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venerdì 30 novembre 2012
Le auto di Jimmie Durham
Jimmie Durham (1940) è uno scultore, poeta e saggista nativo americano-statunitense. Un paio di sue opere hanno attratto la mia attenzione per il loro valore simbolico.
Oggi sul settimanale Internazionale potete leggere l'articolo "Le automobili non vanno più".
giovedì 29 novembre 2012
Comunicato Fiab
Venerdì 30 novembre alle 11,30 ore a Modena, presso il Palazzo della Provincia (via Martiri della Libertà 34), verrà illustrato alla stampa il progetto di solidarietà con le zone terremotate dell'Emilia, denominato "Biciclette a Fiumi", per iniziativa di Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e Circuito delle Città d'arte della Pianura Padana.
Intervengono: Emilio Sabbatini Presidente Provincia di Modena, Antonio Dalla Venezia Presidente Fiab, Paolo Moretti Presidente Città d'Arte e Vittorio Zucconi, giornalista e testimonial.
Venerdì 30 novembre alle 11,30 ore a Modena, presso il Palazzo della Provincia (via Martiri della Libertà 34), verrà illustrato alla stampa il progetto di solidarietà con le zone terremotate dell'Emilia, denominato "Biciclette a Fiumi", per iniziativa di Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e Circuito delle Città d'arte della Pianura Padana.
Intervengono: Emilio Sabbatini Presidente Provincia di Modena, Antonio Dalla Venezia Presidente Fiab, Paolo Moretti Presidente Città d'Arte e Vittorio Zucconi, giornalista e testimonial.
mercoledì 28 novembre 2012
Esplorazione urbana a piedi
Comunicato NoPup
PIEDI PER TERRA: 1 dicembre da Ponte Milvio al Pantheon
Esplorazione urbana
Piedi per terra, occhi aperti e testa tra le nuvole
Piediperterra è un modo di guardare la città in un modo diverso: osservare i luoghi come
appaiono e vedere i luoghi come potrebbero diventare, se prevale la logica
della città-merce o se prevale quella della città-bene di tutti.
Si comincia sabato 1 dicembre con un percorso da Ponte
Milvio a Piazza del Pantheon con una sequenza di tappe che corrispondono a “punti caldi” su
cui si giocano le sorti piccole e grandi del territorio: dal megastore aperto
nella città consolidata che ha paralizzato Roma Nord, ai mercati rionali che
rischiano l’abbattimento, ai parcheggi interrati previsti sotto i giardini o in
aree archeologiche, alle caserme cedute ai privati per fare cassa, alle strade
del centro storico seppellite dalle auto parcheggiate, dai ristoranti a cielo
aperto, dalle foreste di cartelloni abusivi.
Un racconto itinerante costruito insieme ai comitati e alle associazioni del
territorio, che si fa esperienza d’ascolto immersivo anche attraverso le radio-cuffie
distribuite da Urban Experience
che da anni opera con i walk show di avventura urbana. Un'iniziativa che rimbalzerà in un percorso
tracciato su una mappa web che raccoglie le informazioni pertinenti i luoghi
attraversati.in un percorso tracciato su una mappa web che raccoglie le
informazioni pertinenti i luoghi attraversati.
Si inizia al nuovo mercato rionale di Via Riano,
vicino a Ponte Milvio, con appuntamento alle 9.45; la fine
è prevista alle 13.00 ca a Piazza del Pantheon. Gli appuntamenti
intermedi per chi vuole seguire solo alcune tappe: alle 10.30 a Piazza
Mancini, alle 11 a Piazza Manila, alle 11.30 a Piazza del Popolo e alle 12 a
piazza San Silvestro
Per informazioni:
Fb carte.inregola
Battuta la protervia di Polverini. Grazie da tutti noi, avvocato Pellegrino
Elezioni, parla l'avvocato Pellegrino
"Battuta la protervia di Polverini e governo"
Fonte: La Repubblica
E' colui che ha predisposto il ricorso al Tar che chiedeva l'immediato ritorno alle urne per la Regione, poi accolto dal Consiglio di Stato: "Hanno vinto i diritti costituzionali dei cittadini"
di PAOLO BOCCACCI
L'avvocato Gianluigi Pellegrino
Quando?
"Il dispositivo del Consiglio di Stato è inequivoco. Respinge il ricorso della Polverini e conferma integralmente la sentenza del Tar che ha ordinato il voto subito nella Regione Lazio".
Si aspettava questo risultato?
"È una grande vittoria dello Stato di diritto. Le leggi applicabili imponevano senza alcun dubbio il ritorno alle urne il prima possibile. Solo la protervia del potere poteva provare ad affermare il contrario".
In che senso?
"La legge e la Costituzione impongono che, dimessasi la presidente per i noti scandali e alla vigilia di un voto di sfiducia, bisognava e bisogna ridare al più presto la parola agli elettori per restituire al Lazio i suoi legittimi organi di governo e legislativi. Non c'è nessuna ragione politica che possa permettere di calpestare diritti costituzionali primari ed esigenze delle famiglie e delle imprese di un'intera regione. È stata sconfitta la protervia della Polverini, del Pdl e non solo..."
Di chi altro?
"Anche di questo governo, che le ha dato sponda ripetutamente, senza alcun rispetto per i minimi principi costituzionali e con evidenti finalità di carattere elettorale".
Secondo lei esisteva un fine di questo tipo?
"Non c'è dubbio che il governo abbia giocato su questa vicenda una partita volta ad evitare con ogni mezzo un voto regionale significativo prima delle elezioni politiche e questo ha l'evidente fine di scongiurare, per quanto più è possibile, il rafforzamento di una proposta politica che è chiaramente l'unica alternativa al perpetuarsi nel dopo elezioni di questa situazione che evidentemente il governo in carica vuole mantenere. Il governo abusa della legittima copertura istituzionale che il Quirinale giustamente garantisce a un esecutivo in stato di emergenza economica, ma Monti non può strumentalizzare questa esigenza contingente con finalità elettorali di prospettiva".
La Polverini ha spesso invocato la difficoltà di adeguare lo statuto regionale alla norma sul numero dei consiglieri portati dal governo da 70 a 50.
"Questo è soltanto un ulteriore momento di confusione creato dal governo con un decreto legge scritto in modo incomprensibile per dare all'ex governatrice pezze d'appoggio per l'incostituzionale rinvio. Ma si è trattato di scuse che sono franate davanti all'affermazione del diritto dei cittadini di tornare al voto, con le leggi vigenti di cui sono responsabili il governo e il Parlamento".
Si era ipotizzata la data del dieci marzo.
"Il coinvolgimento del Lazio in quell'ipotesi di marzo è stata un'ulteriore forzatura del governo che sapeva benissimo che quell'ipotesi contrastava con il diritto dei cittadini del Lazio già affermato dal Tar e ora ribadito dal Consiglio di Stato. Le altre regioni, se si ritiene, potranno andare al voto in aprile insieme con le elezioni nazionali senza bisogno dell'ulteriore singolarità di pretendere da adesso uno scioglimento anticipato delle Camere, che appartiene all'assoluta prerogativa del Capo dello Stato e quando ve ne saranno i presupposti costituzionali".
Quando si voterà nel Lazio?
"Gli elettori dovranno andare alle urne a gennaio, senza ombra di dubbio, altrimenti si commetterà un reato penale. La Polverini dovrà indire le elezioni entro cinque giorni. E se non lo farà dovrà intervenire il ministro dell'Interno. Non vogliamo credere a ulteriori forzature e colpi di mano".
(28 novembre 2012)
«Non c’è niente da fare. L’impressione di
tristezza che mi prende sempre più spesso con Facebook nasce da un senso
di uniformità, di ripetizione. Lì è tutto organizzato per darti
l’illusione di essere unico; ti fanno mettere le tue foto, da
ti,
il tuo profilo personale, i film, i libri e i cd che ti piacciono, come
se a qualcuno interessasse qualcosa di tutto questo, come se le vacue
amenità di cui rendi partecipi gli altri («Carbonara o amatriciana,
stasera? That is the question.» «Maria Grazia spegne la tivù e va a
letto perplessa.» «ma piove anche lì a Bari?») e i link ai video di
Vasco Rossi e le foto del gatto ti confermassero che sei vivo. Che lasci
una traccia nel mondo.
Invece io più ci vado più noto che le cose che ci rendono uguali prevalgono su quelle che ci differenziano. Le meschine paure, le frustrazioni. L’ululato dell’Io che vuole farsi sentire a tutti i costi e quanto più si sente piccolo tanto più forte abbaia, come fanno i cani.»
Raul Montanari, Il tempo dell’innocenza [romanzo], Dalai, Milano, 2012.
Il libro è leggibile qui:
Invece io più ci vado più noto che le cose che ci rendono uguali prevalgono su quelle che ci differenziano. Le meschine paure, le frustrazioni. L’ululato dell’Io che vuole farsi sentire a tutti i costi e quanto più si sente piccolo tanto più forte abbaia, come fanno i cani.»
Raul Montanari, Il tempo dell’innocenza [romanzo], Dalai, Milano, 2012.
Il libro è leggibile qui:
martedì 27 novembre 2012
biciclettering
Pubblico con molto ritardo, ma l'iniziativa è molto interessante e vale la pena di ripeterla, anche in altre città.
Fonte: Associazione Calligrafica Italiana
Fonte: Associazione Calligrafica Italiana
MI11 BICICLETTERING
con James Clough
Domenica 30 settembre
Gita in bicicletta a Milano
Per questo safari urbano ci vuole una bicicletta e una macchina fotografica. Andremmo a caccia di iscrizioni di tutte le epoche: romane, medioevali, rinascimentali e novecenteschi. Festeggeremo i nostri occhi sotto le più belle insegne di negozi antichi e moderni, targhe, tombini e molte altre inaspettate manifestazioni alfabetiche. In questo campo Milano è davvero una città da scoprire.
Per tutti
Partecipazione gratuita per i soci ACI iscritti all’anno in corso.
