giovedì 23 gennaio 2014

La protesta viaggia sulle ruote della graziella

Fonte: Tribuna di Treviso

In “Graziella” a Roma per la marcia del 28

Quindici rappresentanti del presidio del Foro Boario partono domani in bici, tappe da 70 km al giorno

di Davide Nordio 
 
CASTELFRANCO. Partiranno in bicicletta giovedì mattina alla volta di Roma per partecipare alla manifestazione dei presidi M9D (Movimento 9 dicembre) che si terrà il 28 gennaio: sono una quindicina di attivisti del presidio all’ex Foro Boario che però non sono mossi dalla passione per le due ruote. Per loro niente sofisticate bici da corsa, ma qualche “Graziella” e qualche mountain bike d’ordinaria amministrazione. «È l’unico modo che abbiamo per poterci permettere di essere presenti a quell’appuntamento», spiega Michele Fiorotto detto Fiore, 31 anni, artigiano, «andiamo da umili cittadini, ci fermeremo a mangiare e a dormire ai presidi che incontreremo lungo la strada, dopo tappe di 60-70 chilometri. Vogliamo incontrare la gente per spiegare il motivo della nostra protesta che dura da più di un mese: per questo passeremo lungo le piazze delle città».
L’obiettivo del gruppo è quello di consegnare una petizione nei palazzi della politica «perchè le cose cambino subito», dice Fiore, «Si deve dare forza e dignità al lavoro, nel sacrosanto rispetto dell’articolo uno della Costituzione. Oggi anche chi potrebbe lavorare si trova bloccato come il sottoscritto».
Fiore è un artigiano nel settore del mobile e degli allestimenti: ha lavorato come subappaltatore in contesti importanti come il megastore della Apple a Parigi e a Ginevra, navi da crociera, ecc.. Ma ora nessuno lo chiama più: «Colpa dei pagamenti mai rispettati che non mi permettono di essere in regola con i diversi contributi. E se non sei in regola, niente Durc, il documento di regolarità contabile. E niente Durc vuol dire non aver accesso ad alcuna commissione, neppure in subappalto. Così mi ritrovo a 31 anni senza avere un futuro: e come me, purtroppo, ce ne sono tanti, che non hanno più nulla da perdere. Che lo sappiano a Roma». Per Fiore e per altri attivisti del presidio castellano la prima emergenza non può che essere il lavoro: «Dobbiamo liberarci da tutti quei vincoli che non ci permettono di esprimere la nostra potenzialità».

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