giovedì 17 gennaio 2013

QUANTI SOLDI ARRIVANO A CHI HA DAVVERO BISOGNO?
LE CONTRADDIZIONI, LA CONCORRENZA, IL BUSINESS,
L’INDUSTRIA DELLA CARITÀ
di Valentina Furlanetto
Prefazione di Alex Zanotelli

Rassegna:
Repubblica a cura di Vladimiro Polchi: Il nuovo business della beneficenza

Sette a cura di Ferruccio Pinotti: La carità che aiuta chi la fa: un business di 67 miliardi _allegato

Vanityfair.it a cura di Francesco Oggiano: Mamma mi hai comprato? Storie di traffico di organi

Libero a cura di Francesco Borgonovo: Onlus e Ong ci chiedono soldi. Poi li buttano via


Chiarelettere, Principio Attivo, pp. 272, euro 13,90

“Abbiamo il diritto di chiedere dove vanno a finire le donazioni e il dovere di farlo nei confronti di chi vogliamo aiutare.”

“La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri.”
Antonio Gramsci.

“Per salvaguardare oceani, balene, foreste, ambiente Greenpeace Italia ha utilizzato 2 milioni 349.000 euro, meno di quanto spenda per pubblicizzarsi e cercare nuovi iscritti: 2 milioni 482.000 euro.”
Dati bilancio 2011.

“Dalla vendita delle azalee Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) ha ricavato 10 milioni di euro. Per organizzarne la vendita ne spende quasila metà, circa 4 milioni.”
Dati bilancio 2011.

“Ho capito che la povertà è un prodotto, che viene venduto come altri prodotti, promuovendo costose analisi di mercato, organizzando campagne stampa, sbattendo spesso il volto di un bambino, preferibilmente affamato o sfigurato o impaurito, sullo schermo di un televisore o a tutta pagina su un quotidiano.”

“Il 66 per cento di tutte le donazioni che sono state fatte nel mondo non sono state investite per la gente di Haiti, ma per il funzionamento delle ong.
Alcune hanno comprato fuoristrada da 40-50.000 dollari e il 20 per cento delle donazioni e andato in stipendi del personale delle organizzazioni.”
Evel Fanfan, presidente di Aumohd (Action des unités motivées pour une Haiti de droit), organizzazione di avvocati che dal 2002 si occupa della difesa dei diritti umani e civili della popolazione di Haiti.

“Sarà un caso ma in occasione delle settimane della moda a Milano ai giornalisti accreditati arrivano decine di inviti a serate che promuovono villaggi scuola in Burundi, ospedali per l’infanzia
in Mali, ma mai una volta che sui cartoncini siano impressi nomi come l’Opera di san Francesco, dove ogni mattina si mettono in fila i senzatetto…
Quella ai poveri locali sarebbe una specie di carità a km zero, ma sfortunatamente non tira.”

“Questo è un sistema assurdo, ci sono tantissimi soldi che girano senza che cambi nulla.
Le organizzazioni sono tutte in lotta fra loro, lotta spietata per i fondi.”
Viviana Salsi, trentenne milanese con diverse esperienze come cooperante internazionale.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.