E’ necessario iscriversi al corso per il numero limitato di posti disponibili.
con James Clough
Domenica 30 settembre
Gita in bicicletta a Milano
Per questo safari urbano ci vuole una bicicletta e una macchina fotografica. Andremmo a caccia di iscrizioni di tutte le epoche: romane, medioevali, rinascimentali e novecenteschi. Festeggeremo i nostri occhi sotto le più belle insegne di negozi antichi e moderni, targhe, tombini e molte altre inaspettate manifestazioni alfabetiche. In questo campo Milano è davvero una città da scoprire.
Per tutti
Partecipazione gratuita per i soci ACI iscritti all’anno in corso.
E’ necessario iscriversi al corso per il numero limitato di posti disponibili.
ENERGIE PULITE PER L’ITALIA
Comunicato Greenpeace
1.
Fuori dal carbone. Il carbone è il peggiore killer del clima
planetario e una minaccia
accertata
per la salute dei cittadini: possiamo e dobbiamo farne a meno. Dovete
cancellare
ogni
progetto di nuova centrale a carbone, dimezzare la produzione elettrica da
carbone
entro
il 2020 e azzerarla entro il 2030.
2.
Cambiate i vertici di Enel. Fulvio Conti,
Amministratore Delegato di Enel, prima ci ha provato
col
nucleare e adesso col carbone. E’ vergognoso e incredibile al tempo stesso che
in Italia
sia
Enel, una compagnia controllata dallo Stato, ad usare più più di ogni altra un
combustibile
pericoloso
come il carbone per produrre elettricità, causando una morte prematura al
giorno.
3.
Allontanate le trivelle dalle nostre coste. Ammesso che ci
riesca di estrarre tutto il petrolio
del
nostro mare, questo sarebbe l’equivalente del consumo nazionale di poche
settimane.
Non
intendo correre rischi per fare un favore alla Shell, all’ENI e alle altre
signorie dell’oro
nero.
Chi svende il nostro mare è nemico dell’ambiente, della pesca sostenibile, del
turismo,
della
salute di tutti.
4.
Aumentate la fiscalità sulle estrazioni di greggio. Noi
cittadini siamo sommersi di tasse
mentre
le compagnie petrolifere che operano in Italia pagano royalties tra le più
basse al
mondo.
Non è solo un attentato al mare: è anche un insulto alle nostre tasche.
5.
Aumentiamo l’efficienza dei motori. L’Italia continua ad
opporsi a Bruxelles alle proposte
per
una maggiore efficienza dei nostri veicoli. E’ un altro favore alla lobby
petrolifera! Con
maggiore
efficienza nei mezzi di trasposto possiamo fare a meno di nuove trivellazioni!
6.
Rimuovete le barriere burocratiche che affossano le rinnovabili, date alle
energie
pulite
priorità assoluta sulle fonti fossili. Basta percorsi ad
ostacoli per la realizzazione
degli
impianti – specie quelli di taglia medio piccola! Dirottate gli oneri di
bolletta concessi
alle
energie sporche (CIP6) alle nuove rinnovabili; adeguate le reti per la piena
integrazione
di
solare ed eolico ed eliminate la previsione di blocco degli impianti dove la
rete è satura!
7.
Investite nelle reti intelligenti e nell’efficienza energetica. Dovete
favorire l’autoconsumo
promuovendo
lo scambio sul posto, sistemi di distribuzione chiusi (SDC) e sistemi
efficienti
d’utenza
(SEU). Dovete rendere vincolante un obiettivo del 20% in più di efficienza al
2020.
Dovete
promuovere in modo prioritario l’esportazione della eventuale sovrapproduzione
da
rinnovabili
– e non quella degli impianti a gas – adeguando opportunamente le reti.
8.
Una nuova fiscalità energetica. Per ridurre il peso degli
incentivi in bolletta dovete detassare
e
consentire maggiore detrazione IVA per gli investimenti in nuovi impianti
rinnovabili.
Servono
linee di credito apposite a interessi agevolati; e la garanzia di destinazione
di una
parte significativa dei fondi ETS alla
realizzazione di nuovi impianti rinnovabili.
Comunicato Aci
ACI:
A ROMA IL 28 NOVEMBRE LA 67a CONFERENZA DEL TRAFFICO E DELLA
CIRCOLAZIONESi
svolgerà per la prima volta nella Capitale l'evento clou dell'ACI sulla smart
mobility nelle smart city
“Una
mobilità smart per una città smart: Innovare la politica dei trasporti per
rinnovare le città”, sarà il tema della 67a Conferenza del Traffico e della
Circolazione,
l’appuntamento italiano di maggior rilievo tra quelli dedicati alla
mobilità, organizzato dall’Automobile Club
d’Italia.
[...]
Fine comunicato
Nota: La smart girl e lo smart boy, nella smart city, fanno smart mobility...in bicicletta
venerdì 23 novembre 2012
Roma, fallimento sulla mobilità
Da Comitati NoPup
comunicato 100 Associazioni
EMERGENZA TRAFFICO FLOP
Neanche il 10 per cento dei programmi per l’emergenza traffico realizzati
Cinque mesi per ottenere le notizie!
Conferenza stampa il 30 novembre alle ore 11 all'uscita della fermata della Roma-Viterbo di Piazzale Flaminio
100 associazioni, aderenti a 5 reti (C.A.L.M.A, Coordinamento Comitati No PUP, Coordinamento Residenti Città Storica, Coordinamento Roma Ciclabile, Mobilitiamoci, hanno chiesto al Commissario Straordinario perl'Emergenza Traffico e Mobilità, on.Gianni Alemanno, le informazioni sul lavoro svolto.
Ci sono voluti 146 giorni di insistenze e sollecitazioni per ottenere una serie di schede. Dalle quali si scopre:
1) in 6 anni realizzato nemmeno il 10% degli interventi (approvati nel 2006): 29 su 389 al 31 marzo 2012 (con questo ritmo saranno completati nel 2066)
Il tasso di realizzazione aumenta di poco, all’11,6% ,8 su 69, per gli interventi relativi ai miglioramenti viari, parcheggi di scambio,nodi di interconnessione e corridoi per la mobilità pubblica, essenziali per migliorare i flussi della mobilità e l’utilizzo dei mezzi pubblici.
Il tasso di realizzazione dell’insieme dei parcheggi è attorno al 5% (16 sui 300).
Se si aggiungono gli interventi di manutenzione,affidati senza procedura pubblica di appalto, nei piani nel 2009/10(82,di cui 68 completati), il tasso di realizzazione raggiunge i 20,6%,97 su 471.
A causa della inerzia nella gestione dell'emergenza dal 2007 al 2011 i costi da congestione traffico si sono raddoppiati (da 1,4 a 2,8 miliardi di €),gli spostamenti con veicoli a motore sono passati dal 50,5% del totale nel 2008 al 66,5% attuale,l’inquinamento è fuori dai limiti di legge ed i morti per incidenti stradali sono quasi 200 l’anno.
2) Incredibili ritardi. Manca qualsiasi forma di rendicontazione. Non si sa che fine abbia fatto il miliardo e 700 milioni di €, assegnati (con OPCM n.3660 del 5 marzo 2008) ai piani per l’emergenza traffico.
Trasparenza zero. Per mesi non c’è stata risposta alle richieste delle 100 Associazioni, avanzate in base alle norme di legge. Per ottenere le schede è stato necessario rivolgersi al Presidente del Consiglio, che finalmente l’ha agevolata. Il Straordinario perl'Emergenza Traffico e Mobilità ha tenuto nascosti l’andamento degli interventi come pure molte ordinanze relative all’organizzazione, agli incarichi e ai compensi . Per mesi il Commissario e il Dipartimento della Protezione Civile hanno ignorato le richieste di accesso agli atti in violazione di specifiche norme comunali e nazionali
Il fallimento della esperienza per l’emergenza traffico e mobilità, a Roma, richiede una urgente riflessione collettiva su una serie di questioni:
- La stupefacente insipienza progettuale e realizzativa della Amministrazione Capitolina ha fatto sì che l’emergenza sia stata affrontata attraverso interventi infrastrutturali, senza prima definire obiettivi, tempi di realizzazione ed impatti sulla circolazione,sulle percorrenze,sull’inquinamento. L’Amministrazione si è dedicata alla produzione di carta (Piano strategico per la mobilità sostenibile (nel 2010) e piano“Ferrotranviario :Rapporto 1.0” (nel2012)senza curarsi della realizzazione degli interventi gestiti dalla stessa. Gli unici interventi con elevata realizzazione sono le manutenzioni che purtroppo non modificano gli assetti.
- La funzionalità delle strutture utilizzate:Commissario delegato, soggetti attuatori, comitato di coordinamento,ufficio speciale,strutture comunali,società comunali;
- Il ruolo del Dipartimento della Protezione Civile,destinatario delle relazioni semestrali ex art 5 della OPCM n 3543/2006. Le relazioni inizialmente semestrali sono diventate annuali e poi trimestrali diventando sempre più ermetiche,con pagine non numerate per le rendicontazioni finanziarie e senza analisi d’insieme.
- Il ruolo del Consiglio Comunale il cui compito è anche l’ indirizzo e controllo politico-amministrativo del Comune: come è potuto accadere che per quattro anni nessuno si sia domandato, in periodo di ristrettezza finanziaria, come veniva speso un miliardo e settecento milioni di €?
- La finora mancata rendicontazione di quanto realizzato al 30 giugno 2012: spese per interventi, incarichi, consulenze, costi dei soggetti attuatori,del Comitato di coordinamento delle attività emergenziali, della struttura dell’Ufficio Emergenza traffico e mobilità, stimati per quest’ultimo in 2 milioni di € l’anno.
