mercoledì 29 gennaio 2014

Azione popolare

Amianto Velodromo EUR: a seguito "dell'azione popolare" Roma capitale si costituisce parte civile nel processo

Fonte: notizieradicali

21-11-2013
Si è tenuta ieri presso la Sesta Sezione Penale del Tribunale di Roma la terza udienza del processo per accertare la verità sulla vicenda della demolizione per "implosione" dell'ex Velodromo dell'Eur e per l'ipotesi di disastro colposo causato dall'enorme nuvola probabilmente contenente amianto liberata dall'esplosione.
Mi ero costituito parte civile per conto di Roma Capitale nel 2012, quando ancora non rivestivo la carica di consigliere capitolino, esercitando l'Azione popolare che (ai sensi dell'articolo 9 del Testo unico degli enti locali) consente a qualsiasi cittadino di far valere gli interessi del comune di fronte all'inerzia del comune stesso. L'iniziativa aveva proprio l'obbiettivo di far costituire il comune al fianco dei cittadini. La loro battaglia solitaria e drammatica attraverso il "Comitato per l'accertamento della verità sulla presenza di amianto nell'area dell'ex velodromo di Roma", per conoscere la verità ed ottenere l'assistenza e il giusto risarcimento nel caso sia confermata o aggravata l'ipotesi di reato formulata dal Pm Claudia Terracina, non poteva non essere la battaglia di Roma Capitale.
Per questo, assistito dall'avvocato Francesco Mingiardi, avevo deciso di esercitare l'azione popolare e far valere gli interessi del comune, fin ad allora immobile e disinteressato alla questione.


Membro del Comitato nazionale di Radicali italiani. Consigliere comunale a Roma, eletto nella lista civica per Marino sindaco.
Il 24 luglio 2008 l'impianto sportivo costruito alla fine degli anni Cinquanta per le Olimpiadi di Roma del 1960 fu demolito per "implosione" con 120 Kg di tritolo poichè l'area doveva ospitare gli impianti sportivi della "Città dell'acqua", progetto mai realizzato. Come testimoniano i residenti e tutta la documentazione video e fotografica, l'esplosione produsse un'enorme nuvola bianca che avvolse i palazzi circostanti, le auto, i passanti e poi fu portata dal vento verso i quartieri di Roma più a sud. Nei mesi successivi alla demolizione emerse la presenza di amianto in varie parti della struttura fatta esplodere tanto che fu necessaria una bonifica dell'area.
Ci sono quindi serie probabilità che la nuvola che si propagò dall'esplosione contenesse amianto.
Da qui il rinvio a giudizio per l'ipotesi di disastro colposo a carico del dirigente responsabile della procedura per conto di Eur Spa, proprietaria dell'edificio e dell'area.
Questa ipotesi per i cittadini residenti nella zona rappresenta l'incubo con cui convivono da anni, un incubo che ha sconvolto le vite di numerose famiglie e la loro possibilità di guardare al futuro proprio e dei propri figli senza angoscia.
 

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