Va in bicicletta, ma è cieca davvero: assolta dall'accusa di truffa
Fonte: Il Resto del Carlino
La sessantenne di Lugo era accusata di
aver ingannato la commissione medica per truffare l'Inpf. nel 2011 era
stata filmata dalla guardia di finanza e poi indagata
di Carlo Raggi
di Carlo Raggi
Un fotogrammi dai filmati realizzati dalla Guardia di Finanza: la parruchiera è ripresa in bici
Evidente la soddisfazione dei difensori, gli avvocati Michele Lombini ed Erica Appi: «Davanti a una perizia che ha accertato nella nostra assistita l’assenza di sensibilità retinica, l’esito del processo non poteva che essere assolutorio. Per questo non possiamo che essere soddisfatti. Purtroppo la diretta interessata esce socialmente massacrata da questa vicenda che peraltro si è protratta per un tempo eccessivamente lungo. La perizia del professor Pasquale Troiano, che si è dimostrata risolutiva, avrebbe dovuto essere svolta fin dall’inizio dell’indagine. Si sarebbe evitata la sovraesposizione mediatica di una vicenda fondata su presupposti non verificati scientificamente. Ci preme anche rivolgere un profondo ringraziamento al nostro consulente, il professor Sergio Zaccaria Scalinici, del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna».
Il professor Zaccaria Scalinici, specialista per le malattie dell’apparato visivo, fin dall’inizio interpellato dai difensori della parrucchiera, ebbe modo di evidenziare che la sensibilità retinica della signora era «pari a zero» così come poi rilevato dal perito del gip, il professor Pasquale Troiano (il perito che visitò Silvio Berlusconi quando nel marzo scorso al processo d’appello per i diritti Mediaset presentò un certificato medico per una asserito disturbo oculare).
AD AVVIARE l’indagine, a metà del 2011, era stata la Guardia di Finanza di Lugo che effettuò riprese video da cui si evidenziavano condotte della parrucchiera che apparivano in contrasto con il suo stato di ipovedente affetta da «retinite pigmentosa degenerativa con maculopatia»: la donna infatti era ripresa mentre andava in bicicletta da casa al negozio o al bar prendeva in mano il giornale. La signora, peraltro, ogni giorno si presentava nel proprio negozio per gestire l’attività.
LA FINANZA presentò alla Procura i risultati della propria indagine nell’autunno di due anni fa, indagando la parrucchiera per il reato di truffa ai danni dell’Inps per aver indotto in errore la Commissione medica di prima istanza indicando appunto quelle patologie oculari, così da ottenere la pensione di invalidità totale (281 euro al mese) e l’assegno di accompagnamento (807 euro). Gli investigatori valutarono il danno all’Inps in 43mila euro e la Procura chiese e ottenne dal gip il sequestro preventivo di pensione e assegno di accompagnamento.
LA PROCURA non ritenne di attivare l’unico strumento che in questi casi è dirimente, ovvero la perizia tecnico-scientifica. Furono i difensori della parrucchiera, nel gennaio del 2012, forti della consulenza del professor Zaccaria Scalinici, a chiedere al gip una perizia nella forma dell’incidente probatorio, ma la richiesta venne inspiegabilmente respinta. Salvo essere accolta nel gennaio del 2013 dal gip Piervittorio Farinella quando, all’avvio dell’udienza preliminare, i difensori chiesero il processo con rito abbreviato, condizionato appunto alla perizia. E il gip nominò perito il professor Troiano che ha concluso per il pieno riconoscimento delle patologie indicate nella documentazione in possesso alla parrucchiera da anni, fin dal 1986.
Il perito ha anche ben chiarito che una persona affetta da questa patologia ben può continuare a svolgere quelle attività ripetitive collaudate da anni come andare in bicicletta o sul consueto posto di lavoro. «Ciò è dovuto al progressivo adattamento al mondo esterno che un soggetto affetto da questa malattia opera proporzionalmente al progressivo indebolimento della vista». Ha sostenuto il perito che la parrucchiera lughese ben potrebbe anche tagliare i capelli alle clienti.
IERI, nella requisitoria, il pm non ha però tenuto in alcun conto le conclusioni della perizia e ha chiesto la condanna dell’imputata. Il pm ha argomentato la richiesta esclusivamente sulla base di considerazioni fattuali, ovvero sostenendo, in sintesi, che ciò che mostrano in filmati realizzati dalla Finanza testimoniano una realtà incontrovertibile e in contraddizione con le conclusioni della perizia.
Una conclusione che il giudice ha ritenuto di non accogliere verosimilmente in considerazione del fatto che quando la scienza entra nel processo, alla scienza e solo ad essa si deve riconoscere il primato nella gerarchia dei mezzi di conoscenza e di spiegazione.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.