Comunicato Aduc (su dati Istat)
TURISMO: ISTAT, CALO DRASTICO DEL 20%
DEI VIAGGI, PER ADOC BISOGNA RIPARTIRE DALL’ABC –
AMBIENTE/BENESSERE/CULTURA
Proposta dell’Adoc, abbassare l’Iva
al 5% su servizi e prodotti legati al turismo, si avrebbe un rialzo dei viaggi
di almeno il 10%
Roma, 12 febbraio 2014 – L’Istat
ha registrato un crollo del 20% del numero di viaggi da parte degli italiani
nell’ultimo anno, per Adoc bisogna puntare su Ambiente, Benessere e Cultura,
valorizzando anche la produzione enogastronomica italiana e l’immenso patrimonio
storico-culturale-naturale di cui disponiamo.
“Il turismo tradizionale è in
forte crisi, come evidenziato anche dai dati dell’Istat. L’Italia
non può fare a meno di questo settore, è necessario valorizzarlo ripartendo
dall’ABC: Ambiente-Benessere-Cultura – dichiara Lamberto Santini, Presidente
dell’Adoc – il turismo ambientale vive della grande spinta degli agriturismi,
grazie sia ai prezzi più convenienti rispetto agli alloggi tradizionali sia alla
possibilità di soggiornare in zone a grande impatto ambientale e paesaggistico.
E’ una tipologia di turismo diffusa in tutta Italia, che ogni anno aumenta il
suo bacino d’utenza. Visto l’immenso patrimonio naturale di cui disponiamo
sarebbe delittuoso non sfruttarne il potenziale, migliorando l’offerta sia in
termini qualitativi che quantitativi, guardando anche e soprattutto ai turisti
stranieri, valorizzando e tutelando i paesaggi naturali. Il turismo termale
centrato sul benessere fattura circa 1 miliardo di euro l’anno. In Italia
nell’ultimo anno circa il 5% dei turisti, pari a 6 milioni, di cui il 70%
italiani e il 30% stranieri, ha soggiornato presso un centro termale, una
percentuale in crescita dell’1,5% annuo. Le principali Regioni dove si concentra
tale forma di turismo sono la Toscana (40% delle preferenze), il Veneto (25%),
il Trentino-Alto Adige (20%), la Campania, l’Emilia-Romagna e il Lazio (10%). Il
turismo di benessere è cresciuto anche grazie al proliferare di offerte sui siti
web di gruppi d’acquisto, che offrono la possibilità di spendere in media il 30%
in meno rispetto alle normali tariffe. Per ultimo il turismo culturale e
religioso. Se per la prima tipologia emergono le città d’arte come Firenze,
Venezia e Roma, è soprattutto la seconda che sta vivendo un periodo di grande
crescita. Roma è la più importante meta religiosa del mondo cattolico, ogni anno
viene visitata da circa 16 milioni di pellegrini, dei quali circa il 40% è
rappresentato da stranieri. Sono complessivamente 25 milioni i turisti che in
Italia optano per il turismo di fede. Il turismo religioso va fatto conoscere e
va diffuso, occorre sviluppare e migliorare le strutture ricettive e culturali,
farli diventare dei business strategici, in grado di attrarre turisti in tutte
le stagioni, soprattutto gli stranieri. Per fare un paragone il Santuario della
Madonna di Lourdes accoglie ogni anno 5 milioni di visitatori, un terzo di Roma
mentre il Cammino di Santiago in Spagna riceve la visita di circa 350mila
pellegrini l’anno. In Italia Roma attrae il 65% dei turisti “di fede”, staccando
e di molto altri importanti luoghi come la Basilica di San Francesco ad Assisi,
la Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e l’intera Via Francigena. Il giro
d’affari di Roma è equivalente al 60% dell’intero fatturato proveniente dal
turismo religioso in Italia, pari a 5 miliardi di euro annui. Bisogna anche
puntare sul turismo enogastronomico, potenziando e rivalutando tutto il comparto
Made in Italy del settore. E’ un nostro punto di forza riconosciuto a livello
internazionale, sarebbe saggio puntarci tutto l’impegno possibile.”
Un’altra possibilità di rilancio
per il turismo viene, a parere dell’Adoc, da una riduzione dell’imposta sul
valore aggiunto, portandola dal 10 al 5%. I vantaggi sarebbero evidenti,
traducendosi in maggiori consumi, investimenti e posti di lavoro.
“Uno dei modi per rilanciare il
turismo è abbassando l’Iva che grava sul settore, portandola dall’attuale 10% al
5% – continua Santini – l’iniziale perdita del gettito Iva sarebbe
immediatamente assorbita dall’aumento, secondo nostre stime del 10% minimo, dei
consumi turistici e dei consumi collegati, nonché dall’aumento della base
imponibile. Inoltre si creerebbero condizioni favorevoli per maggiori
investimenti nel settore e per un incremento dei posti di lavoro. “
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