gli imprenditori onesti; reintroducendo un sistema di incentivi in conto energia per 
la sostituzione di coperture in amianto 
con tetti fotovoltaici; 
creando condizioni di vantaggio per tutti gli interventi di 
riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio; approvando specifiche regole per la realizzazione degli impianti 
eolici offshore, per uscire da una situazione di conflitti causata 
dalla totale assenza di riferimenti per la valutazione degli impianti e il coinvolgimento del 
territorio. 
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