GREENPEACE:
CINQUE ANNI DOPO FUKUSHIMA CIRCA CENTOMILA PERSONE NON SONO ANCORA TORNATE A
CASA
MOSCA, 9.03.16 –
Cinque anni dopo il disastro di Fukushima, avvenuto l’11 marzo 2011, circa
centomila persone non sono ancora tornate a casa. I sopravvissuti di Cernobyl
continuano a mangiare cibo con livelli di radioattività oltre i limiti, a
trent’anni dalla catastrofe che ha privato centinaia di migliaia di persone
della loro casa.
Entrambi i disastri
continuano ad avere un impatto sulla vita quotidiana di milioni di persone,
come emerge da “L’eredità nucleare di Fukushima e Cernobyl”, una ricerca di
Greenpeace condotta in Giappone, Ucraina e Russia.
“Per chi vive
a Fukushima non si intravede la fine di questo incubo” afferma Junichi Sato,
direttore esecutivo di Greenpeace Giappone. “L’industria nucleare e i governi
di tutto il mondo hanno perpetuato il mito che si può tornare alla normalità
dopo un incidente nucleare, ma l’evidenza mostra che questa è solo retorica”.
Dal rapporto di
Greenpeace emerge che i governi stanno riducendo le misure di protezione dalla
radioattività sia in Giappone che nei Paesi contaminati dal disastro di
Cernobyl. Il monitoraggio ambientale e alimentare è stato tagliato nel
secondo caso, mentre a Fukushima il governo vuole che la maggioranza della
popolazione evacuata faccia rientro a casa nel 2017 anche se le aree sono
ancora contaminate. Greenpeace chiede ai governi di continuare a fornire il
dovuto sostegno economico ai sopravvissuti di Cernobyl e Fukushima.
Molti effetti
negativi sulla salute sono stati osservati nelle comunità colpite da Cernobyl e
da Fukushima e il monitoraggio della radioattività nei boschi ha mostrato un
rischio elevato per la popolazione.
Trent’anni dopo
Cernobyl circa cinque milioni di persone vivono in aree contaminate, nelle
quali il tasso di mortalità è molto più alto della norma, il tasso di natalità
è notevolmente più basso, l’incidenza di tumori è aumentata e il manifestarsi
di malattie mentali è molto diffuso. A Fukushima, è stata registrata una
crescita nell’incidenza di tumori alla tiroide tra i bambini, che non può
essere pienamente giustificata dall’aumento dei controlli, e quasi un terzo
delle madri che vivevano vicino ai reattori danneggiati ha mostrato sintomi di
depressione.
Per la prima volta
nella storia del Giappone proprio oggi un tribunale locale ha ordinato lo stop
di due reattori nucleari per ragioni di sicurezza. I reattori 3 e 4 di Takahama
erano stati riaccesi a fine gennaio, ma il reattore 4 era già stato bloccato
dopo tre giorni per un problema tecnico. In Giappone rimangono così al momento
solamente due reattori in funzione.
Leggi la sintesi
(in italiano) de “L’eredità nucleare di Fukushima e Cernobyl”: http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/Leredita-nucleare-di-Fukushima-e-Cernobyl/
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