Comunicato Greenpeace
11 PREMI NOBEL SCRIVONO A PUTIN “GLI ATTIVISTI DI GREENPEACE IN CARCERE IN
RUSSIA NON SONO PIRATI”
ROMA, 17/11/13 – Undici Premi Nobel per la pace
hanno scritto una lettera congiunta al Presidente russo Vladimir Putin per
sostenere i 28 attivisti di Greenpeace e i due giornalisti freelance trattenuti
per due mesi in custodia cautelare dalle autorità russe con l’accusa di
pirateria.
Nella lettera i Nobel (l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu,
la guatelmateca Rigoberta Menchu, l’ex presidente del Costa Rica Oscar Arias
Sanchez, le pacifiste nordirlandesi Betty Williams e Mairead Maguire, la
pacifista statunitense Jody Williams, la liberiana Leymah Gbowee, la yemenita
Tawakkol Karman, l’avvocato e pacifista iraniana Shirin Ebadi, l’ex presidente
di Timor Est Jose Ramos Horta e l’argentino Adolpho Perez Esquivel) chiedono al
President Putin “di fare tutto il possibile per assicurare che cada l’accusa di
pirateria, eccessiva, nei confronti dei 28 attivisti di Greenpeace e dei due
giornalisti freelance, e che ogni accusa contestata trovi riscontro nel diritto
internazionale e nella legge russa”.
Descrivendo l’Artico come “tesoro
prezioso dell’Umanità”, i firmatari sostengono gli sforzi per proteggere questa
Regione dallo sfruttamento petrolifero e dal cambiamento climatico.
“Le
trivellazioni petrolifere nell’Artico sono un’impresa ad alto rischio. Una
fuoriuscita di petrolio in queste acque avrebbe un impatto catastrofico su uno
degli ultimi ambienti integri del Pianeta, sulle comunità che vi abitano e su
specie animali già minacciate d’estinzione. I rischi di simili incidenti ci sono
sempre e i piani di risposta dell’industria petrolifera sono totalmente
inadeguati. I cambiamenti climatici ci minacciano tutti, ma sono i più
vulnerabili del Pianeta che pagheranno i costi maggiori se i Paesi più
sviluppati non agiscono ora”.
Intanto sono quasi 1 milione e mezzo le
firme della petizione rivolta alle ambasciate russe per richiedere il rilascio
degli attivisti. L'equipaggio dell'Arctic Sunrise, gli attivisti e i due
giornalisti freelance a bordo della nave sono nelle mani delle autorità russe da
giovedì 19 settembre, quando la Guardia Costiera ha abbordato e sequestrato la
nave rompighiaccio di Greenpeace in acque internazionali. Dal 24 settembre sono
detenuti in strutture di detenzione preventiva intorno alla città di
Murmansk.
Leggi la lettera integrale (in inglese): http://nobelwomensinitiative.org/2013/10/release-the-arctic-30/?ref=204
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