italiana di psicoanalisi organizza una giornata di studi a Roma. «È un virus, dobbiamo organizzare le difese»
La lunga guerra al pregiudizio
Così i razzismi si combattono nel cervello. E nella cultura
Fonte e articolo completo: Corriere della Sera
[...]In pratica funzionerebbero come un meccanismo di difesa 
caratterizzato dalla proiezione, per cui si attribuiscono ad altri 
quelle parti di sé che non si riesce a riconoscere come proprie e dunque
 ad eliminare. Per questo succede che i propri istinti aggressivi 
vengano trasposti sugli stranieri, che la nostra avidità misconosciuta 
finisca per essere associata agli ebrei, che gli omosessuali siano un 
simulacro delle nostre ansie di passività e che certe caratterizzazioni 
delle donne parlino della nostra paura di non essere all’altezza. In 
questo senso, spiega Argentieri, «la non integrazione psicologica e la 
lontananza dal proprio sentire autentico sono uno dei terreni più 
fertili per la nascita di pregiudizi». Quante volte chi esordisce 
dicendo «Non ho pregiudizi, ma…» finisce per rivelarne più degli altri. 
Sono contenuti che forniscono un ottimo strumento di analisi, dicono 
molto di noi e delle nostre paure, ma non dimentichiamoci la carica di 
aggressività che portano con loro. 
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