domenica 31 gennaio 2016

Mondiale di ciclocross, trovato motorino in una bici

La federazione mondiale sequestra prima della gara la bicicletta della 19enne belga Van Den Driessche. Sospeso il suo account Facebook. Il funzionario Uci: "Subito chiaro che c'era qualcosa di sbagliato"

sabato 30 gennaio 2016

Se non andate al Family Day...



Comunicato Verdi

CONFERENZA STAMPA DEI VERDI ORE 14,00 PIAZZA BERNARDINO DA FELTRE DAVANTI A DEPOSITO ATAC DI TRASTEVERE DOVE SONO RICOVERATI AUTOBUS ELETTRICI INUTILIZZATI



Il 30 gennaio a Roma dalle ore 14.00 in Piazza Bernardino da Feltre, i Verdi terranno una conferenza stampa per presentare il loro Piano per una mobilità sostenibile per affrontare l’emergenza dello Smog, ormai un dramma strutturale che soffoca le città italiane.
Il luogo è significativo perché l’iniziativa si svolgerà proprio davanti al deposito ATAC di Trastevere, dove sono ricoverati gli autobus elettrici comprati con i fondi europei e ormai in disuso.
Nel corso dell’iniziativa saranno illustrate le proposte dei Verdi per affrontare in maniera strutturale al problema dell'inquinamento e le iniziative che gli ecologisti stanno mettendo in opera a tutti i livelli compreso quello europeo.
All’iniziativa saranno presenti Angelo Bonelli, dell’Esecutivo nazionale del Sole che ride, il portavoce dei Verdi del Lazio Nando Bonessio e il portavoce dei Verdi romani Gianfranco Mascia.


venerdì 29 gennaio 2016

Stars on bike

In un blog statunitense, ripreso da Repubblica, le star del cinema in bicicletta. Imperdibile, anche per ammirare i modelli su cui si sono seduti, almeno per un attimo. Qua.

Joan Crawford

giovedì 28 gennaio 2016

Wyschnegradsy Concert in Paris


L'arte di andarsene



Si èdimessa  Christiane Taubira, ministro della Giustizia francese. Da tempo la Taubira si era apertamente opposta alla riforma che dovrebbe inserire leggi sulla sicurezza nella Costituzione francese; tra i provvedimenti, la revoca della nazionalità alla quale la ministro era contraria. 

IL LAZIO: 12 MESI DI NATURA ALL’ANNO

Un vernissage presenta i 15 eventi di turismo e scienza del 2016


Giovedì 28 gennaio 2016
ore 17.00
Museo Civico di Zoologia, Roma

Scoprire oltre mille varietà di fiori al Museo del Fiore di Acquapendente, partecipare alla rievocazione delle antiche tecniche di essiccazione delle castagne al Museo di Capranica Prenestina o passeggiare sulla scogliera corallina fossile di Rocca di Cave. Immergersi nella natura e nell’arte con il concorso di scultura della pietra lavica del Museo del Vulcanismo di Giuliano di Roma, viaggiare fino al centro della Terra alla scoperta dell’inaccessibile al Museo Geofisico di Rocca di Papa, oppure scoprire a Civita di Bagnoregio le differenze attribuite ai vini dalle caratteristiche geologiche diverse dei  terreni di coltivazione. Ascoltare il canto degli uccelli di scogliera con il Museo della Migrazione di Ventotene e orientarsi tra i 5 milioni di esemplari conservati al Museo Civico di Zoologia di Roma: dalle conchiglie della dimensione di un centimetro allo scheletro di una balenottera di quasi 13 metri.

Sono solo alcune delle attività che si svolgeranno nel corso del 2016 nei 15 musei scientifico-naturalistici del Lazio e un po’ dovunque nei loro territori: escursioni, feste, visite guidate, degustazioni e laboratori interattivi si susseguiranno durante tutto l’anno in altrettante località, proprio a partire dai musei naturalistici del Sistema RESINA della Regione Lazio.

