REFERENDUM TRIVELLE, SI VOTA IL 17 APRILE. GREENPEACE:
"LA PAURA DI RENZI COSTA AGLI ITALIANI 400 MILIONI"
Roma, 17 febbraio 2016 - Il capo dello Stato Sergio
Mattarella ha firmato il decreto sulle norme in materia ambientale che indice
il referendum popolare sulle trivelle per il 17 aprile. Greenpeace accoglie la
notizia rimettendo ai veri responsabili di questa decisione, Renzi e i suoi
ministri, responsabilità gravissime.
Secondo l'associazione ambientalista, lo spreco gratuito
di risorse pubbliche - che sarebbe stato possibile risparmiare con l'Election
Day - coincide in questo caso con una sottrazione di democrazia
ingiustificabile. La durata della campagna elettorale risulta compressa al
limite della legge: è possibile, ad esempio, che non vi siano i tempi tecnici
per garantire almeno i 45 giorni previsti dalla legge sulla par condicio.
Secondo Greenpeace Renzi ostacola apertamente il diritto
degli italiani a informarsi e a esprimersi consapevolmente il giorno del voto.
E lo fa a loro spese, sprecando tra i 350 e i 400 milioni di euro di soldi
pubblici. Tutto per scongiurare il quorum elettorale, svilire l'istituto
referendario, avvantaggiare i petrolieri.
Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e
Clima di Greenpeace, dichiara: "Renzi, pur di fare cassa, aveva esordito
vendendo auto blu su eBay. Ancora prima il PD, sempre per risparmiare risorse,
aveva giustamente fatto pressione su Berlusconi per accorpare i referendum con
le amministrative nel 2011. Oggi hanno cambiato verso. Fanno esattamente quanto
fece il loro storico avversario, nel tentativo evidente di ridurre la
partecipazione al voto. Il fatto è che la maggioranza degli italiani è
contraria alle trivelle e Renzi lo sa bene".
Greenpeace farà di tutto per informare gli italiani sulla
posta in gioco con questo referendum e per contrastare i mezzi truffaldini con
cui il governo, di fatto, pratica una strisciante censura ai danni dei
cittadini.
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