Comunicato Greenpeace
AD ATTIVISTI GREENPEACE ARRESTATI IN RUSSIA 2 MESI DI CUSTODIA
CAUTELARE
ROMA, 26.09.13 – Il tribunale di Murmansk, in Russia, ha
ordinato due mesi di custodia cautelare per la maggior parte di attivisti e
membri dell’equipaggio dell’Arctic Sunrise – tra cui l’italiano Cristian
D’Alessandro - in attesa dell’esito delle indagini sul reato di pirateria.
Per alcuni sono stati disposti invece 3 giorni di custodia cautelare in
attesa di una nuova udienza. L’accusa è stata mossa dall’autorità giudiziaria
russa in seguito alla protesta pacifica di Greenpeace contro le trivellazioni in
Artico.
Cristian, 32 anni, napoletano, è uno dei volontari a bordo della
rompighiaccio Arctic Sunrise di Greenpeace, abbordata illegalmente in acque
internazionali la scorsa settimana prima di essere trainata nel porto russo di
Murmansk.
Così come gli altri attivisti e membri dell’equipaggio, anche
il nostro amico Cristian sarà sottoposto a custodia cautelare per due mesi
mentre le autorità indagano sull’assurdo reato di pirateria” commenta Cristiana
De Lia, responsabile campagna Mare. “Questo è un tentativo agghiacciante di
intimidirci e mettere a tacere una protesta pacifica, ma noi resisteremo e
faremo ogni sforzo possibile per continuare ad informare l’opinione pubblica sui
veri pericoli delle trivellazioni nell’Artico”.
L’ufficio di Greenpeace è
in contatto con la famiglia di Cristian e sta facendo tutto il possibile per
assicurarsi che l’attivista stia bene durante la custodia.
GREENPEACE A PUTIN: “NON SOLO NON SIAMO PIRATI, MA LA NOSTRA È UNA PROTESTA
PACIFICA PER DIFENDERE L’ARTICO”
ROMA, 25.09.13 – Il presidente russo
Vladimir Putin, intervenuto oggi al forum sull'Artico a Salekhard, ha affermato
che i 30 attivisti di Greenpeace attualmente in stato di fermo in Russia per la
protesta contro la trivellazione in Artico “ovviamente non sono pirati” ma
avrebbero violato la legge internazionale.
“Siamo felici che il
presidente Putin abbia riconosciuto che i nostri attivisti chiaramente non sono
pirati e hanno agito in quanto unicamente preoccupati per la salvaguardia
dell’ambiente artico. I nostri climber hanno tentato di arrampicarsi sulla
piattaforma petrolifera per attirare l’attenzione sulla minaccia delle
trivellazioni nell’Artico e sul bisogno urgente di affrontare la minaccia dei
cambiamenti climatici. Ė stata una protesta pacifica contro Gazprom, che ambiva
a diventare la prima compagnia a estrarre petrolio dall’ Artico” afferma Kumi
Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International.
Oggi le autorità
russe hanno diffuso nuove immagini, apparentemente filmate dalla piattaforma
petrolifera, in cui si vedono gli uomini della sicurezza russa confrontarsi con
due climber durante la protesta di giovedì scorso:
http://youtu.be/rFF0JTG2-Y8 Si
vede chiaramente una donna, l’attivista finlandese Sini Saarela, urlare “scendo,
scendo” mentre agenti armati continuano a tirare la corda con cui lei è
assicurata alla struttura.
Il video mostra anche i colpi sparati in acqua
dalle forze dell’ordine russe, nonostante un attivista sul gommone alzi le mani
per mostrare che l’azione è pacifica.
Da fonti di stampa russe
apprendiamo che le guardie di frontiera affermano di non essere state a
conoscenza che l’azione di protesta fosse portata avanti da
Greenpeace.
“Questo non è verosimile” commenta Naidoo. “La fiancata della
nostra nave ha ben visibili su entrambi i lati due grandi arcobaleni, due
colombe della pace e i loghi di Greenpeace. Ci hanno seguito per 24 ore prima
che la protesta iniziasse. Inoltre negli ultimi anni abbiamo intrapreso una
serie di iniziative pacifiche in Russia e le autorità ci conoscono
bene”.
Tutti i 30 attivisti rimangono al momento in stato di fermo
vicino Murmansk, a quanto pare in località diverse. A cinque di loro,
interrogati la scorsa notte, è stata confermato che sono indagati con l’accusa
di “pirateria”, ma attualmente non sono stati accusati formalmente di alcun
reato.