lunedì 20 gennaio 2014

Comunicato ADP

Il PUT - Piano Urbano del Traffico (art. 36 del D.L.vo n. 35/1992   NCDS   Nuovo Codice della Strada) ha questi obiettivi:
-     migliorare le condizioni della circolazione e della sicurezza stradale;
-     ridurre gli inquinamenti (acustico ed atmosferico);
-     realizzare il risparmio energetico (ovvero il contenimento dei consumi energetici).

I PUT non si trovano per strada o in commercio.
I PUT devono essere *fatti* rispettando le regole stabilite nella Direttiva Ministero Lavori Pubblici emessa il 24 giugno 1995 (dopo giorni 1.120 - oltre 3 anni - di lavorazione).
I PUT, quindi, vanno fatti per raggiungere i citati obiettivi e cambiare il livello di *convivenza* (vivibilità).

          Come fare un PUT?
Per fare un PUT ci vogliono i Piani esecutivi (progetti esecutivi).  
Per fare un Piano Particolareggiato ci vuole il PGTU – Piano Generale del Traffico Urbano.
Per fare la Politica dei Trasporti, ci vuole una Mentalità Urbana più Umana e più rispettosa della dignità della persona e del buon uso dei beni comuni (strada, aria, salute, legalità, ecc. e servizi pubblici); una Mentalità Urbana non succube dei prepotenti *cavalli meccanici*.
Per fare la Mentalità Urbana più Umana e più rispettosa della dignità della persona e del buon uso dei beni comuni (strada, aria, salute, legalità, ecc. e servizi pubblici) è essenziale rispettare la *Carta europea dei diritti del pedone*.
La *Carta europea dei diritti del pedone* c’è - link: http://www.assopedoni.it/home/depliant-e-volantini/depliant_europa.pdf ) - ed ha compiuto 25 anni il 12 ottobre 2013 (approvata a Strasburgo dal Parlamento europeo nella sessione plenaria del 12 ottobre 1988) ed è in vigore da 25 anni compiuti il 14 novembre 2013 (pubblicata sulla G.U. N. C290 del 14.11.1988) ed è stata immediatamente applicata nella UE.
Rendendo efficiente ed efficace la *Carta europea dei diritti del pedone* si raggiungono gli obiettivi di:
-     aver migliorato le condizioni della circolazione e della sicurezza stradale;
-     aver ridotto gli inquinamenti (acustico ed atmosferico);
-     aver realizzato il risparmio energetico (ovvero il contenimento dei consumi energetici);
-     aver conservato la buona salute (alle persone, all’ambiente, ai monumenti); e di
-     aver realizzato sulla strada, bene comune, quell’educazione alla *convivenza civile* che rende liberi, uguali e dignitose le persone ed anche la società.

Il PUT a Roma?
Si può sostenere che, ad oggi, a Roma, è ancora ignorato il sopra rappresentato *itinerario*. Pertanto,

Roma è ferma al PGTU (del 1999)
Perchè sappiamo che, dopo gg. 1.465 di *lavorazione* dalla citata Direttiva Ministeriale (quindi, dopo 2.585 giorni totali dal NCDS: 7 anni!), il 28 giugno 1999 (con Del. C.C. n. 84) nasce a Roma il PGTU che è ancora in vigore.
Sappiamo, anche, che esiste un *Aggiornamento* - al quale hanno lavorato 24 persone, 3 specialisti e 11 contributi - datato *febbraio 2005*, approvato con DGC n. 87/2005 e mai discusso dal Consiglio Comunale.
Per fare l*Aggiornamento*, tutte quelle persone avranno esaminato i risultati ottenuti dal PGTU 1999, gli atti inerenti le Politiche dei Trasporti, Urbanistiche ed Edilizie; avranno formulato dei quesiti; avranno cercato di dare una risposta per permettere di fare i Piani Particolareggiati.

Politica della mobilità.
La mobilità romana è in emergenza da traffico da oltre 20 anni; certificata dal DPCM 4.8.2006.
Ignorata la *Carta europea dei diritti del pedone*, sono stati disuguagliati i diritti tra le quattro mobilità: 1. pedonale; 2. ciclistica; 3. servizio pubblico del TPL; 4. veicoli privati.
I circa 7.530 km. di strade comunali sono stati egemonizzati dalla *mobilità con i veicoli privati* ovvero dai cavalli meccanici.
Il TPL ha ignorato il suo ruolo di servizio pubblico, bene comune e resa inconsistente la *mobilità col servizio pubblico TPL* (era del 18,2% nel 2008; diventata 22.8% nella CdS ATAC 2013: sarebbe giusto conoscerne con quali strumenti si è ottenuto l’aumento di oltre il 25%!) visto la totale assenza di *corsie riservate* al TPL; la illegalità diffusa sulla strada; l’assenza del dovuto rispetto ai viaggiatori; le fermate dei bus (quasi tutte) sono occupate illegalmente da veicoli privati; le fermate dei bus prive di pensiline, orari, informazioni; ecc.
La *mobilità ciclistica* resta effimera per la sua enorme pericolosità; per l’assenza della *rete di piste ciclabili* ma anche delle *piste ciclabili*; per la costante e culturale non dignitosa ricerca di spazi residuali da dedicare alla mobilità ciclistica. che.
La *mobilità pedonale*: ignorata la efficienza della *Carta europea dei diritti del pedone*; ignorato quel 15% delle persone che non escono dalle loro case *anche* per paura del traffico (assassino); accettata e consolidata la cultura della mobilità dei minori (i figli) come fossero pacchi postali; abbandonati al loro destino i marciapiedi; resi autentiche *trappole mortali* gli attraversamenti pedonali; considerata *opzional* la segnaletica verticale; ecc. resta lontanissima anche da quanto sostenuto a pagina 18 dell’Aggiornamento del febbraio 2005.

Come abbiamo visto:
il *PUT* è nell’art. 36 del NCDS in vigore;
nel 1999 nasce il *PGTU* che doveva proseguire il suo iter per arrivare a *fare* nascere il PUT;
nel 2005, abortisce un “Aggiornamento* del *PGTU 1999*;
oggi, 2014, il tema posto sul tavolo è un nuovo *PGTU*, stazione di transito per raggiungere il *PUT*.
Sono trascorsi 22 anni senza far nascere il *PUT* (1992 – 2014).
Sono trascorsi oltre 25 anni (1988 – 2014) senza rendere efficace la *Carta europea dei diritti del pedone*. *Cambiamo tutto* per non cambiare niente?


Vito De Russis
n.q. presidente ADP – Assoc. Diritti Pedoni di Roma e Lazio

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