martedì 28 gennaio 2014

Comunicato Marcello

Una preziosa, segnalazione del Comitato Serpentara  ci  permette, cliccando al Link  http://www.youtube.com/watch?v=ta_CDk6U6Y0, di verificare con gli occhi rapidamente come le Giunte di Centro-sinistra e Centro-Destra insediatesi in Campidiglio tra il 1998 ed il 2013 abbiano nei fatti perseguito lo stesso obiettivo politico: assecondare e favorire gli interessi della Roma dei palazzinari e poi di quella della rendita fondiaria.

Questa scelta è stata fatta pagare ai cittadini in termini di uno spaventoso e sconsiderato consumo del territorio, di un indebitamento del Comune colossale che ipoteca il futuro anche che dei nostri nipoti, un drastico peggioramento della qualità della vita particolarmente dei ceti più deboli concentrati nelle vaste e lunari periferie a ridosso o a cavallo del GRA.

Le due puntate condotte e pubblicate dal Corriere della Sera nelle pagine della Cronaca romana in questi ultimi giorni, che potete leggere cliccando ai link di seguito riportati, documentano in maniera spietata e aderente lo stato pietoso della Capitale d'Italia, anche se non può non lasciare perplessi l'inaspettato zelo del quoridiano milanese nel denunciare con ritardo quel che centinaia di Comitati e Associazioni, decine di intellettuali, urbanisti, tantissimi testate, radio, tv locali, invano ed ignorate spesso dallo stesso Corriere denunciano da più di dieci anni. 


1° puntata -
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/14_gennaio_21/roma-sporca-caotica-insicura-caduta-una-capitale-senza-governo-1e621a4c-826b-11e3-9102-882f8e7f5a8c.shtml
A nove mesi dalla sua elezione. la Giunta Marino, sostenuta anche da forze politiche che, purtroppo,  hanno enormi responsabilità per questo passato, che cosa ha fatto sinora , sta facendo  e, soprattutto, quali impegni intende prendere, affinché non tutto ma almeno qualcosa cambi? Sarebbe necessario tentare nuove strade, in termini anche di obiettivi, sperimentare nuove forme di iniziativa e organizzazione, per ottenere risposte concrete, credibili, a questa domanda che una crescente schiera di romani, troppi, oggi non si pone proprio più, riffuggendo ormai da ogni impegno sociale e politico.

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