Queste attività verranno presentate il 28 gennaio al Museo Civico di Zoologia di Roma alle ore 17 con un vernissage della natura aperto al pubblico, durante il quale saranno illustrati i progetti RESINA “Il Lazio, 12 mesi di natura all’anno” e “Giovani al museo”. Oltre all’Assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili della Regione Lazio Lidia Ravera, interverranno il dirigente Area Servizi Culturali, Promozione della Lettura e Osservatorio della Cultura Regione Lazio Claudio Cristallini, il dirigente dell’Unità Organizzativa Musei Scientifici e Planetario - Museo Civico di Zoologia di Roma Capitale Bruno Cignini, il direttore regionale Ambiente e Sistemi naturali Vito Consoli e la coordinatrice scientifica del Sistema RESINA Lorenza Merzagora. Parteciperanno inoltre il giornalista, scrittore e documentarista Stefano Ardito che illustrerà al pubblico le possibilità di scoprire la regione attraverso la sua rete di sentieri; il referente Carta Europea Turismo Sostenibile per la Riserva Monte Rufeno, Filippo Belisario e Stefano Landi, presidente SL&A Turismo e Territorio che offriranno uno sguardo sulle esperienze di turismo naturalistico nel Lazio e sulle sue prospettive. Assieme a Carla Marangoni, curatrice delle collezioni di ornitologia del Museo Civico di Zoologia, presenteranno il calendrio di eventi di natura e cultura previsti nei prossimi mesi su tutto il territorio regionale. All’incontro seguirà un cocktail aperto a tutti e l'inaugurazione della mostra fotografica “12 mesi di natura all’anno: musei e territori”.

Sarà inoltre allestito un desk del progetto RESINA “Giovani al museo” con distribuzione di materiale informativo e didattico per le scuole e per il pubblico a cura dei direttori dei musei, nonché di materiale relativo alle proposte delle Aree Protette regionali.

L’evento è promosso dal Sistema museale RESINA della Regione Lazio e da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. E’ realizzato grazie a un finanziamento regionale assegnato ai due musei capofila: Museo del Vulcanismo MUVE (Giuliano di Roma) e Museo Naturalistico dei Monti Prenestini (Capranica Prenestina).

RESINA (REte SIstemica NAturalistica) è il sistema museale della Regione Lazio dedicato ai musei scientifico-naturalistici presenti sull'intero territorio. Attivo dal 2007 in base alla legge regionale n. 42 del 1997, si rivolge a musei, centri espositivi e piccoli poli interpretativi che appartengono agli enti locali e ad enti o aziende regionali. Rappresenta una vera e propria rete di aggregazione dei poli espositivi regionali che punta ad offrire una visione integrata della natura nella regione, a sviluppare e promuovere l’offerta culturale delle singole realtà museali, così come ad attivare sinergie economiche e gestionali. 
Comunicato Adoc

AUTOVELOX, ADOC PROPONE CHE TUTTI I PROVENTI DELLE MULTE SIANO INVESTITI IN MANUTENZIONE STRADALE E MIGLIORAMENTO DELLA VIABILITÀ
Evitare l’abuso dei proventi per sanare i bilanci comunali
Roma, 26 gennaio 2016 – Gli autovelox possono essere un ottimo deterrente per l’incidentalità stradale, ancora troppo elevata in Italia, che ogni anno registra in media oltre 170mila incidenti. A patto che il loro utilizzo non diventi un “trucco” per gli enti locali per fare cassa.
“Proponiamo di destinare obbligatoriamente tutti i fondi delle multe incassate dall’autovelox nella manutenzione stradale e nel miglioramento della viabilità, prevedendo pesanti sanzioni per gli enti locali che invece se ne servono per far quadrare i bilanci – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – una pratica che, di fatto, sminuisce sensibilmente la portata e la bontà dello strumento. Con 56 incidenti mortali per milione di abitanti l’Italia è nelle ultime posizioni in Europa per il livello della sicurezza stradale. La media europea è di 51 incidenti ogni milione, non è accettabile che in Germania il numero di incidenti sia inferiore del 40% rispetto all’Italia o che in Francia le vittime siano il 10% di meno. Il 59,6% dei pedoni morti e l’87,1% dei feriti ha avuto l’incidente su strade cittadine, le vie più a rischio. Per questo è importante che uno strumento come l’autovelox riacquisti il suo naturale ruolo di deterrente e non di mezzo per fare cassa. Riteniamo inoltre che il nuovo Codice della strada debba focalizzarsi sulla tutela dei pedoni, in particolare nelle zone urbane. In questo senso occorre:
·         Limitare la velocità di circolazione a 30 km/h nei centri urbani, che abbasserebbe il tasso di mortalità al 30% dal 70%. Sarebbe una soluzione auspicabile, considerando che circa il 15% di tutte le vittime della strada sono pedoni, che insieme ai ciclisti sono gli utenti più vulnerabili;
·         Predisporre una maggiore e migliore illuminazione sulle strade urbane e extraurbane, in particolare presso gli incroci;
·         Migliorare la visibilità e la segnaletica delle strisce pedonali;
·         Prevedere controlli più stringenti e continui sui pullman, troppo spesso causa di incidenti fatali;
·         Arrestare il fenomeno delle auto “fantasma”, oltre quattro milioni di veicoli che circolano senza RCA, e delle auto con targa straniera, spesso di grossa cilindrata, che restano praticamente impunite in caso di incidenti;
·         Introdurre il reato di omicidio stradale e, soprattutto, il ritiro della patente a vita;

