venerdì 14 giugno 2013

Filosofia del multitool

Il Wenger Swiss Army 16999, costa sui 1359 dollari. Un vero delirio della filosofia multitool 
Concretizza il sogno arcaico dell'oggetto magico e multifunzione, fra Giovani Marmotte, truppe speciali, weekend all'aria aperta e la filosofia "faccio da me" o "fattelo da te", oppure al contrario "faccio tutto io". Il multitool è uno dei tanti archetipi del nostro tempo. Si potrebbe organizzare una mostra solo con questo tipo di oggetti. A volte sono molto utili, in altre occasioni sono solo begli oggetti, dalla funzionalità limitata, in altri casi sono ingestibili. Certo, l'aggregazione di più funzioni a volte sacrifica qualcosa, a volte troppe cose. E in certi casi, mettere insieme troppe cose può essere anche pericoloso, soprattutto quando è necessario esercitare una certa forza. E quando davvero si vuole alleggerire a tutti i costi il bagaglio, gli attrezzi a disposizione saranno sempre troppo pochi.
Courtesy of © Rotazioni Lab Museum
Qui vedete una piccola raccolta di multitool (due li ho trovati per strada, sono i meno prelibati). Da sinistra in alto, potete ammirare il famoso coltellino svizzero Victorinox, due multitool ciclistici, un cacciavite, in basso da sinistra un altro cacciavite, un multitool da ubriaconi e una chiave mutipla per sportelli.

Ho ragionato un po' su questo tipo di attrezzi. Due sono i problemi cruciali.Uno è l'importanza di non farsi male e di lavorare bene e rapidamente; l'altro è capire se vale la pena portarsi in viaggio o dove che sia il moltitool invece di attrezzi interi. È un fatto evidente che nel settore meccanico professionale i multitool non esistono, se non vogliamo considerare tali le chiavi combinate e altri attrezzi a multifunzionalità limitata.

Un tipo di attrezzo multiplo che non ha mai riscosso la mia simpatia è quello, vendutissimo, con le pinze pieghevoli, che forse ha soppiantato nell'immaginario collettivo il vecchio coltellino svizzero, a cui invece rimango molto affezionato.  

Non ho mai capito l'utilità di questa roba. Per me è molto meglio portarsi dietro un bel paio di pinze di buona qualità e un coltellino svizzero, invece di attrezzi siffatti, che raggiungono peraltro prezzi elevati, fino a travalicare nel feticismo: un oggetto del desiderio che in realtà non si usa mai e mai si userà.

Per la bicicletta, il mercato offre attrezzi molto diversi tra loro e per tutte le tasche. Si va da quello indicato per una bici da corsa con sganci rapidi, dotato solo di qualche chiave a brugola, tiraraggi, cacciaviti, ad attrezzi più complessi, che includono persino lo smagliacatena. Questi sono i miei multitool.


In alto a sinistra l'attrezzo che mi porto sempre appresso, assieme a tre cacciacopertoni Schwalbe (per me i migliori): è dotato anche di chiavi da 15 e da 13 (ma non da 14, chissà perché). L'attrezzo si può dividere in due - come del resto quello più in basso-, in modo da poter lavorare sui bulloni, che altrimenti girerebbero a vuoto. Comunque porto con me anche due chiavi inglesi, per l'esattezza una Beta 12-13 e una Usag 14-15 (sono molto attento alla par condicio), perché non basta certo quell'affare ad allentare o stringere il dado di una ruota a scatto fisso. In alto a destra vedete un moltitool leggero, acquistato durante un viaggio in bici in Germania: ha un solo cacciacopertoni, quindi non molto utile in realtà, e il coltellino per sbucciare una mela. Quello in basso ha lo smagliacatena, che però si rivela di difficile impiego. Preferisco portarmi appresso lo smagliacatena normale.


Il mio consiglio è di lasciare stare i prodotti economici, anche se la plastica si annida anche in attrezzi più costosi. E, una volta effettuato un acquisto, provare l'attrezzo a casa con calma. Se ne comprenderanno così  limiti e vantaggi, molto meglio che su strada quando, magari sotto l'acqua o di notte, le condizioni operative saranno più svantaggiose.

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