giovedì 19 dicembre 2013

Raccolta differenziata a San Francisco, un modello per chi vuole fare qualcosa


Fonte: Internet ( caseclima ; daebyday )

Come fare la raccolta differenziata (quasi) perfetta: il caso San Francisco

La raccolta differenziata perfetta, o quasi, esiste: il caso della città di San Francisco è da imitare e studiare...

Gaia Tomasi
La città di San Francisco è all'avanguardia nella raccolta differenziata, al punto da essere arrivata a sfiorare l'80% di rifiuti differenziati. Questi livelli di raccolta differenziata sono altissimi, soprattutto se pensiamo che San Francisco ha 7 milioni di abitanti e può essere più complicato organizzare la raccolta dei rifiuti.
Il progetto "zero waste" consiste nella sensibilizzazione dei cittadini alla raccolta differenziata associata a iniziative forse semplici ma davvero ingegnose.
Prima di tutto a San Francisco i cittadini hanno solo tre bidoni della spazzatura e differenziano i non riciclabili, i rifiuti organici e tutto ciò che può essere recuperato (carta, plastica, metalli).

Semplicità e ordinanze per ridurre la presenza in città di rifiuti non riciclabili

La semplicità del sistema è un fattore vincente della raccolta differenziata a San Francisco, insieme all'obbligo per le aziende di produrre e acquistare solo prodotti il cui packaging può essere recuperato tramite raccolta differenziata.
Facciamo un esempio: un nuovo prodotto non ha un packaging che può essere recuperato, non è di plastica riciclabile o di carta. Ecco che scatta l'ordinanza del sindaco della città che vieta la commercializzazione in città di quel prodotto, fino al cambiamento della confezione.
E' un sistema basato sulla semplicità quindi quello di San Francisco per la raccolta differenziata, che andrebbe analizzato, messo a confronto con la situazione italiana e applicato anche qui da noi.
Infatti uno dei problemi della raccolta dei rifiuti in Italia è l'eccesso di packaging dei prodotti, che sarebbe un po' meno dannoso se i contenitori fossero riciclabili: non sempre è così.
Se lo stesos sistema di San Francisco fosse applicato anche qui da noi, i cittadini potrebbero segnalare la presenza di materiali non riciclabili sugli scaffali dei supermercati e aumentare vertiginosamente la percentuale di materiali recuperati.


*
La strategia di San Francisco per “Rifiuti Zero” al 2020
La città promuove il riciclaggio e il compostaggio, con forme di raccolta differenziata domiciliarizzata


“Zero Waste”, dall'inglese zero rifiuti o zero sprechi, a seconda del contesto. E' questo l'ambizioso traguardo che si è posto San Francisco.
Tra le città americane con la più alta densità di popolazione, con i suoi 800.000 abitanti la città californiana ha intrapreso da ormai quasi 25 anni questa strada: l'obiettivo, fissato al 2020, è quello di arrivare a una percentuale del 100% di rifiuti fuori dalle discariche. Per riuscirvi, tutti i comuni della Bay Area sono stati coinvolti in una serie di attività di riciclaggio.

IL PESO DELL'INFORMAZIONE DEI CITTADINI. Il sindaco Ed Lee è impegnato in prima fila in questa battaglia. Attualmente, la principale società di di gestione dei rifiuti, "Recology", riesce a deviare quasi l'80% dei rifiuti dalle discariche e dagli inceneritori per destinarli al processo di riciclaggio o trasformarli in compost. Affinché la comunità sia coinvolta, spiega la giunta di Lee, bisogna riuscire a informare e motivare i cittadini stessi, rendendoli partecipi degli obiettivi della loro città. L'idea è quella di rendere le pratiche di smaltimento intelligente dei rifiuti delle abitudini quotidiane e spontanee.
DAL 1989. Certo, poi, occorre tutto un sistema di norme a cui attenersi. A partire dal 1989, San Francisco ha formulato una serie di ordinanze, introducendo requisiti più rigorosi per la gestione dei rifiuti. Come prima mossa, alle contee della Bay Area è stato richiesto di deviare il 25% dei propri rifiuti fuori dalle discariche entro il 1995. Questa percentuale è stata poi aumentata al 50% entro il 2000. Un passo alla volta, spiega il sindaco della città, verso un grande traguardo.
UNA LEGGE OBBLIGA A RICICLARE. Parallelamente al sistema di norme, infatti, sono state introdotte diverse misure minori, ma altrettanto importanti nella strategia complessiva. Nel 2002 è stato ad esempio fatto l'obbligo per i ristoranti e i negozi di alimentari di utilizzare recipienti take away riciclabili o compostabili e per i cittadini di eseguire la raccolta differenziata, in forma domiciliarizzata. “Abbiamo messo in atto campagne di informazione e tutti, imprese e cittadini, pagano in base al volume di rifiuti che producono”, spiega Jack Macy, responsabile del programma “Zero Waste”. “La raccolta viene sostenuta esclusivamente con questa imposta. Abbiamo infine emanato una legge che obbliga a riciclare, per convincere anche alcuni soggetti più restii”.
REVISORI ITINERANTI. Infine, l'amministrazione ha messo in piedi una squadra di revisori, incaricati di verificare i contenuti dei rifiuti dei residenti per garantire uno smistamento corretto e spiegare agli abitanti della città come distinguere tra rifiuti, materiali riciclabili e compostabili.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.