In qualità di cittadini che sopportano enormi disagi per la difficile situazione della mobilità urbana chiediamo:
- L’ immediato chiarimento, a meno di un mese dalla scadenza NON PROROGABILE dello stato di emergenza, delle modalità di trasferimento delle attività in corso alla amministrazione ordinaria ai sensi della legge n.100 del 12 luglio 2012;
- L' immediata sospensione della emanazione di nuove ordinanze che, a pochi giorni dalla scadenza del regime emergenziale, susciterebbero polemiche e sospetti di partigianeria;
- La rendicontazione della attività emergenziale nel confronto fra i piani iniziali e le realizzazioni al 2012
- L’individuazione delle responsabilità delle mancate realizzazioni;
- Una discontinuità nella gestione della mobilità nell’area metropolitana, superando vergognose difese di competenza delle diverse amministrazioni con la costituzione di un unico ente di programmazione della mobilità per l’intera regione, adeguando uffici e società comunali ad un livello minimo di efficacia e capacità gestionale e realizzativa, assicurando il diritto ad una mobilità per tutti fondata sul trasporto pubblico e la intermodalità, la piena trasparenza dell’azione dell’amministrazione (tutti i dati e provvedimenti sul sito Internet), la partecipazione dei cittadini alle scelte e alle decisioni assunte sulla base di precisi criteri ed indicatori.
Alla conferenza che si terrà il 27 novembre ore 11 all'uscita della fermata della Roma-Viterbo di Piazzale Flaminio parteciperanno Mario Attorre (Italia Nostra), Alberto Benzoni (Roma Nuovo Secolo), Anna Maria Bianchi (Coord.Comitati No PUP), Giorgio Bertini (MOBILITIAMOCI), Roberto Crea (Cittadinanzattiva Onlus), Vito de Russis (Assopedoni), Giuseppe Imbesi(Circolo Rosselli), Lorenzo Parlati (Legambiente Lazio), Roberto Pallottini (Coord Roma Ciclabile), Vittorio Roidi, Paolo Gelsomini (Coord.Residenti Città Storica),Carlo Troilo (Roma Nuovo Secolo), Angelo Zola (Calma).
comunicato 100 Associazioni
EMERGENZA TRAFFICO FLOP
Neanche il 10 per cento dei programmi per l’emergenza traffico realizzati
Cinque mesi per ottenere le notizie!
Conferenza stampa il 30 novembre alle ore 11 all'uscita della fermata della Roma-Viterbo di Piazzale Flaminio
100 associazioni, aderenti a 5 reti (C.A.L.M.A, Coordinamento Comitati No PUP, Coordinamento Residenti Città Storica, Coordinamento Roma Ciclabile, Mobilitiamoci, hanno chiesto al Commissario Straordinario perl'Emergenza Traffico e Mobilità, on.Gianni Alemanno, le informazioni sul lavoro svolto.
Ci sono voluti 146 giorni di insistenze e sollecitazioni per ottenere una serie di schede. Dalle quali si scopre:
1) in 6 anni realizzato nemmeno il 10% degli interventi (approvati nel 2006): 29 su 389 al 31 marzo 2012 (con questo ritmo saranno completati nel 2066)
Il tasso di realizzazione aumenta di poco, all’11,6% ,8 su 69, per gli interventi relativi ai miglioramenti viari, parcheggi di scambio,nodi di interconnessione e corridoi per la mobilità pubblica, essenziali per migliorare i flussi della mobilità e l’utilizzo dei mezzi pubblici.
Il tasso di realizzazione dell’insieme dei parcheggi è attorno al 5% (16 sui 300).
Se si aggiungono gli interventi di manutenzione,affidati senza procedura pubblica di appalto, nei piani nel 2009/10(82,di cui 68 completati), il tasso di realizzazione raggiunge i 20,6%,97 su 471.
A causa della inerzia nella gestione dell'emergenza dal 2007 al 2011 i costi da congestione traffico si sono raddoppiati (da 1,4 a 2,8 miliardi di €),gli spostamenti con veicoli a motore sono passati dal 50,5% del totale nel 2008 al 66,5% attuale,l’inquinamento è fuori dai limiti di legge ed i morti per incidenti stradali sono quasi 200 l’anno.
2) Incredibili ritardi. Manca qualsiasi forma di rendicontazione. Non si sa che fine abbia fatto il miliardo e 700 milioni di €, assegnati (con OPCM n.3660 del 5 marzo 2008) ai piani per l’emergenza traffico.
Trasparenza zero. Per mesi non c’è stata risposta alle richieste delle 100 Associazioni, avanzate in base alle norme di legge. Per ottenere le schede è stato necessario rivolgersi al Presidente del Consiglio, che finalmente l’ha agevolata. Il Straordinario perl'Emergenza Traffico e Mobilità ha tenuto nascosti l’andamento degli interventi come pure molte ordinanze relative all’organizzazione, agli incarichi e ai compensi . Per mesi il Commissario e il Dipartimento della Protezione Civile hanno ignorato le richieste di accesso agli atti in violazione di specifiche norme comunali e nazionali
Il fallimento della esperienza per l’emergenza traffico e mobilità, a Roma, richiede una urgente riflessione collettiva su una serie di questioni:
- La stupefacente insipienza progettuale e realizzativa della Amministrazione Capitolina ha fatto sì che l’emergenza sia stata affrontata attraverso interventi infrastrutturali, senza prima definire obiettivi, tempi di realizzazione ed impatti sulla circolazione,sulle percorrenze,sull’inquinamento. L’Amministrazione si è dedicata alla produzione di carta (Piano strategico per la mobilità sostenibile (nel 2010) e piano“Ferrotranviario :Rapporto 1.0” (nel2012)senza curarsi della realizzazione degli interventi gestiti dalla stessa. Gli unici interventi con elevata realizzazione sono le manutenzioni che purtroppo non modificano gli assetti.
- La funzionalità delle strutture utilizzate:Commissario delegato, soggetti attuatori, comitato di coordinamento,ufficio speciale,strutture comunali,società comunali;
- Il ruolo del Dipartimento della Protezione Civile,destinatario delle relazioni semestrali ex art 5 della OPCM n 3543/2006. Le relazioni inizialmente semestrali sono diventate annuali e poi trimestrali diventando sempre più ermetiche,con pagine non numerate per le rendicontazioni finanziarie e senza analisi d’insieme.
- Il ruolo del Consiglio Comunale il cui compito è anche l’ indirizzo e controllo politico-amministrativo del Comune: come è potuto accadere che per quattro anni nessuno si sia domandato, in periodo di ristrettezza finanziaria, come veniva speso un miliardo e settecento milioni di €?
- La finora mancata rendicontazione di quanto realizzato al 30 giugno 2012: spese per interventi, incarichi, consulenze, costi dei soggetti attuatori,del Comitato di coordinamento delle attività emergenziali, della struttura dell’Ufficio Emergenza traffico e mobilità, stimati per quest’ultimo in 2 milioni di € l’anno.
In qualità di cittadini che sopportano enormi disagi per la difficile situazione della mobilità urbana chiediamo:
- L’ immediato chiarimento, a meno di un mese dalla scadenza NON PROROGABILE dello stato di emergenza, delle modalità di trasferimento delle attività in corso alla amministrazione ordinaria ai sensi della legge n.100 del 12 luglio 2012;
- L' immediata sospensione della emanazione di nuove ordinanze che, a pochi giorni dalla scadenza del regime emergenziale, susciterebbero polemiche e sospetti di partigianeria;
- La rendicontazione della attività emergenziale nel confronto fra i piani iniziali e le realizzazioni al 2012
- L’individuazione delle responsabilità delle mancate realizzazioni;
- Una discontinuità nella gestione della mobilità nell’area metropolitana, superando vergognose difese di competenza delle diverse amministrazioni con la costituzione di un unico ente di programmazione della mobilità per l’intera regione, adeguando uffici e società comunali ad un livello minimo di efficacia e capacità gestionale e realizzativa, assicurando il diritto ad una mobilità per tutti fondata sul trasporto pubblico e la intermodalità, la piena trasparenza dell’azione dell’amministrazione (tutti i dati e provvedimenti sul sito Internet), la partecipazione dei cittadini alle scelte e alle decisioni assunte sulla base di precisi criteri ed indicatori.
Alla conferenza che si terrà il 27 novembre ore 11 all'uscita della fermata della Roma-Viterbo di Piazzale Flaminio parteciperanno Mario Attorre (Italia Nostra), Alberto Benzoni (Roma Nuovo Secolo), Anna Maria Bianchi (Coord.Comitati No PUP), Giorgio Bertini (MOBILITIAMOCI), Roberto Crea (Cittadinanzattiva Onlus), Vito de Russis (Assopedoni), Giuseppe Imbesi(Circolo Rosselli), Lorenzo Parlati (Legambiente Lazio), Roberto Pallottini (Coord Roma Ciclabile), Vittorio Roidi, Paolo Gelsomini (Coord.Residenti Città Storica),Carlo Troilo (Roma Nuovo Secolo), Angelo Zola (Calma).
Comunicato Verdi-Lazio
RIFIUTI
BONESSIO (VERDI)
PASSERA SVELA STRATEGIA GOVERNO: BRUCIARE RIFIUTI IN NOME
DELL'ENERGIA.
«Che c'entra il
ministro dello Sviluppo Economico Passera sui rifiuti e in special modo
sull'incenerimento? - afferma il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio
- Guarda caso durante l'audizione in Commissione Industria al Senato di oggi
Passera ha svelato che nella Strategia energetica nazionale il "recupero
energetico dei rifiuti" (leggi incenerimento) è uno dei punti chiave. Nella Sen
che è in consultazione pubblica fino al 30 novembre è citato più volte, e sotto
nomi diversi l'incenerimento dei rifiuti. Si tratta di una questione molto cara
sia a Passera sia al Ministro dell'Ambiente Corrado Clini che hanno già infilato
la questione all'interno del decreto ministeriale "Rinnovabili elettriche" a
luglio e hanno sostenuto la "necessità" di utilizzare i rifiuti come
Combustibili solidi secondari (Css) da rifiuti nei cementifici, evitando in
questa maniera sia i problemi autorizzativi per la realizzazione degli
inceneritori, sia l'opposizioni dei territori. Facendo così, si fornirebbe
energia a "costo zero" alle industrie, se non addirittura a "costo negativo"
pagandole per lo "smaltimento". I costi sanitari sarebbero però altissimi per le
popolazioni e verrebbe usato con ogni probabilità il grimaldello del ricatto
occupazionale per fare accettare ai territori questa pratica. Il tutto in puro
stile Ilva. In pratica a Colleferro nel cementificio si potrebbero bruciare
rifiuti, magari con l'appellativo di "rifiuti puliti" da termovalorizzare o
chiamandoli con il nome più moderno di Combustibili solidi secondari da rifiuti.
