Clima, allarme dell'agenzia Onu per il meteo
"Nel 2011 record di gas serra in atmosfera"
Fonte: La Repubblica
L'Omm avverte che le emissioni continuano a crescere, rischiando di provocare gravissime conseguenze. La CO2 in particolare ha raggiunto le 390 parti per milione, avvicinandosi alla pericolosa soglia del 450 ritenuta il limite per contenere l'aumento di temperatura entro i 2 gradi
di VALERIO GUALERZI
ROMA - La quantità di gas serra presente in atmosfera ha raggiunto nel 2011 una concentrazione record di 473 parti per milione. L'allarme arriva dall'Organizzazione meteorologica mondiale (una costola delle Nazioni Unite) che cita dati dell'agenzia statunitense Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration).Il risultato, avverte l'Omm, è che tra il 1990 e il 2011 si è verificato un incremento del 30% del forzante radiativo, principale responsabile del riscaldamento del Pianeta, dovuto alla presenza in atmosfera di una crescente quantità di andidride carbonica e di altri gas climalteranti come l'ozono e il metano. In particolare il volume di anidride carbonica, il principale gas serra derivante dalle attività umane, è cresciuto ad un ritmo simile che nel decennio precedente e ha raggiunto le 390,9 parti per milione (ppm), 40 per cento sopra i livelli pre-industriali. Inoltre stanno aumentando rapidamente anche la presenza di alcuni gas serra più rari: l'esafluoruro di zolfo è raddoppiato in volume dalla metà degli anni '90, mentre gli idroclorofluorocarburi e gli idrofluorocarburi, che erano a livelli bassi, stanno aumentando molto velocemente.
Dal 1750, data in cui si fissa l'inizio dell'era industriale, ricorda ancora l'Organizzazione, sono state immesse nell'atmosfera circa 375 miliardi di tonnellate di CO2, prevalentemente attraverso la combustione di combustibili fossili. Di queste solo una metà circa è stata riassorbita dai serbatoi naturali come gli oceani e le foreste. "Resteranno lì per secoli, provocando un futuro riscaldamento del Pianeta che avrà ripercussioni su tutti gli aspetti della vita sulla Terra", spiega il segretario dell'Omm Michel Jarraud. "Le future emissioni - aggiunge - potranno solo peggiorare la situazione" anche perché "non è detto che i carbons sinks continuino a funzionare come hanno fatto sinora".
Secondo l'ultimo rapporto Trends in global CO2 emissions redatto dal Joint Research Centre (Jrc) della Commissione Europea e dall'Agenzia per l'ambiente olandese (Pbl), malgrado gli sforzi di riduzione promessi da molti paesi industrializzati e malgrado la fase di bassa crescita, le emissioni di CO2 sono cresciute su scala globale anche nel 2011, facendo segnare un +2,7%. Se in Occidente l'efficienza va migliorando (anche se non alla velocità che la situazione richiederebbe), i paesi in via di sviluppo continuano invece ad incrementare le loro emissioni. Secondo il rapporto, i maggiori produttori di CO2 l'anno scorso sono stati Cina (29%), Usa (16%), Ue (11%), India (6%), Russia (5%) e Giappone (4%). Le emissioni sono scese del 3% nell'Unione Europea e del 2% negli Stati Uniti e in Giappone, ma sono cresciute del 9% in Cina e del 6% in India.
Secondo la letteratura scientifica, se si vuole circoscrivere il riscaldamento del Pianeta entro i 2 gradi centigradi (limite entro il quale sarebbe gestibile a grandi costi, ma senza effetti catastrofici) è necessario non superare la soglia di una concentrazione di CO2 in atmosfera compresa tra 450 e 550 ppm. Per centrare questo obiettivo è necessario che venga raggiunto il raggiungimento del picco delle emissioni entro i prossimi 10 o 20 anni, a cui dovrà seguire una decrescita pari a circa 1-3 punti percentuali l'anno. Quindi, entro il 2100, le emissioni antropogeniche di CO2 dovrebbero stare sotto la soglia delle 5Gt l'anno. Ambizione che l'inerzia dei governi e del sistema produttivo sta vanificando. Le ultime proiezioni, dell'Agenzia internazionale per l'energia come della Banca Mondiale, prevedono infatti un mondo costretto a fare i conti (salatissimi) con un aumento della temperatura compreso tra i 3 e i 4 gradi. (20 novembre 2012)
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