Comunicato Greenpeace
AZIONE DI GREENPEACE ALLA BARCOLANA: GAZPROM DISTRUGGE L’ARTICO
TRIESTE, 
13.11.13 – Questa mattina i gommoni di Greenpeace hanno avvicinato la barca 
Esimit Europa 2 durante la Barcolana, storica regata velica europea che si 
svolge di fronte a Trieste, per protestare contro lo sponsor principale della 
barca, Gazprom, gigante russo dell’energia, e domandare che ritiri i suoi piani 
di trivellazione nell’Artico.
Gli attivisti di Greenpeace vogliono anche 
attirare l’attenzione sui 28 attivisti e i 2 giornalisti che sono nelle mani 
delle autorità russe dal 19 settembre, accusati di “pirateria” per una 
manifestazione pacifica.
Seguendo la barca Esimit Europa 2 fino 
all’arrivo gli attivisti di Greenpeace hanno aperto lo striscione con scritto 
(in inglese) “Via dall’Artico!” e bandiere con il messaggio 
“#FreeTheArctic30”.
“La nostra protesta non é certo contro la 
Barcolana o il mondo della vela: il problema è che Gazprom, lo sponsor della 
barca Esimit, é una minaccia per l'Artico e per tutti noi. Ė paradossale che 
questa sia la prima barca con bandiera "europea" e simbolo ufficiale 
dell’innovazione e dell’efficienza del nostro continente” afferma Federica 
Ferrario di Greenpeace. “La Gazprom, in prima linea nello sfruttamento delle 
risorse petrolifere dell’Artico, é tra coloro che vogliono consegnare il Pianeta 
al caos climatico. Per difendere i suoi interessi è pronta a tacitare ogni voce 
di protesta”.
La piattaforma Prirazlomnaya della Gazprom sarebbe la prima 
a trivellare l’Artico, ma ci sono seri dubbi su come potrebbe resistere alle 
dure condizioni climatiche locali. Proprio per attirare l’attenzione sui rischi 
di simili operazioni, Greenpeace ha cercato di scalare la piattaforma per una 
protesta pacifica tre settimane fa. La nave “Arctic Sunrise” è stata quindi 
sequestrata dalle autorità russe e per l’intero equipaggio sono stati disposti 
due mesi di custodia cautelare.
“Chiediamo a Gazprom di ritirare i piani 
di trivellazione nell’Artico e alle autorità russe di liberare immediatamente i 
28 attivisti e i 2 giornalisti free lance, tra cui l’italiano Cristian 
D’Alessandro, detenuti con l’accusa di un crimine che non hanno commesso” 
conclude Ferrario.
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