Occultando sotto una cortina mediatica diossine, polveri sottili e altri
inquinanti».
Secondo la Banca Mondiale, entro i prossimi 15 anni nel mondo
raddoppierà la produzione di rifuti.
da un comunicato Eurispes, 20 novembre 2012
Questo sia a causa della crescita della popolazione sia per
l’industrializzazione sempre più avanzata dei paesi emergenti. L’Italia, seguendo la politica delle discariche o
dell’incenerimento, non riesce ad interpretare un ruolo virtuoso, tanto da essere stata inserita dalla
Commissione Europea agli ultimi posti della classifca sulla gestione dei rifuti (20° su 27). Il nostro Paese, in
compagnia di Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia, Romania e Slovacchia registra gravi carenze nelle politiche
di prevenzione dei rifuti e non incentiva le alternative al conferimento in discarica.
raddoppierà la produzione di rifuti.
da un comunicato Eurispes, 20 novembre 2012
Questo sia a causa della crescita della popolazione sia per
l’industrializzazione sempre più avanzata dei paesi emergenti. L’Italia, seguendo la politica delle discariche o
dell’incenerimento, non riesce ad interpretare un ruolo virtuoso, tanto da essere stata inserita dalla
Commissione Europea agli ultimi posti della classifca sulla gestione dei rifuti (20° su 27). Il nostro Paese, in
compagnia di Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia, Romania e Slovacchia registra gravi carenze nelle politiche
di prevenzione dei rifuti e non incentiva le alternative al conferimento in discarica.
mercoledì 21 novembre 2012
Clima e riscaldamento globale: mai così inquinati
Clima, allarme dell'agenzia Onu per il meteo
"Nel 2011 record di gas serra in atmosfera"
Fonte: La Repubblica
L'Omm avverte che le emissioni continuano a crescere, rischiando di provocare gravissime conseguenze. La CO2 in particolare ha raggiunto le 390 parti per milione, avvicinandosi alla pericolosa soglia del 450 ritenuta il limite per contenere l'aumento di temperatura entro i 2 gradi
di VALERIO GUALERZI
ROMA - La quantità di gas serra presente in atmosfera ha raggiunto nel 2011 una concentrazione record di 473 parti per milione. L'allarme arriva dall'Organizzazione meteorologica mondiale (una costola delle Nazioni Unite) che cita dati dell'agenzia statunitense Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration).Il risultato, avverte l'Omm, è che tra il 1990 e il 2011 si è verificato un incremento del 30% del forzante radiativo, principale responsabile del riscaldamento del Pianeta, dovuto alla presenza in atmosfera di una crescente quantità di andidride carbonica e di altri gas climalteranti come l'ozono e il metano. In particolare il volume di anidride carbonica, il principale gas serra derivante dalle attività umane, è cresciuto ad un ritmo simile che nel decennio precedente e ha raggiunto le 390,9 parti per milione (ppm), 40 per cento sopra i livelli pre-industriali. Inoltre stanno aumentando rapidamente anche la presenza di alcuni gas serra più rari: l'esafluoruro di zolfo è raddoppiato in volume dalla metà degli anni '90, mentre gli idroclorofluorocarburi e gli idrofluorocarburi, che erano a livelli bassi, stanno aumentando molto velocemente.
Dal 1750, data in cui si fissa l'inizio dell'era industriale, ricorda ancora l'Organizzazione, sono state immesse nell'atmosfera circa 375 miliardi di tonnellate di CO2, prevalentemente attraverso la combustione di combustibili fossili. Di queste solo una metà circa è stata riassorbita dai serbatoi naturali come gli oceani e le foreste. "Resteranno lì per secoli, provocando un futuro riscaldamento del Pianeta che avrà ripercussioni su tutti gli aspetti della vita sulla Terra", spiega il segretario dell'Omm Michel Jarraud. "Le future emissioni - aggiunge - potranno solo peggiorare la situazione" anche perché "non è detto che i carbons sinks continuino a funzionare come hanno fatto sinora".
Secondo l'ultimo rapporto Trends in global CO2 emissions redatto dal Joint Research Centre (Jrc) della Commissione Europea e dall'Agenzia per l'ambiente olandese (Pbl), malgrado gli sforzi di riduzione promessi da molti paesi industrializzati e malgrado la fase di bassa crescita, le emissioni di CO2 sono cresciute su scala globale anche nel 2011, facendo segnare un +2,7%. Se in Occidente l'efficienza va migliorando (anche se non alla velocità che la situazione richiederebbe), i paesi in via di sviluppo continuano invece ad incrementare le loro emissioni. Secondo il rapporto, i maggiori produttori di CO2 l'anno scorso sono stati Cina (29%), Usa (16%), Ue (11%), India (6%), Russia (5%) e Giappone (4%). Le emissioni sono scese del 3% nell'Unione Europea e del 2% negli Stati Uniti e in Giappone, ma sono cresciute del 9% in Cina e del 6% in India.
Secondo la letteratura scientifica, se si vuole circoscrivere il riscaldamento del Pianeta entro i 2 gradi centigradi (limite entro il quale sarebbe gestibile a grandi costi, ma senza effetti catastrofici) è necessario non superare la soglia di una concentrazione di CO2 in atmosfera compresa tra 450 e 550 ppm. Per centrare questo obiettivo è necessario che venga raggiunto il raggiungimento del picco delle emissioni entro i prossimi 10 o 20 anni, a cui dovrà seguire una decrescita pari a circa 1-3 punti percentuali l'anno. Quindi, entro il 2100, le emissioni antropogeniche di CO2 dovrebbero stare sotto la soglia delle 5Gt l'anno. Ambizione che l'inerzia dei governi e del sistema produttivo sta vanificando. Le ultime proiezioni, dell'Agenzia internazionale per l'energia come della Banca Mondiale, prevedono infatti un mondo costretto a fare i conti (salatissimi) con un aumento della temperatura compreso tra i 3 e i 4 gradi. (20 novembre 2012)
martedì 20 novembre 2012
Comune di Roma: idee zero e una sola certezza
Nel 2013 tutti a casa!
Comunicato Verdi Lazio
«Altro che
strategia Rifiuti Zero, è uno Zero di Idee oltretutto ben confuse, ciò che ha
dichiarato questa mattina il sindaco Alemanno in materia di rifiuti. - afferma
il Presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio - La gara per la spedizione
dei rifiuti all'estero rischia di essere un palliativo perché non affiancata da
una contestuale crescita della differenziata porta a porta che Ama continua a
non voler fare in modo concreto mancando di qualsiasi progettualità nella
realizzazione, anche con il supporto delle Amministrazioni locali, di
un'impiantistica dedicata al recupero della materia differenziata ben diversa
dagli impianti Tmb esistenti che sono rivolti solo alla produzione di ecoballe
di CDR per gli inceneritori. Appare inoltre incredibile che per superare la
crisi di Ama si punti a alla creazione di una società pubblico-privata in cui
far entrare per lo smaltimento un "socio di minoranza" che sarà in realtà il
solito "convitato di pietra trentennale" dell'affare rifiuti a Roma: il solito
monopolista di sempre dotato in esclusiva sul territorio degli sciagurati
impianti della filiera Tmb-inceneritore-discarica. Solo a parole Alemanno dice
di volerlo tener fuori, ma si smentisce confermando nella strategia di Roma
Capitale la centralità degli inceneritori rispetto alla differenziata. Arriva
perfino a rilanciare la partecipazione di Ama alla società mista per la
realizzazione-gestione dell’inceneritore di Albano ignorando che la recente
sentenza del Consiglio di Stato ha si riattivato la procedura ma ha al tempo
stesso negato l'accesso ai famigerati fondi pubblici Cip 6, cosa che renderà
"economicamente svantaggioso" e quindi, di fatto, non realizzabile visto che
dovrebbe sostenersi solo con la tariffa di smaltimento. Ma non è finita qui, con
questa logica avremo lo splendido capolavoro di un aumento sia dei costi
economici sia di quelli sanitari dovuti al forte impatto ambientale, il tutto
con fondi pubblici che dovrebbero essere utilizzati esattamente per i motivi
opposti. E in poi vale la pena di commentare l’imbarazzante situazione in cui
si troveranno i vertici dell’Ama che, secondo Alemanno, dovrebbero attuare due
strategie economico-industriali opposte e incompatibili. Da un lato avrebbero
l’obbligo di incrementare in maniera spinta la raccolta differenziata di
plastica, carta e legno, mentre dall'altro dovrebbero incenerire gli stessi
materiali per far “guadagnare” gli impianti. E questa la chiamano una politica
dei rifiuti degna di una capitale europea? Diciamo proprio di no. Non si vedono
nella caotica esposizione di Alemanno la creazione di filiere definite per
materiali, l'incremento della differenziata spinta porta a porta con metodologie
generali e obbligatorie, condivise tra i municipi, così come non sono previsti
gli impianti a supporto della differenziata. Ulteriore testimonianza e la
sciagurata differenziata con cassonetti su strada che l’Ama fa partire proprio
oggi nel territorio del IV Municipio, rinunciando al porta a porta e sostenendo
con ridicola enfasi una metodologia che si è rivelata fallimentare in tutte le
grandi città europee.
