martedì 19 gennaio 2016

Pechino nel 1988

Nel 1988, Pechino era molto diversa da quella che conosciamo oggi, con allarmi smog e una qualità dell'aria infernale. L'aria forse non era purissima neanche allora, ma c'erano molte, moltissime biciclette. Al punto da saturare completamente le strade, con esiti imprevedibili. Trovo una bella testimonianza in un libro dello scrittore e bibliofilo Andrea Kerbaker. Eccola:

"In quel soggiorno pechinese avevo scoperto - non chiedetemi come - che in pieno centro, appena dietro la Città proibita, c'era una libreria di cinema. E così, un pomeriggio ho convinto la mia fidanzata ad affittare una bicicletta dell'albergo per andare fino a là. Pedaslare in quella Pechino era un'esperienza. In assenza di macchine, il traffico era costituito soltanto da autobus e camion, che procedevano precari e traballanti lasciando alle spalle scie nerastre di fumo irrespirabile. Qualche taxi e rare macchine di rappresentanza completavano il panorama. E poi, naturalmente, c'erano le biciclette: centinaia e centinaia, di tutte le fogge, solitamente malmesse, arrugginite e cigolanti, che procedevano in tutte le direzioni, guidate da persone che generalmente andavano molto di fretta e in quqalche caso provocavano giganteschi ingorghi. Proprio così: ingorghi, in uno dei quali abbiamo dovuto smontare dal sellino e procedere a piedi, per l'assoluta impossibilità di districarsi dal viluppo infinito di ruote, pedali, gambe e manubri..."  


Andrea Kerbaker, Breve storia del libro (a modo mio), Ponte alle Grazie, Milano, 2014.

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