·         Sanare definitivamente i tratti di strada con manto disconnesso o con buche 

mercoledì 27 gennaio 2016

"Una politica che viene molto trascurata è quella della ciclabilità ed invece è molto rilevante. La grande parte degli spostamenti urbani è dentro i 5 km e la bici è il mezzo assolutamente più competitivo, la bici è più veloce e gradevole delle auto. Siamo il maggior produttore in Europa, la vendita delle bici ha superato quella delle auto per la prima volta", anche se in giro ne vedono 4 volte meno rispetto all'Olanda".

Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

L'articolo completo è qua.

Karambolage







Arnold Odermatt - Die Ästhetik der Karambolage

Arnold Odermatt (1925), poliziotto e fotografo svizzero, per 40 anni, fino al pensionamento nel 1990, ha ritratto per lavoro gli scenari di incidenti stradali. Foto inquietanti e allo stesso tempo "scientifiche", quelle dei karambolage, che fanno parte dei dossier dell'infortunistica.

Il tram che non c'è, e altro ancora

"Nella periferia nord-est di Roma, dove una campagna senza più bellezza è stata mangiata pezzo dopo pezzo da un'architettura sciagurata, corre per milleottocento metri, a collegare Talenti e Fidene, una sorta di autostrada a due corsie in parte sopraelevate, separate da una terza che è da vent'anni dominio di sterpaglie e di squallore. Nella corsia centrale sarebbe dovuta passare una linea tramviaria, mai realizzata dal Comune un po’ per mancanza di fondi e un po’ perchè la nuova vocazione delle periferie a essere sede di ipermercati (per caricarsi la roba ci vuole la macchina) sembra oramai avervi sconsigliato, con buona pace degli abitanti, qualsiasi investimento nel trasporto pubblico. Quella strada è stata battezzata «Viadotto dei presidenti»..."

L'articolo completo si trova qui: Periferia di futura bellezza

domenica 24 gennaio 2016

Sante D'Orazio, Kate Moss on bike, Glen Cove, NY, Vogue italiano, dicembre 1995

giovedì 21 gennaio 2016

L'anno più caldo è quello che verrà

L'anno più caldo è quello che verrà

racconto (editore cercasi)


Nel corso dell’anno, dalla finestra di casa, s’era già capito che c'era nell'aria qualche anomalia, con un inverno caldo e privo di precipitazioni. Stendevi i panni e invece di ritirarli umidi, s'asciugavano in fretta. Nelle sale d'attesa e in quelle di controllo computerizzate si boccheggiava, dato che i software difettavano di opportuni aggiornamenti per via di Windows e, allo scadere del mese di dicembre, i condizionatori avevano iniziato a pompare aria calda dai collettori di alluminio, anche se il clima era mite e non ce ne sarebbe stato bisogno. Un'anomalia certificata anche dalla Nasa che - in mancanza di finanziamenti e mentre si vagheggiava non troppo seriamente l'arrivo dell'uomo su Marte - cercava di darsi da fare finalmente con il pianeta Terra.
Fu l'inizio della fine o, in altre parole, fu l'inizio di qualcos'altro. Di cosa, non lo capì quasi nessuno.