Comunicato Verdi Lazio
RIFIUTI
BONESSIO (VERDI)
DA ALEMANNO INVECE DI RIFIUTI ZERO, IDEE ZERO E BEN CONFUSE. A ROMA SARÀ
EMERGENZA CONTINUA
venerdì 16 novembre 2012
Mario, Christoph e il tandem di titanio
Christoph e Mario; sullo sfondo il Tevere turbolento di questi giorni |
Faccio così la conoscenza di Mario Galanti e di Christoph. Mario è cieco, ha acquistato il tandem e ama pedalare anche per parecchi chilometri, vivendo l'esperienza unica della pedalata all'aria aperta, l'avventura dei tragitti su strada e su percorsi naturalistici. Mario ha viaggiato molto in bici, pure all'estero. Anche il guidatore, Christoph, è un personaggio: viene da Bolzano e conosce bene le montagne. Fare la guida-guidatore di tandem non è facile, anche se già si va in bici, perché il mezzo risponde in maniera diversa, bisogna giocare d'anticipo, controllarlo opportunamente in discesa, dove può arrivare a toccare i 90 Km/h, con il rischio di surriscaldare i cerchioni e far scoppiare le camere d'aria. Non a caso ci sono tre freni: due v-brake e uno a disco gigante.
Bisogna avere tempo e voglia di andare a spasso in tandem e rendere partecipe chi non può vedere, spiegando anche cosa succede sulla strada, possedendo l'apertura mentale sufficiente a interagire pedalando.Bisogna avere voglia ed energia da entrambe le parti .
Mario e Christoph sono un equipaggio affiatato. Procedono spediti, ma dicono che non stanno pedalando forte. Entrambi amano anche la canoa, che alternano alla bici. I due mezzi hanno tante cose in comune, alternandoli si lavora su muscoli diversi; permettono di esplorare i territori in maniera inusuale, scoprendone aspetti sorprendenti e nascosti. Racconto loro delle ciclofficine popolari, li invito a visitarle, e della manifestazione di Salvaiciclisti che si tiene oggi in tutta Italia. Poi ci salutiamo. Buona pedalata!
COMUNICATO FONDAZIONE LUIGI GUCCIONE ONLUS
LUNEDI’19 NOVEMBRE 2012 -
ALLE ORE 16
CENTRO
CONGRESSI CAVOUR - Via Cavour 50/a – ROMA
GIORNATA
MONDIALE RICORDO VITTIME STRADA 2012
E’ORA
D’AGIRE!
RICORDARE LE VITTIME DELLA STRADA CON AZIONI CONCRETE
La terza
domenica di novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale in Ricordo
delle vittime della strada (www. worlddayofremembrance.org/). Quest’anno con alcune organizzazioni Federcamminacittà, Movimento
Salvaiciclisti, ISDE-Medici per l’Ambiente, ANVU-Associazione Nazionale Polizia
Locale d’Italia, Cittadinanzattiva, IICA-Istituto Internazionale per il Consumo
e l’Ambiente, Basta Cartelloni-Associazione Francesco Fiori, Consulta
Provinciale per la Sicurezza Stradale di Roma - abbiamo concordato di celebrarne la ricorrenza. Le vittime della
strada prima che in tribunale di difendono sul luogo dell’incidente dove spesso
vengono commessi errori che compromettono la difesa dei diritti delle vittime e
della stessa verità. Per questo abbiamo pensato di preparare
nell’occasione solenne della Giornata Mondiale
della Memoria delle vittime della strada un incontro nel quale
illustreremo:
·
le linee guida per un Manuale sulle investigazioni sul luogo
dell’incidente stradale
·
una bozza di Legge Quadro per l’assistenza ed il sostegno
alle vittime della strada.
coordinamento e introduzione
Marcello
ARANCI, Presidente Consulta
provinciale sicurezza stradale Roma - Gabriella ARCURI, Segretario Generale
FLG - Giuseppe GUCCIONE, Presidente FLG
comunicazioni
Sabrina
CAMERA, criminologa/ANVU – Luciano
GAROFANO, già Comandante dei RIS di Parma e Presidente Accademia Italiana
Scienze Forensi - Franco MORIZIO, Comandante Polizia Locale Comune di
Lecco
Interverranno
Giuseppe LO MASTRO, Presidente Istituto Internazionale per il Consumo e
l’Ambiente - Roberto CREA, Presidente Cittadinanzattiva Lazio - Vito
DE RUSSIS - Presidente Fercamminacittà - Filippo GUARDASCIONE, Basta
Cartelloni - Luciano MATTARELLI, Presidente Associazione Nazionale
Polizia Locale d’Italia - Claudio NICOLAIS, Movimento Salvaiciclisti - Roberto
ROMIZI, Presidente Medici per l’Ambiente
giovedì 15 novembre 2012
Comunicato Greenpeace
BLITZ GREENPEACE: IL CORTO CHE ENEL VUOLE CENSURARE PROIETTATO AL FESTIVAL DEL FILM DI ROMA
ROMA, 15.11.12 – Greenpeace irrompe al Festival Internazionale del Film di Roma proiettando sulla cupola centrale dell’Auditorium di Renzo Piano il cortometraggio “Uno al giorno”, che denuncia gli impatti sanitari della produzione elettrica da carbone di Enel. Con l’azione di ieri sera, Greenpeace risponde alla sua maniera alle minacce legali dell’azienda, che ha chiesto all’associazione di ritirare il cortometraggio senza fornire alcuna risposta sui temi affrontati nel video.
Le immagini del lavoro di Mimmo Calopresti, con Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli e con la musica dei Subsonica, recano un messaggio chiarissimo: il carbone di Enel, in Italia, è causa di una morte prematura al giorno; il carbone di Enel – che è il maggior emettitore italiano di gas serra, quarto in Europa - distrugge il clima.
«Sono anni che tentiamo di aprire un confronto con Enel sulle sue politiche industriali e in particolare sull’uso che l’azienda fa del carbone – sottolinea Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - Da Enel abbiamo ricevuto ben poche risposte, mai pertinenti alle nostre domande, e tante carte bollate dai loro legali. Enel è un’azienda controllata anche dal nostro Governo, non può continuare a dimostrarsi sorda alle nostre accuse:
parliamo della salute dei cittadini e di danni economici ingenti per il Paese».
Uno studio commissionato da Greenpeace all’istituto di ricerca indipendente SOMO – che applica alle emissioni delle centrali a carbone di Enel una metodologia usata dall’Agenzia Europea dell’Ambiente - stima che la produzione a carbone dell’azienda, in Italia, è causa di una morte prematura al giorno e provoca danni ambientali, sanitari ed economici per quasi due miliardi di euro l’anno. Che Enel non paga. A livello europeo, gli impatti del carbone di Enel sono ancora maggiori: circa 1.100 casi di morte prematura l’anno e 4,3 miliardi di danni.
Tre quarti della produzione termoelettrica da carbone, nel nostro Paese, sono appannaggio di Enel, che ha in programma la realizzazione di nuovi impianti alimentati con quella fonte. Greenpeace chiede a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l'azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fonti rinnovabili e pulite.
il film è qui
BLITZ GREENPEACE: IL CORTO CHE ENEL VUOLE CENSURARE PROIETTATO AL FESTIVAL DEL FILM DI ROMA
ROMA, 15.11.12 – Greenpeace irrompe al Festival Internazionale del Film di Roma proiettando sulla cupola centrale dell’Auditorium di Renzo Piano il cortometraggio “Uno al giorno”, che denuncia gli impatti sanitari della produzione elettrica da carbone di Enel. Con l’azione di ieri sera, Greenpeace risponde alla sua maniera alle minacce legali dell’azienda, che ha chiesto all’associazione di ritirare il cortometraggio senza fornire alcuna risposta sui temi affrontati nel video.
Le immagini del lavoro di Mimmo Calopresti, con Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli e con la musica dei Subsonica, recano un messaggio chiarissimo: il carbone di Enel, in Italia, è causa di una morte prematura al giorno; il carbone di Enel – che è il maggior emettitore italiano di gas serra, quarto in Europa - distrugge il clima.
«Sono anni che tentiamo di aprire un confronto con Enel sulle sue politiche industriali e in particolare sull’uso che l’azienda fa del carbone – sottolinea Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - Da Enel abbiamo ricevuto ben poche risposte, mai pertinenti alle nostre domande, e tante carte bollate dai loro legali. Enel è un’azienda controllata anche dal nostro Governo, non può continuare a dimostrarsi sorda alle nostre accuse:
parliamo della salute dei cittadini e di danni economici ingenti per il Paese».
Uno studio commissionato da Greenpeace all’istituto di ricerca indipendente SOMO – che applica alle emissioni delle centrali a carbone di Enel una metodologia usata dall’Agenzia Europea dell’Ambiente - stima che la produzione a carbone dell’azienda, in Italia, è causa di una morte prematura al giorno e provoca danni ambientali, sanitari ed economici per quasi due miliardi di euro l’anno. Che Enel non paga. A livello europeo, gli impatti del carbone di Enel sono ancora maggiori: circa 1.100 casi di morte prematura l’anno e 4,3 miliardi di danni.
Tre quarti della produzione termoelettrica da carbone, nel nostro Paese, sono appannaggio di Enel, che ha in programma la realizzazione di nuovi impianti alimentati con quella fonte. Greenpeace chiede a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l'azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fonti rinnovabili e pulite.
il film è qui
Provo è bello
Emanuele mi ha segnalato l'uscita di un video su youtube relativo alla mostra sui Provo a Milano. Sta qua. buona visione a tutti.
A guadagnarci solo i cementificatori. Un danno per i cittadini. Eredità del cosiddetto "centrosinistra", attuata a Roma in piena epoca di oscurantismo fascista. Nel 2013 a Roma si vota.
