Grandi
opere inutili
Legambiente:
“La nostra fame di bellezza contro l'abbuffata di
cemento.
Sosteniamo
la protesta lanciata in Veneto da Don Bizzotto”
La
staffetta del digiuno parte oggi da Padova, prosegue in Brianza contro la
pedemontana lombarda, passa da Roma e dilaga in tutto il
nord
Ha cominciato in Veneto Don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati i Costruttori di Pace, a denunciare con il proprio digiuno, la forma di lotta più pacifica ma anche più vibrante, la follia dei 1000 km di nuove autostrade che rischiano di abbattersi sulla pianura più fertile d'Europa. Dopo i capannoni vuoti che riempiono la pianura Padano-Veneta, è partita infatti la stagione delle autostrade, a sferrare un nuovo attacco a quel che resta del suolo agricolo da cui dipende la gran parte della produzione agroalimentare made in Italy. Eppure basta gettare uno sguardo a una carta delle autostrade d'Italia per capire che la Pianura Padana non ha bisogno di 1000 km di nuove autostrade. E basta confrontare i dati della mobilità di persone e merci con quelli del resto d'Europa per rendersi immediatamente conto che lo sbilanciamento del nord Italia non è sul versante della dotazione stradale, ma su quello dell'eccessivo livello di motorizzazione individuale (superiore del 20% alla media europea) e dell'inadeguatezza dell'integrazione logistica per le merci, con le ferrovie italiane che ormai sulla rete interna trasportano meno del 3% delle merci: un vero record europeo di inefficienza.
Pedemontana
piemontese, veneta e lombarda, Brebemi, Teem, Orte-Mestre, Valdastico, TiBre,
Cremona-Mantova, Broni-Mortara... quello delle nuove autostrade del Nord è un
rosario infinito. Non c'è collegio elettorale che non abbia il 'suo' progetto
autostradale, non c'è campanile da cui non si abbracci un nuovo tracciato
autostradale: con un indebitamento a carico del sistema Paese, tra finanziamenti
pubblici e project financing farlocchi coperti 'a perdere' dalla Cassa Depositi
e Prestiti, che ormai assomma a svariate decine di miliardi per opere che, nella
maggior parte dei casi, non intercettano nemmeno una reale domanda di
utilizzo.
"Don Bizzotto ha
scelto una forma di lotta eclatante ma per nulla esagerata, perché queste opere
non rappresentano solo un nuovo, forte impulso al consumo di suolo, ma sono
un’insostenibile ipoteca sugli investimenti necessari ad uscire dalla crisi, e
un insulto ai drammatici bisogni di una società piegata dalla crisi economica -
dichiara Vittorio Cogliati Dezza, il presidente Nazionale di Legambiente che
prenderà parte al digiuno -. Stiamo facendo, in tempo di crisi, quello che la
Spagna ha fatto negli anni della bolla finanziaria. Ma se nel caso della Spagna
quegli errori hanno fatto collassare un'economia che marciava spedita, nel
nostro caso gli investimenti sbagliati serviranno solo a tenerci più a lungo
sotto il giogo della crisi economica, e a privarci delle innovazioni realmente
necessarie per uscirne in modo virtuoso. Per questo anche noi ci associamo al
digiuno lanciato da Don Bizzotto: è in gioco il destino del territorio, ma anche
il futuro di ciascuno di noi".
Legambiente
quindi lancia la staffetta di digiuno per la difesa del suolo, a partire dai
propri attivisti e dirigenti, cominciando oggi da Padova, continuando nel week
end in Lombardia in occasione della grande manifestazione lanciata in Brianza, a
Desio, contro l'opera più costosa di tutte, la Pedemontana lombarda, per
estendersi poi all’Emilia Romagna e al
Piemonte e proseguire come mobilitazione nazionale anche nei giorni del
tradizionale week end di 'Puliamo il Mondo', quando migliaia di volontari
indosseranno guanti e ramazze per ripulire l'Italia da rifiuti, incuria ed
ecomostri.
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