Da quando il 2015 era stato dichiarato solennemente "l’anno più caldo di sempre", si erano succedute annate sempre più preoccupanti e sempre meno speranzose, quasi che si fosse accesa una competizione tra gli anni e le stagioni a divenire sempre più caldi e anomali, quasi a voler fare lo sgambetto agli umani, sempre più dipendenti dal capriccioso e delicato equilibrio dell'elettronica. Ma lo sgambetto, era evidente, gli umani se lo facevano da soli, come quando da ragazzini, nel corso di una concitata partita di pallone, con un piede s'inciampa nell'altro. Non erano gli anni più caldi della storia del mondo, ovviamente, poiché in centinaia di migliaia di anni se n'erano viste di tutti i colori. A un certo punto ci si mise anche il Sole, che proruppe in una tempesta ben visibile anche dalla Terra, che mise a rischio i sistemi di comunicazione terrestre. In certe zone del pianeta, per esempio nella vasta zona delle isole dell'Oceano pacifico, radio, tv, computer, satelliti e antenne divennero così capricciose che le persone cominciarono a non farci più affidamento, il che produsse singolari contraccolpi, riducendo i consumi elettrici e anche dell'ansia di comunicare.

Per rintracciare l'anomalia, che in realtà divenne la regola, una curva esponenziale inflessibile, bisognava risalire a quando erano iniziate misurazioni attendibili delle temperatura, ovvero a 136 anni prima del 2015. Quei dati non potevano mentire. Oltre al caldo, qualcosa stava cambiando. Iniziò tutto con dettagli minimi. Succedeva in un angolo della città: per la prima volta l'asfalto si squagliava. Una pianta insignificante fioriva per la prima volta. Anche la qualità dei pensieri stava decisamente mutando: diveniva meno intensa, più affannosa, rudimentale o, in altri casi, esssenziale e precisa, ridotta al minimo.

Tutto era iniziato in quel 2015 da record: la temperatura media del pianeta era stata di 0,9 gradi centigradi superiore a quella media del secolo. Non si trattò di un evento sporadico: non a caso l’amministratore della Nasa Charles Bolden aveva associato questi dati al cambiamento climatico, che definì “la sfida della nostra generazione". Aggiungendo: “L’annuncio di oggi è un dato chiave che dovrebbe far alzare in piedi i decisori politici e farli prendere atto che è il momento di agire“. L'appello rimase ignorato, d'altra parte erano in tanti a dare l'allarme, talmente tanti che l'allarme era un sentimento condiviso da tutti, anche dai più insensibili che fatalisticamente allargavano le braccia. Kyoto, Parigi, 20-20-20, la riduzione dei gas serra... Qualche parametro dava segni di miglioramento, enfatizzava la speranza. Eppure, il mondo cambiava, lento e implacabile. La metropolitana di Roma cominciò a funzionare meglio. C'è chi vinse le elezioni, per questo. Solo tre grosse interruzioni a settimana, salvo i suicidi e i blackout elettrici. Il miglioramento era causato dal discioglimento della morchia che, con il caldo ora colava giù dai soffitti e cadeva sui treni, sui binari e le persone, lubrificando tutto. La morchia formava certi stalattiti e con precisione cronometrica - ovviamente proporszionale alle temperature - scendeva e si accumulava nei tunnel infiniti della metropolitana di Roma, una delle opere più significative del genere umano sulla Terra, frutto di menti superiori, di tangenti e secanti, capolavoro immortale di corruttiva funzionalità ed efficienza. Con certi tipi di scarpa si scivolava, ma il sindaco emanò un'ordinanza significativa. "Ognuno badi alle sue scarpe; è finito il tempo dell'assistenzialismo. Con calzature a carrarmato, che mettano insieme eleganza e funzionbalità non si cade". E comunque il Comune declinò qualsiasi responsabilità per eventuali danni a cose, animali e persone. Era già il 2020.




