Notizia Aduc
Le elite economiche mondiali agiscono sulle classi dirigenti politiche 
per truccare le regole del gioco economico, erodendo il funzionamento 
delle istituzioni democratiche e generando un mondo in cui 85 super 
ricchi possiedono l'equivalente di quanto detenuto da meta' della 
popolazione mondiale. Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, il
 rapporto di ricerca Working for The Few, diffuso oggi da Oxfam, 
evidenzia come l'estrema disuguaglianza tra ricchi e poveri implichi un 
progressivo indebolimento dei processi democratici a opera dei ceti piu'
 abbienti, che piegano la politica ai loro interessi a spese della 
stragrande maggioranza. Una situazione che riguarda i paesi sviluppati, 
oltre quelli in via di sviluppo, dove l'opinione pubblica ha sempre piu'
 consapevolezza della concentrazione di potere e privilegi nelle mani di
 pochissimi. Dai sondaggi che Oxfam ha condotto in India, Sud Africa, 
Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti, la maggior parte degli intervistati
 e' convinta che le leggi siano scritte e concepite per favorire i piu' 
ricchi. In Africa le grandi multinazionali - in particolare quelle 
dell'industria mineraria/estrattiva - sfruttano la propria influenza per
 evitare l'imposizione fiscale e le royalties, riducendo in tal modo la 
disponibilita' di risorse che i governi potrebbero utilizzare per 
combattere la poverta'; in India il numero di miliardari e' aumentato di
 dieci volte negli ultimi dieci anni a seguito di politiche fiscali 
altamente regressive, mentre il paese e' tra gli ultimi del mondo se si 
analizza l'accesso globale a un'alimentazione sana e nutriente. Negli 
Stati Uniti, il reddito dell'1% della popolazione e' aumentato ed e' ai 
livelli piu' alti dalla vigilia della Grande Depressione. Recenti studi 
statistici hanno dimostrato che, proprio negli USA, gli interessi della 
classe benestante sono eccessivamente rappresentati dal governo rispetto
 a quelli della classe media: in altre parole, le esigenze dei piu' 
poveri non hanno impatto sui voti degli eletti. ''Il rapporto dimostra, 
con esempi e dati provenienti da molti paesi, che viviamo in un mondo 
nel quale le e'lite che detengono il potere economico hanno ampie 
opportunita' di influenzare i processi politici, rinforzando cosi' un 
sistema nel quale la ricchezza e il potere sono sempre piu' concentrati 
nelle mani di pochi, mentre il resto dei cittadini del mondo si 
spartisce le briciole'', afferma Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam 
International. ''Un sistema che si perpetua, perche' gli individui piu' 
ricchi hanno accesso a migliori opportunita' educative, sanitarie e 
lavorative, regole fiscali piu' vantaggiose, e possono influenzare le 
decisioni politiche in modo che questi vantaggi siano trasmessi ai loro 
figli''. Il rapporto di Oxfam evidenzia, ad esempio, come sin dalla fine
 del 1970 la tassazione per i piu' ricchi sia diminuita in 29 paesi sui 
30 per i quali erano disponibili dati. Ovvero: in molti paesi, i ricchi 
non solo guadagnano di piu', ma pagano anche meno tasse. Questa 
conquista di opportunita' dei ricchi a spese delle classi povere e medie
 ha contribuito a creare una situazione in cui, nel mondo, 7 persone su 
10 vivono in paesi dove la disuguaglianza e' aumentata negli ultimi 
trent'anni, e dove l'1% delle famiglie del mondo possiede il 46% della 
ricchezza globale (110.000 miliardi dollari) ''Se non combattiamo la 
disuguaglianza, non solo non potremo sperare di vincere la lotta contro 
la poverta' estrema, ma neanche di costruire societa' basate sul 
concetto di pari opportunita', in favore di un mondo dove vige la regola
 dell' ''asso pigliatutto', conclude Winnie Byanima. Negli ultimi anni 
il tema della disuguaglianza e' entrato con forza nell'agenda globale: 
Obama lo ha identificato come una priorita' del 2014, e proprio il World
 Economic Forum ha posto le disparita' di reddito diffuse come il 
secondo maggiore pericolo nei prossimi 12-18 mesi, mettendo in guardia 
su come stia minando la stabilita' sociale e ''minacciando la sicurezza 
su scala globale''.
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