Roma, la beffa dei Punti verdi: il Comune da garantito a garante (per 600 milioni)
Fonte: Il fatto quotidiano
Dopo 17 anni i Punti Verdi Qualità rischiano il flop. Nel migliore dei casi. Perché su questo enorme progetto che a Roma è stato sostenuto con grande dispendio di risorse (economiche) ora indagano sia i magistrati della Procura (tempo fa sono stati arrestati alcuni funzionari) sia quelli della Corte dei Conti che ora dovranno valutare un eventuale danno erariale. I Punti Verde Qualità, come già raccontato dal Fattoquotidiano.it, sono concessioni gratuite del Campidoglio ad imprese private di immense aree verdi per 33 anni, per la progettazione e realizzazione di attività commerciali, con garanzia fideiussoria del Campidoglio per complessivi 600 milioni di euro. La loro storia inizia nel 1995 (amministrazione Rutelli) ed è proseguita fino ad ora con una gestione analoga sia delle amministrazioni di centrosinistra come quelle di centrodestra che, negli anni, hanno aumentato le garanzie fideiussorie a favore delle imprese concessionarie fino ad arrivare a ben 600 milioni di euro.
Una gestione disinvolta delle finanze pubbliche che, leggendo anche le stesse carte del Campidoglio, sembra sempre più incomprensibile. Nel 2005, per esempio, il consiglio comunale, con Veltroni sindaco, si rese conto di rischiare il tracollo finanziario con i Punti Verde Qualità e così venne approvata all’unanimità una mozione presentata da alcuni consiglieri, nella quale si misero nero su bianco i rischi ai quali si andava incontro: “L’innovatività, anche sul piano nazionale, delle procedure previste dall’intero piano dei Punti Verde Qualità e degli impianti sportivi e la sua complessità dal punto di vista amministrativo, urbanistico e, non da ultimo, finanziario hanno creato difficoltà agli istituti di credito” si legge nella mozione. Tutto questo, così, ha creato “ostacoli ai concessionari che, in alcuni casi, si sono trovati nell’impossibilità di far fronte agli impegni assunti per problemi legati alla liquidità finanziaria e alle garanzie per le anticipazioni finanziarie”.
A quel tempo la garanzia fideiussoria del Comune di Roma per l’accesso al credito delle imprese concessionarie dei Pvq ammontava a 200 milioni di euro. Ma l’amministrazione capitolina dopo circa un anno e mezzo deliberò, sempre all’unanimità, il rilascio di ulteriori fideiussioni alle imprese concessionarie per un ammontare complessivo di ulteriori 180 milioni di euro: raddoppiando il rischio paventato nella mozione approvata nel 2005. Per completare l’opera, nel 2009, il consiglio comunale, stavolta a maggioranza centrodestra e con Alemanno sindaco, ha deliberato di incrementare di 220 milioni di euro il valore complessivo del plafond dei finanziamenti assistibili da garanzia fideiussoria comunale.
Ad oggi l’amministrazione capitolina pertanto è esposta per 600 milioni di euro e nel 2011 il Campidoglio, quindi i romani, ha già dovuto sborsare 11 milioni di euro per mutui inevasi: il consiglio comunale nel 2005, insomma, aveva visto lungo, ma invece di risolvere la situazione l’ha peggiorata ulteriormente triplicando il rischio finanziario. Rischi finanziari che aumentano anche a seguito di alcuni cantieri bloccati, conseguenza dell’inchiesta penale che si sta allargando a macchia d’olio (negli ultimi giorni è emerso che risultano indagati altri tre funzionari del Comune) affiancata ora anche dall’inchiesta della Corte dei Conti.
“Decisioni inspiegabili, al limite della schizofrenia – commenta Federico Siracusa, vicepresidente del Consiglio del dodicesimo municipio, che da tempo si batte sulla questione – Tra l’altro in quella mozione, si indica una soluzione a dir poco folle, prevedendo un impegno della Giunta del Comune di Roma a consentire di costituire, a favore dei singoli concessionari dei Pvq, i diritti di superficie: praticamente l’amministrazione voleva regalare i terreni in questione alle imprese concessionarie. Un paio di mesi fa un consigliere comunale del Pd, Giulio Pelonzi, ha rilanciato questa idea sconsiderata, proponendo di estendere la concessione fino a 99 anni”.
Un’operazione molto rischiosa per l’amministrazione capitolina, quella di concedere gratis per 33 anni i terreni dove far costruire le imprese e garantirgli anche il credito con le banche. Una convenzione-concessione che però è diventata sbilanciata con gli anni. Quando partirono i Pvq nel 1995, con Rutelli, il Consiglio Comunale inserì nella delibera l’obbligo, da parte delle aziende concessionarie, di fideiussione a favore del Comune. Non solo, ma “ad opere ultimate il 20% della garanzia, come sopra presentata, sarà mantenuto quale garanzia per gli oneri relativi alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’area e per la riconsegna in perfetto stato di conservazione di tutto quanto realizzato dalla Concessionaria” prosegue il verbale di deliberazione. “Una sorta di garanzia finanziaria per far si che le imprese facessero tutto a regola d’arte, visto che il Comune di Roma gli aveva concesso gratis il terreno: un accordo bilanciato e ragionevole – spiega Siracusa – che ora invece è totalmente a favore delle imprese ed i rischi sono tutti a carico del Comune, cioè dei cittadini romani”. Un progetto equilibrato e potenzialmente utile ai cittadini romani si è trasformato in una bomba ad orologeria pronta ad esplodere dentro il bilancio comunale. Che ha già un passivo di 12,5 miliardi euro.
Roma, la beffa dei Punti verdi: il Comune da garantito a garante (per 600 milioni)
Fonte: Il fatto quotidiano
Dopo 17 anni i Punti Verdi Qualità rischiano il flop. Nel migliore dei casi. Perché su questo enorme progetto che a Roma è stato sostenuto con grande dispendio di risorse (economiche) ora indagano sia i magistrati della Procura (tempo fa sono stati arrestati alcuni funzionari) sia quelli della Corte dei Conti che ora dovranno valutare un eventuale danno erariale. I Punti Verde Qualità, come già raccontato dal Fattoquotidiano.it, sono concessioni gratuite del Campidoglio ad imprese private di immense aree verdi per 33 anni, per la progettazione e realizzazione di attività commerciali, con garanzia fideiussoria del Campidoglio per complessivi 600 milioni di euro. La loro storia inizia nel 1995 (amministrazione Rutelli) ed è proseguita fino ad ora con una gestione analoga sia delle amministrazioni di centrosinistra come quelle di centrodestra che, negli anni, hanno aumentato le garanzie fideiussorie a favore delle imprese concessionarie fino ad arrivare a ben 600 milioni di euro.
Una gestione disinvolta delle finanze pubbliche che, leggendo anche le stesse carte del Campidoglio, sembra sempre più incomprensibile. Nel 2005, per esempio, il consiglio comunale, con Veltroni sindaco, si rese conto di rischiare il tracollo finanziario con i Punti Verde Qualità e così venne approvata all’unanimità una mozione presentata da alcuni consiglieri, nella quale si misero nero su bianco i rischi ai quali si andava incontro: “L’innovatività, anche sul piano nazionale, delle procedure previste dall’intero piano dei Punti Verde Qualità e degli impianti sportivi e la sua complessità dal punto di vista amministrativo, urbanistico e, non da ultimo, finanziario hanno creato difficoltà agli istituti di credito” si legge nella mozione. Tutto questo, così, ha creato “ostacoli ai concessionari che, in alcuni casi, si sono trovati nell’impossibilità di far fronte agli impegni assunti per problemi legati alla liquidità finanziaria e alle garanzie per le anticipazioni finanziarie”.
A quel tempo la garanzia fideiussoria del Comune di Roma per l’accesso al credito delle imprese concessionarie dei Pvq ammontava a 200 milioni di euro. Ma l’amministrazione capitolina dopo circa un anno e mezzo deliberò, sempre all’unanimità, il rilascio di ulteriori fideiussioni alle imprese concessionarie per un ammontare complessivo di ulteriori 180 milioni di euro: raddoppiando il rischio paventato nella mozione approvata nel 2005. Per completare l’opera, nel 2009, il consiglio comunale, stavolta a maggioranza centrodestra e con Alemanno sindaco, ha deliberato di incrementare di 220 milioni di euro il valore complessivo del plafond dei finanziamenti assistibili da garanzia fideiussoria comunale.
Ad oggi l’amministrazione capitolina pertanto è esposta per 600 milioni di euro e nel 2011 il Campidoglio, quindi i romani, ha già dovuto sborsare 11 milioni di euro per mutui inevasi: il consiglio comunale nel 2005, insomma, aveva visto lungo, ma invece di risolvere la situazione l’ha peggiorata ulteriormente triplicando il rischio finanziario. Rischi finanziari che aumentano anche a seguito di alcuni cantieri bloccati, conseguenza dell’inchiesta penale che si sta allargando a macchia d’olio (negli ultimi giorni è emerso che risultano indagati altri tre funzionari del Comune) affiancata ora anche dall’inchiesta della Corte dei Conti.
“Decisioni inspiegabili, al limite della schizofrenia – commenta Federico Siracusa, vicepresidente del Consiglio del dodicesimo municipio, che da tempo si batte sulla questione – Tra l’altro in quella mozione, si indica una soluzione a dir poco folle, prevedendo un impegno della Giunta del Comune di Roma a consentire di costituire, a favore dei singoli concessionari dei Pvq, i diritti di superficie: praticamente l’amministrazione voleva regalare i terreni in questione alle imprese concessionarie. Un paio di mesi fa un consigliere comunale del Pd, Giulio Pelonzi, ha rilanciato questa idea sconsiderata, proponendo di estendere la concessione fino a 99 anni”.
Un’operazione molto rischiosa per l’amministrazione capitolina, quella di concedere gratis per 33 anni i terreni dove far costruire le imprese e garantirgli anche il credito con le banche. Una convenzione-concessione che però è diventata sbilanciata con gli anni. Quando partirono i Pvq nel 1995, con Rutelli, il Consiglio Comunale inserì nella delibera l’obbligo, da parte delle aziende concessionarie, di fideiussione a favore del Comune. Non solo, ma “ad opere ultimate il 20% della garanzia, come sopra presentata, sarà mantenuto quale garanzia per gli oneri relativi alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’area e per la riconsegna in perfetto stato di conservazione di tutto quanto realizzato dalla Concessionaria” prosegue il verbale di deliberazione. “Una sorta di garanzia finanziaria per far si che le imprese facessero tutto a regola d’arte, visto che il Comune di Roma gli aveva concesso gratis il terreno: un accordo bilanciato e ragionevole – spiega Siracusa – che ora invece è totalmente a favore delle imprese ed i rischi sono tutti a carico del Comune, cioè dei cittadini romani”. Un progetto equilibrato e potenzialmente utile ai cittadini romani si è trasformato in una bomba ad orologeria pronta ad esplodere dentro il bilancio comunale. Che ha già un passivo di 12,5 miliardi euro.
