Tortura: l’Italia non può più aspettare. Il 13 ottobre in piazza
per il reato
A
dicembre saranno 28 anni che l’Italia aspetta l’introduzione del reato di
tortura nel proprio codice penale.
Tanti
ne sono passati da quando il nostro Paese ha ratificato la Convenzione delle
Nazioni Unite contro la tortura, impegnandosi ad inserire questo delitto nella
propria legislazione.
All’inizio
di questa legislatura una proposta di legge aveva iniziato il suo iter
parlamentare. Approvata al Senato nel marzo 2014, successivamente fu approvata
alla Camera, all’indomani della condanna dell’Italia per le torture nella
scuola Diaz da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, nell’aprile
del 2015. Il testo, qui modificato, fu spedito nuovamente al Senato dove è
stato affossato.
Eppure
in Italia non sono mancati i casi di tortura per i quali, le vittime, non hanno
ricevuto giustizia. Oltre alla scuola Diaz, anche gli episodi di violenza
avvenuti nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001 e le
torture avvenute nel carcere di Asti nel 2004 sono attualmente all’attenzione
della CEDU che, a breve, si pronuncerà su entrambi. Lo Stato italiano aveva
proposto una composizione amichevole, patteggiano le torture per 45.000 a testa
per ogni ricorrente, lasciando intendere quanta consapevolezza ci sia, anche da
parte del governo, rispetto al fatto che quegli atti si possano qualificare
come tortura. Torture per le quali, in Italia, esiste l’impunità.
Perciò
Antigone ha promosso il 13 ottobre, a partire dalle ore 10.00, un sit-in in
Piazza Montecitorio, per chiedere al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
e al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, di farsi garanti
dell’approvazione del reato di tortura.
L’Italia
non può più aspettare.
Hanno
finora aderito: A buon diritto, ACAT Italia, ACT, Amnesty International Italia,
Arci, BIN Italia, Camera Penale di Roma, CILD, CIR, Cittadinanzattiva, CNVG,
Associazione Federico Aldrovandi, Forum Droghe, Fondazione Franca e Franco
Basaglia, Fuoriluogo, FP CGIL, Giuristi Democratici, associazione radicale Il
detenuto ignoto, L’altro diritto, Magistratura Democratica, Medici contro la
Tortura, Naga, Progetto Diritti, Radicali Italiani, Ristretti Orizzonti, SIPP,
Società della Ragione, Unione delle Camere Penali Italiane.
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