Fin dai primi anni Duemila era risuonata la domanda. C'è da fare qualcosa, ma cosa esattamente? E poi, il secondo interrogativo: basterà, a questo punto, fare qualcosa? Agire drasticamente sembrava a tutti necessario. Qualsiasi cosa sarebbe servita a ridurre i danni, ma i danni erano già davanti agli occhi di tutti. Qualcosa stava cambiando, era cambiata. Il mondo dopo qualche decennio sarebbe stato sicuramente diverso.

Sappiamo tutti quanta importanza abbiano per la storia della cultura europea la coltivazioni della vite e dell'olivo. Nel 2015 alcuni viticoltori francesi cominciarono a comprare terreni in Gran Bretagna, per poter continuare a produrre champagne di un certo livello, di fronte al cambiamento climatico. Una vicenda un po' paradossale, che ricorda l'orchestrina che continua suonare a bordo del Titanic.


Il 12 agosto del 2030 venne avvistato lungo la riva del Tevere, all'altezza di Ponte Marconi, il primo di una lunga serie di alligatori. Non era solo, si scoprì poco dopo, ma faceva parte di una piccola comunità nata in cattività da due esemplari abbandonati tempo addietro da un geometra di Casal Palocco.


1° gennaio 2036. Mister Ok, 93 anni, si prepara per il tradizionale tuffo di inizio anno. Una strana, piccola turbolenza nelle acque del Tevere attira per un attimo la sua attenzione. Il cielo è sereno, fa quasi caldo. Il tuffo di Capodanno è accompagnato da applausi preventivi di incoraggiamento. Mister Ok ha dichiarato che quello sarà il suo ultimo tuffo, poi si ritirerà, dopo una carriera impressionante di tuffi di Capodanno. Si prepara con gesto tecnico e si butta. Appena giunto in acqua viene divorato da una ventina di piranhas. Le forze dell'ordine tirano un respiro di sollievo. Ora si spiegano com'era morto un senzatetto di origine est-europea trovato pochi giorni prima in condizioni raccapriccianti sul greto del fiume, nei pressi di Ponte Milvio.

Nei mercati di Milano il raccolto di avocado e banane provenienti dalla Sicilia riscuoteva un notevole successo. Titino Ciprianino, sulle pagine del Corriere della Sera, definì questo come un significativo segnale della riscossa dei prodotti italiani sui mercati internazionali e un possibile sbocco lavorativo per migliaia di giovani. Peccato che Titti Ciprianino non aveva parlato della carenza d'acqua che metteva a rischio i raccolti.

mercoledì 20 gennaio 2016

Pedalando verso Est

Comunicato La stazione delle biciclette

Da Geraardsbergen, in Belgio ad Istanbul in bicicletta, in completa autonomia e nel più breve tempo possibile, percorso libero con solo alcuni passaggi obbligati. Questa in due parole la Trans Continental Race, un viaggio fisico e mentale dalla profonda Europa alle porte dell'Asia.
Incontriamo Iacopo Porreca e Niccolo Varanini che hanno raccolto insieme questa sfida e insieme l'hanno portata a termine.
Il primo di una serie di racconti che ci porteranno da qui a marzo sempre più a est.
Alla fine del racconto ci immergiamo in un'atmosfera turca con un assaggio di Imam Bayildi, un piatto famoso della cucina turca, che significa l'imam svenuto, per i più prosaici melanzane farcite. Il tutto, anche se non ortodosso, innaffiato dall'immancabile birra del Birrificio Artigianale La Buttiga.
Vi aspettiamo sabato 23 gennaio dalle 19.00 La Stazione delle Biciclette,
Via Ettore Ponti, 21, 20143 Milano



martedì 19 gennaio 2016

Pechino nel 1988

Nel 1988, Pechino era molto diversa da quella che conosciamo oggi, con allarmi smog e una qualità dell'aria infernale. L'aria forse non era purissima neanche allora, ma c'erano molte, moltissime biciclette. Al punto da saturare completamente le strade, con esiti imprevedibili. Trovo una bella testimonianza in un libro dello scrittore e bibliofilo Andrea Kerbaker. Eccola:

