martedì 24 settembre 2013

Direttore responsabile fino a un certo punto


Fonte: qua

Carlo Melzi d'Eril
e Giulio Enea Vigevani

Una nuova disciplina della rete? preferirei di no. Nella sovente noiosa cronaca politica di questo Paese vi sono dibattiti che ciclicamente si ripetono identici, senza condurre a nulla, senza cioè che alcuna riforma venga introdotta davvero.
Alcuni esempi di questa "impotenza legislativa": la disputa sulle riforme costituzionali, quella sulla revisione del sistema elettorale e sul riordino della Rai. Da qualche tempo pure le proposte di modifica della disciplina della rete stanno entrando nel novero di quelle su cui ci si divide richiamando i massimi principi e poi – finora forse per fortuna – non si combina niente.
Il sussulto più recente nel dibattito c'è stato quando sul profilo di un social network di una giovane signora, ex ministro, sono state pubblicate frasi da lei ritenute minacciose. «Ti veniamo a prendere a casa» questo il tenore di quella che ha suscitato clamore e accalorate dichiarazioni di solidarietà.
Ora, senza voler minimizzare, l'episodio forse può essere ricondotto a una reazione isolata di maleducazione. Frasi simili, rivolte ai potenti del momento, è possibile che ce ne fossero anche sui muri di Pompei.
Inoltre, va detto che non tutti in internet "nascono i fiori del male". Proprio la combinazione fra immediatezza della comunicazione e apparente schermo fra chi scrive e chi legge fa cadere in alcuni soggetti – non sempre delinquenti incalliti – i freni inibitori. Anche sui danni, i dati della realtà sembrano smentire visioni apocalittiche. È certamente vero che un messaggio in un forum può potenzialmente raggiungere moltissime persone per molto tempo, ma concretamente pochi sono quelli che superano le poche decine o centinaia di lettori.
Ancora, la rete non è – come qualcuno si ostina a ripetere – una giungla senza norme. I problemi semmai sono altri. Un primo di ordine pratico: secondo una certa vulgata, internet consentirebbe al reo di nascondersi. Ma è anche vero che la tecnologia, come permette ai ladri di celarsi, fornisce alle guardie affinati strumenti per rintracciarli.
Un altro riguarda l'omogeneità di trattamento. Ad alcuni infatti è sembrato che le regole sulla stampa debbano essere applicate direttamente al web.
Prendiamo una delle posizioni più in voga, che ha trovato consenso nel procedimento legislativo in materia di diffamazione all'esame della Camera alla ripresa dei lavori parlamentari: l'estensione delle disposizioni sulla carta stampata solo ai periodici online e ai siti di informazione strettamente intesa. Tuttavia, individuare i criteri che consentano di capire la natura editoriale di una pagina web non è cosa semplice. Proprio sulla identificazione delle categorie a cui riservare il trattamento della stampa ci pare che il dibattito parlamentare debba chiarire le molte incertezze presenti nel testo uscito dalla commissione.

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