Rischio idrogeologico
Aree classificate a rischio idrogeologico
Pensando al Tevere che esonda e alle speculazioni edilizie in aree a rischio
Fonte: Città di Bolzano (anche se a Roma ci sono 552,66 ettari classificati a »rischio idrogeologico, sul sito del Comune non se ne parla)
Di seguito si elencano le misure di salvaguardia per le aree classificate a rischio idrogeologico secondo quanto contenuto nel DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29 settembre 1998, Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all'art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180.
(Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5/1/99Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5-1-1999)
Le aree sono suddivise in 4 classi di rischio a gravosità crescente:
Fonte: Città di Bolzano (anche se a Roma ci sono 552,66 ettari classificati a »rischio idrogeologico, sul sito del Comune non se ne parla)
Di seguito si elencano le misure di salvaguardia per le aree classificate a rischio idrogeologico secondo quanto contenuto nel DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29 settembre 1998, Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all'art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180.
(Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5/1/99Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5-1-1999)
Le aree sono suddivise in 4 classi di rischio a gravosità crescente:
- moderato/a
- medio/a
- elevato/a
- molto elevato/a
- moderato R1: per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono marginali;
- medio R2: per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l'incolumità del personale, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche;
- elevato R3: per il quale sono possibili problemi per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;
- molto elevato R4: per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socioeconomiche.
L’assassinio di A.T. domenica scorsa ha
scosso la coscienza di molte persone, i giornali hanno dedicato ampio
spazio alla vicenda della sua morte e hanno sollevato molti
interrogativi che però rischiano di rimanere senza risposta.
La classe politica che ci amministra e che si candida a governarci per i prossimi anni, invece, continua a fare finta di niente rifiutandosi non solo di ammettere le proprie responsabilità per le condizioni di totale insicurezza in cui vertono le nostre strade, ma anche di prendere in considerazione l’ipotesi di un benché minimo cambiamento futuro.
Il loro silenzio è immorale e complice e non può più essere tollerato ulteriormente.
Venerdì 16 novembre ci ritroveremo nelle piazze di tutta Italia per rompere il silenzio, per chiedere che le politiche per la prevenzione siano attuate oggi e non attraverso roboanti proclami vuoti di significato.
Venerdì sera ricorderemo Altea e tutte le altre vittime della strada, ma non manifesteremo per Altea, manifesteremo per noi stessi, per il diritto alla vita nostra e dei nostri cari.
Di seguito trovate l’elenco (in ordine alfabetico per città) degli appuntamenti confermati fino a questo momento.
Siete pregati di segnalare eventuali mancanze lasciando un commento qui sotto.
ALESSANDRIA: piazza della Libertà, lato Prefettura, ore 18:30
AREZZO: Via Calamandrei ore 18,30
BARI: Piazza Del Ferrarese, ore 19
BOLOGNA: Piazza Maggiore ore 20:30
BRESCIA: Piazza Tebaldo Brusato, ore 19:00
BRINDISI: Piazza Crispi, ore 20:30
CAGLIARI: Piazza Giovanni XXIII, Ore 21:00
CATANIA: Piazza Duomo, Ore 21:30
CHIERI: Via Palazzo di Città, ingresso Municipio, ore 19
CREMONA: palazzo Cittanova ore 19.00
FIRENZE: Piazza Della Ss Annunziata, Ore 18:30
GENOVA: Via Garibaldi, ore 18:00
LECCE: Porta Napoli, ore 21:30
MANTOVA: Piazza Mantegna, ore 19:00
MILANO: Via Solari, Ore 19:00
NAPOLI: Piazza Del Gesù, Ore 18.30
PAVIA: Piazza Leonardo da Vinci, ore 21.00
PINEROLO: davanti al Municipio, ore 20.30
PISA: piazza XX Settembre, ore 19:00
REGGIO EMILIA: piazza Prampolini, ore 19:00
ROMA: Via dei Fori Imperiali, Palo 27, ore 19:00
TORINO: Piazza Castello, ore 21.30
TRIESTE: Piazza Borsa, Ore 19:00
Per DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012 la FIAB ha organizzato una biciclettata commemorativa con partenze da Melegnano, Paullo e Lodi a Casalamaiocco, luogo dell’incidente di A.T.
Fonte: Salvaiciclisti
La classe politica che ci amministra e che si candida a governarci per i prossimi anni, invece, continua a fare finta di niente rifiutandosi non solo di ammettere le proprie responsabilità per le condizioni di totale insicurezza in cui vertono le nostre strade, ma anche di prendere in considerazione l’ipotesi di un benché minimo cambiamento futuro.
Il loro silenzio è immorale e complice e non può più essere tollerato ulteriormente.
Venerdì 16 novembre ci ritroveremo nelle piazze di tutta Italia per rompere il silenzio, per chiedere che le politiche per la prevenzione siano attuate oggi e non attraverso roboanti proclami vuoti di significato.
Venerdì sera ricorderemo Altea e tutte le altre vittime della strada, ma non manifesteremo per Altea, manifesteremo per noi stessi, per il diritto alla vita nostra e dei nostri cari.
Di seguito trovate l’elenco (in ordine alfabetico per città) degli appuntamenti confermati fino a questo momento.
Siete pregati di segnalare eventuali mancanze lasciando un commento qui sotto.
AREZZO: Via Calamandrei ore 18,30
BARI: Piazza Del Ferrarese, ore 19
BOLOGNA: Piazza Maggiore ore 20:30
BRESCIA: Piazza Tebaldo Brusato, ore 19:00
BRINDISI: Piazza Crispi, ore 20:30
CAGLIARI: Piazza Giovanni XXIII, Ore 21:00
CATANIA: Piazza Duomo, Ore 21:30
CHIERI: Via Palazzo di Città, ingresso Municipio, ore 19
CREMONA: palazzo Cittanova ore 19.00
FIRENZE: Piazza Della Ss Annunziata, Ore 18:30
GENOVA: Via Garibaldi, ore 18:00
LECCE: Porta Napoli, ore 21:30
MANTOVA: Piazza Mantegna, ore 19:00
MILANO: Via Solari, Ore 19:00
NAPOLI: Piazza Del Gesù, Ore 18.30
PAVIA: Piazza Leonardo da Vinci, ore 21.00
PINEROLO: davanti al Municipio, ore 20.30
PISA: piazza XX Settembre, ore 19:00
REGGIO EMILIA: piazza Prampolini, ore 19:00
ROMA: Via dei Fori Imperiali, Palo 27, ore 19:00
TORINO: Piazza Castello, ore 21.30
TRIESTE: Piazza Borsa, Ore 19:00
Per DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012 la FIAB ha organizzato una biciclettata commemorativa con partenze da Melegnano, Paullo e Lodi a Casalamaiocco, luogo dell’incidente di A.T.
Fonte: Salvaiciclisti
Da Greenstyle
Stop alla strage di ciclisti sulle strade italiane. È questo il messaggio della manifestazione che si terrà il 16 novembre in diverse città italiane. L’idea dell’iniziativa è partita sul web dopo la morte, domenica scorsa, della diciassettenne lodigiana travolta da un Suv e si è diffusa principalmente attraverso i social network con l’hashtag #salvaiciclisti.
Per ora, manifestazioni sono già previste, a partire dalle ore 19, a Roma, Napoli, Milano, Catania, Pavia e Bologna, ma la partecipazione è destinata a crescere anche al coinvolgimento di realtà come l’Associazione nazionale familiari vittime della strada e la Federazione amici della bicicletta.
In attesa dell’appuntamento del 16 novembre, intanto, il movimento #salvaiciclisti ha scritto alle ambasciate di Gran Bretagna, Olanda e Danimarca – Paesi notoriamente sensibili al tema della mobilità ciclabile – per chiedere la loro un intervento nei confronti del governo italiano. La richiesta, naturalmente, è sempre la stessa: prendere al più presto provvedimenti perché si fermino le stragi stradali dei ciclisti. Si legge nella lettera inviata agli ambasciatori:
L’ambasciata britannica, a quanto pare, ha già risposto
positivamente. Per il resto, gli organizzatori dell’evento si aspettano
soprattutto una grande partecipazione popolare, in bicicletta
e non solo. A Roma l’appuntamento è in via dei Fori imperiali, mentre a
Milano la manifestazione dovrebbe articolarsi in diversi flash mob in giro per la città. A Napoli, invece, il corteo di #salvaiciclisti coinciderà con l’edizione locale della Critical Mass.
Stop alla strage di ciclisti sulle strade italiane. È questo il messaggio della manifestazione che si terrà il 16 novembre in diverse città italiane. L’idea dell’iniziativa è partita sul web dopo la morte, domenica scorsa, della diciassettenne lodigiana travolta da un Suv e si è diffusa principalmente attraverso i social network con l’hashtag #salvaiciclisti.
Per ora, manifestazioni sono già previste, a partire dalle ore 19, a Roma, Napoli, Milano, Catania, Pavia e Bologna, ma la partecipazione è destinata a crescere anche al coinvolgimento di realtà come l’Associazione nazionale familiari vittime della strada e la Federazione amici della bicicletta.
In attesa dell’appuntamento del 16 novembre, intanto, il movimento #salvaiciclisti ha scritto alle ambasciate di Gran Bretagna, Olanda e Danimarca – Paesi notoriamente sensibili al tema della mobilità ciclabile – per chiedere la loro un intervento nei confronti del governo italiano. La richiesta, naturalmente, è sempre la stessa: prendere al più presto provvedimenti perché si fermino le stragi stradali dei ciclisti. Si legge nella lettera inviata agli ambasciatori:
Pensando alla vostra lunga tradizione sulla mobilità sostenibile attraverso l’uso della bicicletta, vorremmo chiedervi supporto per la grande manifestazione di protesta contro le morti stradali che stiamo preparando per il 16 novembre.