"In quel soggiorno pechinese avevo scoperto - non chiedetemi come - che in pieno centro, appena dietro la Città proibita, c'era una libreria di cinema. E così, un pomeriggio ho convinto la mia fidanzata ad affittare una bicicletta dell'albergo per andare fino a là. Pedaslare in quella Pechino era un'esperienza. In assenza di macchine, il traffico era costituito soltanto da autobus e camion, che procedevano precari e traballanti lasciando alle spalle scie nerastre di fumo irrespirabile. Qualche taxi e rare macchine di rappresentanza completavano il panorama. E poi, naturalmente, c'erano le biciclette: centinaia e centinaia, di tutte le fogge, solitamente malmesse, arrugginite e cigolanti, che procedevano in tutte le direzioni, guidate da persone che generalmente andavano molto di fretta e in quqalche caso provocavano giganteschi ingorghi. Proprio così: ingorghi, in uno dei quali abbiamo dovuto smontare dal sellino e procedere a piedi, per l'assoluta impossibilità di districarsi dal viluppo infinito di ruote, pedali, gambe e manubri..."  


Andrea Kerbaker, Breve storia del libro (a modo mio), Ponte alle Grazie, Milano, 2014.

lunedì 18 gennaio 2016

COMUNICATO VERDI


ROMA: VERDI, CI PIACEREBBE CONOSCERE NOMI, CURRICULUM E COMPENSI DELLE PERSONE NOMINATE DA TRONCA CHIEDIAMO CHE TALI INFORMAZIONI VENGANO PUBBLICATE AL PIU’ PRESTO SUL SITO DEL COMUNE


“Visto che il commissario Tronca ha ammesso di aver affidato incarichi necessari per l’attività del Comune ora ci piacerebbe sapere anche i nomi, i curriculum e gli eventuali compensi di questi incarichi”. Lo dichiara il portavoce dei Verdi di Roma Gianfranco Mascia, che aggiunge: "Non capiamo perché, secondo il Commissario, questi incarichi non necessiterebbero di alcuna 'procedura di evidenza pubblica', visto che la legge 190 del 6 novembre del 2012 a proposito di trasparenza delle P.A. afferma esattamente il contrario”.

"Infatti - prosegue Mascia - il comma d) dell'art 35 recita: 'ampliamento delle ipotesi di pubblicità, mediante pubblicazione nei siti web istituzionali, di informazioni relative ai titolari degli incarichi dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, sia con riferimento a quelli che comportano funzioni di amministrazione e gestione, sia con riferimento agli incarichi di responsabilità degli uffici di diretta collaborazione.'"


"Essere un amministrazione straordinaria non esime dall'applicare le norme anticorruzione e sulla trasparenza - conclude l’esponente ecologista -. Ecco perché chiediamo all'Amministrazione capitolina di pubblicare in tempi rapidi nomi, ruoli, curriculum ed eventuali retribuzioni dei titolari di questi incarichi”.



Roma, 16 gennaio 2016

domenica 17 gennaio 2016

Alle elezioni presidenziali in Portogallo, vota e fai votare Marisa Matias, Blocco di Sinistra

venerdì 15 gennaio 2016

Henry Heerup (1907-1993)

Nel corso degli anni '30, Heerup sviluppa le sue trash sculpture. Ne scopro una, tardiva, in una rivista; mi pare di intravedere una sua passione per la bici, et voilà, in qualche modo nel 2016 il nome del pittore e scultore danese riesce fuori almeno davanti ai miei occhi in quel momento, senza il clamore consueto di una notizia o di una mostra, ma come sgusciando fuori da un'enciclopedia. Inseguendo il mio teorema, secondo il quale la bici e la spazzatura hanno influenzato l'arte del Novecento. Un po' almeno. Ma lo ha fatto anche il vuoto. Però il vuoto in foto viene male e non riesci a divertirtici molto sui motori di ricerca. E neanche sui blog. Stavo leggendo Le monde diplomatique, rivista allegata al manifesto, quotidiano comunista. Sulla rivista francese tradotta in italiano a volte trovo cose interessanti, in qualche caso faccio fatica ad arrivare in fondo ad alcuni articoli (che a volte mi sembrano dei saggi condensatissimi ad alto peso specifico) e altre volte ancora sinceramente non riesco ad appassionarmi. Comunque nell'ultimo numero (recuperato da un cestino della carta, ma non per strada), a pagina tre scopro la bella immagine di una scultura, in cui il mio occhio da psicopatico riconosce un paracatena di bicicletta e forse anche un paracorona. Nella scultura c'è anche un guanto (Mano, 1960). Autore ne è Heerup, che non conoscevo. Non leggo l'articolo sul lavoro, per il momento, e cerco questo artista. Che, guarda caso, amava la bicicletta. Guarda tu, che combinazione...


