martedì 11 febbraio 2014

Radio Caterina

...Le perquisizioni della Gestapo si erano sempre succedute con frequenza dannata e venivano sempre eseguite con tanta scrupolosa meticolosità da oltrepassare spesso i limiti della decenza. Tuttavia, dopo diciannove mesi di Lager, ecco saltar fuori macchine fotografiche a dozzine e bandieroni tricolori di tre metri per quattro. Dalla parte francese non venne a galla nemmeno una coccarda. Il fatto è che gli italiani sono bravissimi in queste faccende, e io una volta in Polonia, durante un trasferimento da un campo all'altro, vidi un tenente siciliano uscire dalla baracca della perquisizione, in camicia perché l'avevano fatto spogliare: e ricordo che teneva sulle braccia il fagotto dei suoi vestiti, e dentro il fagotto c'era una grossa radio a sei valvole...
...Gli italiani sanno "arrangiarsi" meravigliosamente bene, e questa è la qualità negativa che più ci danneggia: ma allora risultava un fattore positivo perché, per esempio, gli apparecchi radio nascevano dal niente. Bastava una valvolina: il resto lo si faceva tutto in casa, compresa la cuffia e le pile, e il complesso stava comodamente dentro una gavetta e funzionava in tal modo che, quando ad esempio il signor Churchill ancora parlava, per le baracche giravano già i fogliettini con la prima parte del discorso tradotta in italiano.
Quando si tratta di "far fesso" qualcuno, per noi italiani la questione diventa di prestigio nazionale e si vedono cose impensabili. Si vede, per esempio, l'ingegner M. (Martignago, N.d.R.), un personaggio massiccio, dignitoso e arcigno come una equazione di settimo grado, avvicinarsi tranquillo alla bicicletta che un sergente della Gestapo appoggia ogni giorno alla baracca dell'ufficio pacchi. Sotto gli occhi della sentinella, annidata sulla torretta lì vicino, il grosso uomo svita con indifferenza la dinamo dal biciclo, se la porta in luogo appartato, la smonta, toglie il filo di rame dell'avvolgimento, rimonta il meccanismo, ritorna al biciclo, riavvita la dinamo. Ed ecco procurata la bobina di cui abbisogna la radio... 

Giovannino Guareschi, Diario clandestino, Rizzoli, Milano, 1949.
ricostruzione di radio Caterina
Un articolo di Guareschi del 1946 su Caterina, qua.
Altre informazioni sulle radio costruite nei cmpi di prigionia della Seconda guerra mondiale, qui.

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