Comunicato Greenpeace
GREENPEACE E TASK FORCE NO-OGM: UN APPELLO AI CANDIDATI PER CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA NAZIONALE
ROMA, 30.01.2013: La Task Force per un'Italia libera dagli OGM, composta da Greenpeace e da circa trenta fra associazioni ambientaliste, di consumatori e associazioni agricole di categoria, ha inviato un appello a candidati e partiti per chiedere una volta per tutte un chiaro no alla coltivazione di OGM sul territorio nazionale.
La richiesta indirizzata al futuro governo è una e semplice: "Chiediamo in modo chiaro e trasparente a tutti i partiti e candidati impegnati nella consultazione elettorale di esprimersi in merito alla adozione, entro sessanta giorni dalla data di formazione del Governo, della clausola di salvaguardia da notificarsi alla Commissione europea, su iniziativa dei Ministri delle Politiche agricole, alimentari e forestali, della Salute, dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, al fine di vietare ogni forma di coltivazione di OGM autorizzati a livello europeo (mais MON-810 e patata Amflora) a tutela della sicurezza del modello economico e sociale di sviluppo dell’agroalimentare italiano".
«Proprio questa settimana è entrato in vigore il divieto alla coltivazione di OGM anche in Polonia. Vogliamo capire chi è che sta impedendo che in Italia si faccia lo stesso, visto che molti Paesi UE hanno già bloccato le colture transgeniche» dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna OGM di Greenpeace.
L’opposizione dei cittadini italiani ed europei alle colture OGM è tale che ieri la BASF ha annunciato l’interruzione delle procedure di autorizzazione per le sue tre patate OGM - Fortuna, Amadea e Modena - a causa della forte opposizione dei consumatori europei.
Come si legge nell'appello: "Vi sono molte buone ragioni per continuare a dire no alla coltivazione di OGM nel nostro Paese, ma ve ne è una particolare che sfugge ai decisori politici europei, ai dirigenti delle grandi multinazionali, ai traders internazionali che sul cibo come commodity costruiscono fortune finanziarie. Questa ragione rimanda a ciò che definiremmo sovranità alimentare o, meglio, a tutto ciò che è sotteso al bene primario per eccellenza degli esseri umani e, cioè, agli alimenti. Questi beni, per loro natura, hanno una destinazione universale".
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