Finisce il 2012 ed è fresco fresco di cavalierato, per poco ammazzato sulla strada (dettagli qui), il ciclista britannico Sir Bradley Wiggins, vincitore di un oro olimpico e del Tour de France. Da illusi quali siamo, ci piace pensare al conferimento del titolo imperiale anche per l'investimento da parte di un pulmino nel novembre scorso.
Nell'anno degli appelli per la sicurezza stradale del Times di Londra e di Salviamo i ciclisti, per il web #sic, in Italia. Si chiude un anno, forse un'epoca ma per la ciclabilità complessiva dell'Italia siamo molto lontani da uno standard europeo accettabile. Si è mosso qualcosa, certamente, ma cambierà qualcosa? La crisi rema contro sui grandi progetti, ma i ciclisti nelle città aumentano.
C'è ancora molto da lavorare, soprattutto nell'immaginario collettivo. Il ciclista urbano, a livello statistico almeno, alla prova dei fatti è ancora troppo simile a una indigesta figurina, fatta con i pochi e stantii stereotipi a disposizione. Una figurina che i sampietrini e un po' di vento o pioggia mettono subito in crisi. Andare in bici è pericoloso, come fai?, che coraggio, ecc. Peccato. Le parole e il web servono a poco, ci vorrebbe più coraggio e bisognerebbe mettere sotto pressione sul serio le amministrazioni pubbliche. Con proteste ripetute, sonore e scandalose. Buon 2013.
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