Claudio Palmulli, un ragazzo disabile, figlio di Maurizio, il celebre Mister Ok che ogni primo dell'anno si gettava nel Tevere. Claudio è partito da Dragoncello alle 4 di mattina per arrivare a Montecitorio intorno alle 12. Innumerevoli i problemi riscontrati. Dalla pista ciclabile di Ostia, impraticabile a causa delle radici sporgenti a barriere di ogni tipo: «Sono anche caduto a causa delle barriere architettoniche». All'arrivo Claudio ha lanciato un appello al sindaco Ignazio Marino: «Se non si agevola la mobilità dei disabili, rimarremo sempre chiusi in casa, come in una gabbia».
La mobilità dei disabili è la cartina di tornasole del livello di civiltà nelle nostre metropoli. Prima ancora della mobilità dei pedoni e quella dei ciclisti. Roma soffre di tanti problemi, uno macroscopico riguarda le carenze dei mezzi pubblici, l'altro è la dittatura dell'automobile che detta legge, impone le sue regole (che non sono quelle del Codice della strada né della convivenza civile), crea barriere, uccide, ferisce, stressa, fa ammalare. Le persone hanno il diritto di muoversi. Più la loro mobilità è fragile e semplice, più andrebbe incentivata; più la loro mobilità è delirante e insensata, più le istituzioni dovrebbero scoraggiarla con opportune tassazioni. Sí, pensavo ai suv.
Altra notizia attinente, comunicato Cesvot:
Barriere architettoniche, Gelli:
“I soldi per abbatterle ci sono, i comuni rispettino la legge”
Il Presidente del Cesvot torna sul problema
dell’abbattimento delle barriere architettoniche dopo la denuncia di Iacopo
Melio con l’hashtag ironico #vorreiprendereiltreno
Firenze, 5 luglio 2014 – “Per ridimensionare il grave problema
dell’abbattimento delle barriere architettoniche i soldi ci sono, ma i comuni
devono rispettare la legge e presentare alla Regione e adottare il Peba (Piano
per l’eliminazione delle barriere architettoniche) che acconsente di accedere ai
fondi destinati a questo scopo.” Lo dichiara Federico Gelli, Presidente del
Cesvot e parlamentare del Pd, dopo la denuncia dello studente disabile
Iacopo Melio, che su twitter ha invitato tutti a farsi una foto con un cartello
con l’hashtag #vorreiprendereiltreno.
La vicenda di Iacopo – continua Gelli - deve essere
il punto di partenza: non possiamo occuparci del particolare, risolvere i
singoli problemi senza avere invece una visione generale del problema. Il cambio
deve essere culturale: pensare le città ed i servizi fin da subito per chi può
avere delle difficoltà, sarebbe ancora più comode anche per tutti gli
altri.
In Toscana soltanto il 18,8% dei comuni ha
presentato e attuato il Peba e questo non è accettabile. Serve un’inversione di
marcia, i comuni devono dimostrarsi molto più sensibili al tema della disabilità
attuando una politica non discriminatoria nei confronti di chi chiede di poter
vivere come gli altri.”
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