Alessandro Trovati fotografo
Venerdì 16 novembre alle 18.30 Ale Trovati racconterà le sue foto delle ultime Olimpiadi di Londra "tra fotografia e leggenda".
A Milano. LA TORNERIA Via Tortona 32, sala dibattiti 1
mercoledì 14 novembre 2012
Comunicato Legambiente
Incidenti:
“Ora basta morti”, dopo uccisione ragazza nel lodigianovenerdì mobilitazione dei
ciclisti in diverse città
Legambiente
aderisce alla manifestazione: limite a 30kmh nei centri abitati, sanzioni
pesanti per eccesso di velocità su tutte le arterie
Legambiente aderisce alla manifestazione “Ora basta morti
in strada”, che si terrà venerdì nelle città di Roma, Napoli, Milano, Catania,
Pavia, Bologna. L'iniziativa, promossa dal movimento #salvaiciclisti, è nata
spontaneamente in rete dopo l’ennesima morte sulle strade: una diciassettenne
lodigiana è stata travolta da un Suv ad altissima velocità mentre era in gita in
bici con il suo gruppo scout domenica scorsa.
“Qualunque sia la causa che determina un incidente è la
velocità a determinarne l’esito –
sottolinea Legambiente – Se uno al volante si distrae a 20 all’ora al
massimo provoca lividi ed escoriazioni, se si distrae a 50 all’ora uccide un
pedone o un ciclista 7 volte su 10. Se davvero gli amministratori pubblici
vogliono aumentare la sicurezza degli utenti della strada bisogna immediatamente
ridurre la velocità a 30 kmh nei centri abitati con esclusione delle principali
arterie di scorrimento. E su tutte le altre arterie bisogna utilizzare la
tolleranza zero e prevedere sanzioni pesanti per la guida pericolosa,
cominciando a far funzionare da subito la patente a
punti”.
venerdì 9 novembre 2012
Toscana ciclabile, qualcosa si muove
Fonte: La Nazione
Toscana, 27 ottobre 2012 - In progetto cinque grandi itinerari ciclabili e uno stanziamento pari a nove milioni di euro in tre anni per fare in modo che la Toscana sia sempre più una 'terra di ciclisti'. Questo il progetto della Regione per una grande rete regionale della mobilità ciclabile, che attraversi in più direzioni tutto il territorio toscano, di cui ha parlato oggi l'assessore toscano alle infrastrutture ed ai trasporti Luca, intervenuto a una tavola rotonda a Rapolano Terme (Siena) per il convegno 'Idee pedalabili 2012' organizzato da Ari in collaborazione con Regione Toscana e Provincia di Siena.
Le cinque grandi vie ciclabili previste nel nuovo Priim, il Piano regionale integrato delle infrastrutture e della mobilità, saranno la ciclopista dell'Arno, dal monte Falterona alla foce attraverso 48 comuni e 4 province per un totale di 270 km in parte già realizzati (progetto in collaborazione con Fiab); la ciclopista Tirrenica, lungo tutto il litorale toscano dalla provincia di Grosseto a quella di Massa Carrara; la ciclopista della via Francigena, lungo l'antico tracciato della strada dei pellegrini; l'itinerario ciclabile dei 'Due Mari', da progettare lungo un percorso che partirà dal litorale tirrenico, toccherà Grosseto-Siena-Arezzo e poi dovrebbe proseguire sull' altro versante dell'Appennino fino al mare Adriatico; la rete regionale delle ciclostazioni, una rete di 'stazioni' per biciclette poste vicino alle stazioni ferroviarie, nata dall'idea di favorire lo scambio tra i mezzi di trasporto più sostenibile dal punto di vista ambientali, cioè bicicletta e treno (progetto in collaborazione con Fiab).
Il primo progetto sul quale si lavorerà, si spiega in una nota della Regione, sarà quello della ciclopista dell'Arno, un progetto in parte già realizzato sul quale saranno investiti i 9 milioni di euro destinati dalla Regione. Si stima che entro il 2015 il 50% della ciclopista dell'Arno sarà ultimato. Gli altri itinerari sono ancora in fase di definizione, i loro progetti progrediranno contemporaneamente alla realizzazione della prima grande arteria ciclabile della Toscana.
''E' arrivato il momento di fare un salto di qualità gettando le basi per una vera rete regionale di piste ciclabili - ha detto Ceccobao - abbiamo deciso di destinare a questo scopo ben 9 milioni di euro in tre anni, partendo dall'ambizioso progetto di una ciclopista dell'Arno che segua il corso del fiume dalla sorgente alla foce. Faremo questo investimento perché crediamo nell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto urbano ed extraurbano. E crediamo anche nel cicloturismo come mezzo per incentivare il turismo sostenibile.
Si tratta di un investimento sicuramente produttivo, che faremo ispirandoci a criteri di sobrietà nell'utilizzo delle risorse: ove possibile realizzeremo le piste ciclabili su strade già esistenti. Il 2013 sarà inoltre l'anno dei Mondiali di ciclismo - ha aggiunto - ospitati per la prima volta in Toscana. Un evento importante, che offre inoltre l'occasione per la realizzazione di interventi di adeguamento, manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle strade sulle quali si svolgerà la competizione''.
Toscana, 27 ottobre 2012 - In progetto cinque grandi itinerari ciclabili e uno stanziamento pari a nove milioni di euro in tre anni per fare in modo che la Toscana sia sempre più una 'terra di ciclisti'. Questo il progetto della Regione per una grande rete regionale della mobilità ciclabile, che attraversi in più direzioni tutto il territorio toscano, di cui ha parlato oggi l'assessore toscano alle infrastrutture ed ai trasporti Luca, intervenuto a una tavola rotonda a Rapolano Terme (Siena) per il convegno 'Idee pedalabili 2012' organizzato da Ari in collaborazione con Regione Toscana e Provincia di Siena.
Le cinque grandi vie ciclabili previste nel nuovo Priim, il Piano regionale integrato delle infrastrutture e della mobilità, saranno la ciclopista dell'Arno, dal monte Falterona alla foce attraverso 48 comuni e 4 province per un totale di 270 km in parte già realizzati (progetto in collaborazione con Fiab); la ciclopista Tirrenica, lungo tutto il litorale toscano dalla provincia di Grosseto a quella di Massa Carrara; la ciclopista della via Francigena, lungo l'antico tracciato della strada dei pellegrini; l'itinerario ciclabile dei 'Due Mari', da progettare lungo un percorso che partirà dal litorale tirrenico, toccherà Grosseto-Siena-Arezzo e poi dovrebbe proseguire sull' altro versante dell'Appennino fino al mare Adriatico; la rete regionale delle ciclostazioni, una rete di 'stazioni' per biciclette poste vicino alle stazioni ferroviarie, nata dall'idea di favorire lo scambio tra i mezzi di trasporto più sostenibile dal punto di vista ambientali, cioè bicicletta e treno (progetto in collaborazione con Fiab).
Il primo progetto sul quale si lavorerà, si spiega in una nota della Regione, sarà quello della ciclopista dell'Arno, un progetto in parte già realizzato sul quale saranno investiti i 9 milioni di euro destinati dalla Regione. Si stima che entro il 2015 il 50% della ciclopista dell'Arno sarà ultimato. Gli altri itinerari sono ancora in fase di definizione, i loro progetti progrediranno contemporaneamente alla realizzazione della prima grande arteria ciclabile della Toscana.
''E' arrivato il momento di fare un salto di qualità gettando le basi per una vera rete regionale di piste ciclabili - ha detto Ceccobao - abbiamo deciso di destinare a questo scopo ben 9 milioni di euro in tre anni, partendo dall'ambizioso progetto di una ciclopista dell'Arno che segua il corso del fiume dalla sorgente alla foce. Faremo questo investimento perché crediamo nell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto urbano ed extraurbano. E crediamo anche nel cicloturismo come mezzo per incentivare il turismo sostenibile.
Si tratta di un investimento sicuramente produttivo, che faremo ispirandoci a criteri di sobrietà nell'utilizzo delle risorse: ove possibile realizzeremo le piste ciclabili su strade già esistenti. Il 2013 sarà inoltre l'anno dei Mondiali di ciclismo - ha aggiunto - ospitati per la prima volta in Toscana. Un evento importante, che offre inoltre l'occasione per la realizzazione di interventi di adeguamento, manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle strade sulle quali si svolgerà la competizione''.
giovedì 8 novembre 2012
Mercato auto italiano in calo: nel 2012 spesi 25 miliardi
A fine 2012 si saranno spesi in Italia 25 miliardi di euro
per acquistare automobili nuove. Una cifra mostruosa, che segna rispetto al
2011 un crollo del -22% /a sua volta -5% rispetto al 2010.Sono alcuni dei dati
contenuti nella ricerca annuale “Il Mercato Auto a Valore 2012”.
La ricerca è promossa
dal Centro Studi Fleet&Mobility con il Master sull’Automobile di Roma. Le
vetture immatricolate nell’anno in corso non supereranno 1 milione 400 mila
unità (-20% sul 2011, già in calo dell’11% sul 2009). I consumi di famiglie e
aziende si stanno orientando sulle utilitarie, preferite alle auto di fascia
medio-alta.
INVECE DI INCENTIVARE L'INDUSTRIA DEGLI AUTOBUS O DEI PANNELLI SOLARI , SI CONTINUA A SPREMERE UN SETTORE IN CALO COSTANTE DA 3 ANNI
UN MODO PER BUTTARE SOLDI PUBBLICI?
Notizia qui.
| COSA FANNO I GOVERNI?
PIANO UE PER L'AUTO, PRONTI 2 MILIARDI DI EURO
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mercoledì 7 novembre 2012
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