Questa immagine di Lartigue (1894–1986) risulta emblematica come poche altre. Il sorpasso emblematico dell'auto sul velocipede, o del velocipede sull'auto, chissà...E Lartigue, all'altezza dell'anno 1912 non doveva faticare molto per intravedere ciò che di lì a qualche anno sarebbe accaduto, non tanto con la motorizzazione di massa, da cui siamo ben lontani, quanto dal ruolo egemonico del mezzo a motore sulle strade. Insomma, lo sguardo del ciclista, così come lo cogliamo oggi, non è uno sguardo complice o di condivisione di un percorso, quanto piuttosto un'occhiata spaventata al bestione che si affianca. Un'occhiata simile a quella di certi animali braccati, anche se non possiamo vedere i suoi occhi. E poi c'è l'automobilista, simile in tutto a quelli oggi. Calato nel suo isolamento, incapace di contraccambiare lo sguardo del ciclista. Elitario, certamente, come la maggior pare dei soggetti di Lartigue, che si concentrò sugli aerei e soggetti femminili della Parigi aristocratica. Lavorò anche nel backstage di registi come Abel Gance, Robert Bresson, François Truffaut e Federico Fellini.
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