"Il colonialismo digitale è un'ideologia che si riassume in un semplice
principio, un condizionale. Si può, quindi tu devi. Se è possibile che
una certa cosa o attività migri verso il digitale, allora deve migrare.
I coloni digitali si adoperano per introdurre le nuove tecnologie
in ogni settore della vita delle persone, dalla lettura al gioco, dal
supporto alla decisione all'insegnamento, dalla comunicazione alla
pianificazione, dalla costruzione di oggetti all'analisi medica; la
tesi colonialista è data per scontata dai coloni, che ne apprezzano
la semplicità: è assolutamente generale, dato che si applica a
qualsiasi cosa o attività in modo indifferenziato. Facile da
ricordare, difficile da contrastare. Chi si oppone al colono digitale
viene rapidamente incasellato nella categoria dei luddisti, dei
distruttori di macchine, di quelli che non sanno stare al passo con i
tempi. Il dibattito, secondo i coloni, non dovrebbe neanche iniziare".
Roberto Casati, "Mal di scuola digitale", Il Sole-24 ore, 12 maggio 2013. Articolo completo qui.
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