Comunicato Associazione Ex Lavanderia
Perché prendiamo la parola. A febbraio si terranno le elezioni politiche e regionali, poi, a maggio quelle comunali...
L’Associazione Ex Lavanderia non è indifferente a questi appuntamenti anche se non può che notare come l’impegno comunicativo, l’attenzione e l’attivismo dei partiti e dei candidati si manifesta nel corso delle campagne elettorali ma svanisce quando essi si dedicano al loro agire istituzionale.
La nostra Associazione non vuole pretendere di orientare il voto degli oltre 4.000 iscritti o delle tantissime persone che fruiscono di uno spazio liberato dalla speculazione e messo al servizio della collettività. Sappiamo che tra essi vi è una grande varietà di culture e orientamenti, anche elettorali, perché chi ci attraversa non sono solo gli “amici”, ma la cittadinanza.
Non rinunciamo però ad esprimere ciò che pensano coloro che, nella associazione, quotidianamente dedicano a titolo gratuito il loro tempo “libero” di vita al mantenimento di questa esperienza culturale, sociale e politica di partecipazione.
Dal S.Maria della Pietà alla difesa dei Beni Comuni
La Sanità (soprattutto nel Lazio) sta naufragando, il bene pubblico si trasforma sempre più in privilegio privato, il diritto si scambia con il favore e la politica istituzionale promuove ormai un sistema in cui dominano clientelismo e malaffare.
Soprattutto, la subalternità agli interessi dei poteri forti da parte degli schieramenti che si sono alternati in tutti i livelli ha operato un vero e proprio “genocidio” della passione civile, dell’impegno sociale, della partecipazione collettiva.
Lo strumento più utilizzato per ridurre al silenzio comitati, associazioni, vertenze sociali e sindacali, è stato, nell’ultimo ventennio, la rappresentazione di uno scontro in realtà inesistente tra “destra” e “sinistra”, la finzione di un conflitto a parole a fronte di una sostanziale omogeneità nei metodi e nelle scelte, accanto alla simulazione di finte pratiche partecipative.
I grandi costruttori a Roma, i potentati sanitari nel Lazio, ad esempio, hanno potuto godere del sostegno e dell’appoggio concreto di ogni tipo di amministrazione. Molti comitati di cittadini, invece, si sono visti combattere e sconfiggere da poteri vestiti di diverse bandiere ma indifferentemente orientati ad occupare ogni spazio, ogni risorsa, ogni posizione di potere, spartendosi la torta dei beni comuni.
Non possiamo che ricordare la nostra esperienza, la lotta per l’uso pubblico e culturale del S. Maria della Pietà, affinché l’Ex Manicomio fosse restituito alla città.
Abbiamo combattuto per oltre 15 anni perché l’Ex Manicomio non tornasse ad ospitare pazienti psichiatrici, non divenisse uno spezzatino di funzioni senza senso, un nuovo ghetto, l’opposto dell’idea di integrazione sociale e territoriale di cui fu promotore il movimento basagliano.
Abbiamo dovuto affrontare Storace prima, Veltroni e Marrazzo poi. Diversi linguaggi, un unico e condiviso non-progetto La cancellazione degli Ostelli, il ritorno dei pazienti psichiatrici, il fallimento della pretestuosa ipotesi universitaria sono gli esiti di una pratica condivisa da Centrodestra e Centrosinistra in cui sta naufragando anche l’agibilità del Parco pubblico, vero polmone per adulti e bambini, oggi parcheggio e senza una sistematica manutenzione.
E così ci siamo battuti insieme a tanti per la difesa dell’agro romano, di fronte alla follia di un’espansione edilizia mortale per il futuro della città, contro le logiche perverse, spettacolari e clientelari che guidano le politiche culturali, per contrastare la cessione al profitto privato dei diritti fondamentali come l’acqua, la salute, l’istruzione, il lavoro.
Autoritarismo e simulazione al servizio dei poteri forti
Riteniamo che gli schieramenti di Centrodestra e di Centrosinistra raccolgano e rappresentino interessi altri da quelli delle cittadine e dei cittadini ed abbiano ampiamente dimostrato, con le pratiche concrete, di vivere come una minaccia ciò che per noi è invece il valore più alto: la riappropriazione da parte della cittadinanza attiva del proprio destino e dei propri territori.
Se il Centrodestra ha considerato i cittadini dei sudditi ignorando ogni istanza, bisogno ed elaborazione, il Centrosinistra ha usato la simulazione e l’artificio con il medesimo obiettivo.
Noi non possiamo dimenticare l’ipocrisia dei “processi partecipativi”, finti tavoli di discussione utili solo ad illudere e a tacitare ogni ipotesi altra.
Non possiamo dimenticare la violazione sistematica di ogni regola partecipativa come nel caso delle Delibere di iniziativa Popolare mai discusse dal Consiglio Comunale.
E se il PD, soprattutto a Roma nel periodo veltroniano, ha svolto il ruolo di garante degli interessi economici dei grandi costruttori, le esperienze cosiddette di “sinistra radicale”, hanno avallato e ratificato scelte nefaste come quelle che hanno consegnato milioni di metri cubi alle lobby del cemento, ammantandole di ecologismo e radicalismo parolaio.
Non possiamo che ricordare come, a Roma, le rappresentanze istituzionali che hanno perseguito la logica della radicalità verbale abbinata alle pratiche di scambio e di annientamento delle forze vive della città siano oggi prevalentemente rappresentate e riproposte nell’esperienza di SEL.
La realtà è che il Sindaco Alemanno, non ha avuto bisogno di conquistare la città, questa gli è stata regalata da chi lo ha preceduto.
Non ha inventato niente, ha gestito al peggio ciò che altri hanno preparato.
Rompere la trappola del bipolarismo, ripartire dalle battaglie di ogni giorno
Al ricatto del “voto utile”, che si tenta oggi di riproporre per l’ennesima volta, chiamando a raccolta un voto “antiberlusconiano” per promuovere politiche per nulla differenti, crediamo che si debba rispondere con un voto consapevole che giudichi le pratiche e non le dichiarazioni, i comportamenti e non la propaganda.
Ad esempio, non dimenticando che PD e PDL hanno, insieme, sostenuto il governo Monti, contribuendo, più che mai, a ridurre i diritti, a peggiorare le condizioni di vita delle persone per foraggiare banche e lobby finanziarie.
In questo senso, non possiamo che cogliere come una novità interessante la presenza di nuove formazioni come il Movimento 5 stelle e Rivoluzione Civile.
Molte ragioni ci spingono a non identificarci pienamente in nessuna di queste esperienze. Non abbiamo certezze sulle prospettive che queste realtà vorranno e sapranno aprire.
Riteniamo che però, per la prima volta dopo un ventennio, si possa rompere la cappa del bipolarismo che ha portato con sé, insieme alla degenerazione della politica, la drammatica riduzione delle possibilità partecipative, la cancellazione di fatto delle regole costituzionali, la separatezza tra istituzioni e cittadini, l’attacco mortale alla democrazia.
A Roma, abbiamo aderito all’esperienza “La Roma che vogliamo” nella speranza che si potesse immaginare di costruire anche elettoralmente un percorso dal basso capace di rappresentare le mille vertenze locali ed un’idea nuova della città. Ad oggi, non sappiamo se questo percorso abbia la forza necessaria per costituire un’alternativa reale. Tuttavia per noi questo resta un bisogno vitale ed un tentativo da perseguire.
Per noi la politica è 365 giorni l’anno.
Commenti, critiche e sostegni a questo documento su: info@exlavanderia.it
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