Comunicato Legambiente
Referendum trivellazioni in mare, 17 aprile
Legambiente: “Tempi strettissimi per il
coinvolgimento dei cittadini.
Il Governo punta sulla mancata informazione
e compromette la partecipazione democratica”
“La scelta del governo di far votare
gli italiani il 17 aprile comporta che i tempi per informare i cittadini sul
referendum sulle trivellazioni in mare e sull’importanza del quesito siano
strettissimi, ma ce la metteremo tutta per coinvolgere gli italiani in questa
partita importantissima”. Rossella Muroni, presidente di Legambiente, torna a
sottolineare come la decisione del governo di fissare il referendum il 17
aprile, e di non averlo voluto accorpare alle elezioni amministrative che si
terranno più avanti, limiti fortemente le possibilità di coinvolgimento e
quindi di partecipazione degli italiani a una consultazione che interessa tutto
il paese.
Per legge, la propaganda elettorale, con le
sue regole e i suoi divieti, inizia infatti dal 30° giorno antecedente la
votazione; in questo caso il 18 marzo, come riportato nella circolare del
Ministero dell’Interno del 26 febbraio ai prefetti della Repubblica.
“Sarebbe stato necessario avere più tempo a
disposizione per spiegare che tutto il petrolio presente sotto il mare italiano
basterebbe al nostro Paese per sole 7 settimane - prosegue Muroni - mentre già
oggi produciamo più del 40% di energia da fonti rinnovabili. E che se si vuole
mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere
occorre votare Sì, perché così le attività petrolifere in mare entro le 12
miglia andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale”
fissata al momento del rilascio delle concessioni”.
Tenendo presente, inoltre, che i promotori
di questo referendum sono 9 Consigli Regionali e che, per legge, dalla data di
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Presidente della
Repubblica “è fatto divieto alla pubbliche amministrazioni di svolgere attività
di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale e
indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”, ci si può
rendere conto di quanto siano ristretti i margini dell’informazione ai
cittadini su questa consultazione popolare.
I promotori chiedono di cancellare la norma
che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio
entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo.
Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il
futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e
le attività petrolifere già in corso non avrebbero più scadenza certa. Il testo
del quesito è il seguente: «Volete voi
che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma
239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità
2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del
giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».
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