Comunicato Legambiente
Acque in deroga
Il 31 dicembre 2012 scadono tutti i termini per le deroghe sulle acque potabili
Legambiente: “Il Lazio è l’unica regione in ritardo con gli interventi.
Per centinaia di migliaia di cittadini scatteranno le ordinanze di non potabilità”
Il 31 dicembre 2012 scadono tutte le possibilità di ulteriori proroghe
per le deroghe ai parametri delle acque potabili, mancano davvero pochi
giorni per riportare tutti i valori delle sostanze previste dal Dlgs
31/2001 al di sotto dei valori stabiliti dalla legge. L’unica regione
che non riuscirà a ripristinare i valori, in particolare per l’arsenico,
entro la scadenza è il Lazio. La conseguenza è che dal 1 gennaio 2013
per i cittadini dei comuni coinvolti verranno applicate pesanti
ordinanze che limiteranno l’uso dell’acqua potabile, come il divieto a
berla, utilizzarla per lavarsi i denti o per l’industria alimentare. Il
tutto fino a quando non si faranno gli interventi necessari per
abbattere le concentrazioni di arsenico, come riporta la nota pubblicata
in questi giorni dall’Istituto Superiore di Sanità.
“Le deroghe, inizialmente previste solo come misura transitoria, sono
diventate purtroppo un espediente per non fare i necessari interventi di
potabilizzazione - afferma Giorgio Zampetti, responsabile scientifico
Legambiente -. Dopo dieci anni dall’entrata in vigore della legge e a
due dalla bocciatura dell'Unione Europea, in diverse regioni il problema
è stato risolto, l’unica inadempiente è il Lazio. Un ritardo del tutto
ingiustificato che costringerà dal 1 gennaio le centinaia di migliaia di
cittadini che abitano nei territori coinvolti, a non utilizzare l’acqua
di rubinetto. Al momento la Regione stessa prevede altri due anni per
gli interventi, inutile dire però che i tempi devono essere molto più
rapidi per garantire un’acqua buona e di qualità che esca dai rubinetto
di casa”.
Se fossero confermati i valori delle ultime analisi dell'ARPA Lazio,
aggiornate al Dicembre 2012, secondo le elaborazioni di Legambiente in
quarantatré Comuni dell'ATO 1 di Viterbo, sarebbero ben centoquarantuno
i campioni che risulterebbero fuori norma per l'arsenico dal prossimo 1
gennaio 2013 e ben 48 i campioni fuori norma per i floruori. La Regione
Lazio aveva richiesto ed ottenuto dalla Comunità Europea provvedimenti
di deroga per il triennio 2010-2012 per una popolazione che, allo stato
della richiesta, per l’arsenico interessava 788.312 abitanti in 86
comuni, afferenti alla provincia di Viterbo (294.306 abitanti, 54
comuni), Latina (283.642, 9 comuni) e Roma (210.364, 23 comuni); la
deroga per il fluoro (valore di parametro previsto da D.Lgs. 31/2001:
1,5 milligrammi/litro, valore concesso in deroga: 2,5 milligrammi/litro)
riguardava 461.539 abitanti totali in 78 comuni, in provincia di Viterbo
(315.523 abitanti, 60 comuni), Latina (1.000, 1 comune) e Roma (145.016,
17 comuni).
“E' uno scandalo indecente, a causa dei ritardi accumulati dalla
Regione Lazio per l'emergenza arsenico, nei prossimi giorni i Sindaci si
troveranno a chiudere decine di migliaia di rubinetti nelle case dei
cittadini e nelle imprese, con ordinanze che vieteranno l'uso dell'acqua
a fini potabili – dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente
Lazio –. Tutti sapevano fin dall'inizio che il 31 dicembre di quest'anno
si sarebbe chiusa, per fortuna per la salute dei cittadini, la
possibilità di deroghe ai parametri dell'arsenico e dei fluoruri, così
come era chiaro che solo una minima parte degli interventi sarebbe stata
completata nonostante il commissariamento invocato e ottenuto dalla
Regione. Oggi siamo arrivati al dunque e ancora una volta a pagarla
saranno i cittadini, che per mesi o forse anni non potranno avere acqua
potabile nelle loro case. Chiediamo che siano date subito informazioni
alle persone e alle associazioni, e un piano immediato per garantire
almeno l'accesso ai 5/6 litri di acqua al giorno per abitante che
l'Istituto Superiore di Sanità fissa come limite adeguato di
approvvigionamento. Queste sono azioni per le quali serve un impegno
immediato anche da parte di chi si candida a governare la Regione,
trasparenza e legalità devono concretizzarsi in interventi per i
cittadini, a partire dall'acqua che è un bene comune fondamentale, senza
il quale non si può vivere.”
L'Istituto Superiore di Sanità in una nota dei giorni scorsi,
raccomanda infatti ai sensi del D.Lgs. 31/2001 e s.m.i., la “necessità
di provvedere nel periodo in cui vigono ordinanze di non idoneità al
consumo umano delle acque a fornire alle popolazioni interessate
comprensibili ed esaustive informazioni e un approvvigionamento adeguato
di acque conformi (...) stimabile in almeno 5-6 litri per abitante al
giorno.” Gli ultimi elementi forniti dalla Regione Lazio riportano
d'altronde che al 01/01/2013 diverse captazioni idropotabili non saranno
conformi per il parametro arsenico: le non conformità riguardano acque
in cui le concentrazioni da trattare non superano i 50 microgrammi/litro
per le quali i lavori di rientro si concluderanno in modo progressivo
nei diversi comuni entro giugno 2013 e per acque in cui le
concentrazioni da trattare non superano i 20 microgrammi/litro i lavori
si concluderanno progressivamente entro dicembre 2014. Gli elementi
forniti dalla Regione Lazio riportano anche che al 01/01/2013 diverse
captazioni idropotabili non saranno conformi per il parametro fluoruro:
le non conformità riguarderanno acque in cui le concentrazioni da
trattare sono comprese tra 1,55 e 2,5 milligrammi/litro, ed i lavori per
il rientro in conformità si concluderanno progressivamente entro
dicembre 2014. Nel viterbese, l'intervento di potabilizzazione delle
acque è stato realizzato con fondi della Regione Lazio, non avendo l'Ato
1 la possibilità di intervenire con forze proprie. I lavori della prima
fase sono in corso di esecuzione e prevedono la realizzazione di 33
potabilizzatori in 16 Comuni, dei quali solo i primi 20 verranno
ultimati entro il 31 dicembre 2012, mentre i restanti 13 entreranno in
funzione probabilmente entro il 31 marzo 2013. Gli interventi di seconda
fase, che prevedono la realizzazione di altri 49 potabilizzatori in 35
Comuni, sono ancora in fase di approvazione dei progetti, gara per
l'aggiudicazione. La prima fase dei lavori ha visto un costo di 65,6
milioni di Euro, che secondo il piano del Commissario sono stato erogati
per 36,4 milioni dal gestore e dai Comuni e per 22,6 milioni dalla
Regione Lazio, che ha stanziato anche ulteriori 24 milioni per la fase
due.
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