mercoledì 13 aprile 2016

Osservazioni del ciclista paesano di ritorno nella Caput Mundi

Alcune pedalate pre-elettorali mi hanno tenuto lontano da Roma per un po', in nome della vecchia saggezza paesana, che impone una discreta distanza da iniziative che coinvolgano il mio vecchio mezzo di trasporto autosufficiente, libero e libertario. Potete prendere visione dei criteri geometrici che regolano le mie distanze di sicurezza dalle iniziative che riguardano la bici qua. Non posso però nascondermi il problema delle buche a Roma, che ora stanno diventando delle vere e proprie voragini. Una volta sobbalzavi, poi ti si distruggeva la ruota, il telaio, oppure rischiavi di cadere se le braccia ingenue si allentavano un po'. Adesso, c'è la novità, che sembra fatta apposta per propiziare un'idea di voto alle elezioni comunali, ma quale voto? In effetti, non viene in mente nessuno che possa "riparare tutti questi guasti" (Ivano Fossati, Ventilazione). Altro che fossati: sulla Casilina si è aperto un cratere, tipo quelli della Luna o di Marte, a pochi passi dai binari del trenino che collega la stazione Termini al Casino, volevo dire al Casilino. Lunedì scorso la linea è stata bloccata per un deragliamento. Alle 6.30 di ieri mattina è stata sospesa. Un buco piuttosto grosso si è aperto nei paraggi. Vengo a sapere che un geologo del Comune ci si è calato dentro! Forse ha scoperto qualcosa di interessante, tipo Indiana Jones. Non è che è riuscito ad arrivare al centro della Terra? Nonostante la bellezza della notizia, con tutto quello che di avventuroso comporta, la voragine sembra il simbolo di una condizione irrecuperabile della città di Roma,, l'Urbe, la Caput Mundi, ecc. Il buonsenso del ciclista paesano imporrebbe di emigrare.

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