Heerup e la bici in un ambiente casual e stimolante


Mano, 1960

giovedì 14 gennaio 2016

Ilaria Bianchi

Mi ha colpito questo mobile realizzato da Ilaria Bianchi, che lavora con materiale riciclato trovato nelle strade di Londra. Un tavolo che potrebbe essere usato anche come parcheggio per le bici, se al posto della ruota ci metti una bici, ovviamente. Potete scoprire il lavoro di upcycling di questa designer molto in gamba qua.


mercoledì 13 gennaio 2016

Tassi che voleva essere Pantani: teatro alla Garbatella

La vicenda del "Pirata" dal punto di vista di uno dei suoi gregari, il fittizio Tassi. All'Ambra Garbatella. L'opera "Avrei voluto essere Pantani" portata in scena da Davide Tassi conferma ancora una volta la straordinaria carica mitopoetica della bicicletta. Fino a domenica 17 gennaio.

  
Comunicato Verdi

ROMA-LATINA: VERDI, PERCHE' BOCCIARE EMENDAMENTO MESSA IN SICUREZZA PONTINA E METRO REGIONALE?
INIZIATIVE PER DISENCENTIVARE USO AUTO E MOBILITA' SU FERRO VANNO SOSTENUTE
"Proprio non comprendiamo le ragioni di chi oggi ha respinto in Regione l'emendamento che chiedeva la riconversione dei finanziamenti del CIPE per la Roma-Latina da destinare invece alla messa in sicurezza della Pontina e alla realizzazione della metropolitana regionale". Lo scrivono in una nota il portavoce dei Verdi del Lazio Nando Bonessio e di Roma Gianfranco Mascia, che spiegano: "Un emendamento che noi Verdi, quando eravamo presenti in Consiglio Regionale, abbiamo presentato più volte, perché crediamo che qualunque iniziativa tesa a disincentivare l'uso dell'auto e incentivare una mobilità su ferro sia da appoggiare a prescindere".

"In questi anni gli investimenti per la messa in sicurezza di Pontina e Appia - proseguono Bonessio e Mascia - o sono stati bloccati o dirottati su altro. Chi si ricorda i 1.111 milioni di euro stanziati dal Cipe 14 anni fa a questo scopo e finiti nelle tasche di chi sa chi? E senza nessun risultato utile? Sappiamo bene che questo gioco è utile soprattutto a chi vuole giustificare il cattivo stato di queste strade per proporre furbescamente l'Autostrada Roma Latina come soluzione. Ma queste persone hanno sulla coscienza le centinaia di morti per incidenti stradali che negli ultimi vent'anni si sono susseguiti senza pausa, frutto soprattutto della mancata realizzazione della corsia di emergenza sulla Pontina".

"Ribadiamo - concludono gli ecologisti - che solo una serie di interventi strutturali consentiranno di agevolare i pendolari che tutti i giorni subiscono smog e traffico, mettendoli in condizione di utilizzare una mobilità alternativa per uscire, definitivamente e in modo strutturale, dall'emergenza smog che ogni anno attanaglia la Capitale".

Roma, 12/01/2016

mercoledì 6 gennaio 2016

Il Dio di Roserio è l'esordio letterario di Giovanni Testori, un racconto lungo pubblicato nel 1954 da Einaudi nella collana "I gettoni" diretta da Elio Vittorini. E' la storia tragica di un fittizio ciclista brianzolo, Dante Pessina. Ne sta leggendo in teatro un adattamento l'attore Fabrizio Gifuni: qui una recensione.


domenica 3 gennaio 2016

Tre ciclisti indiani rapiti dai maoisti: rilasciati

Tre studenti indiani, che stavano percorrendo in bicicletta lo Stato di Chhattisgarh, nell'India
centro-orientale, per diffondere un messaggio di pace, sono stati sequestrati da militanti naxaliti (maoisti) nel distretto di Bijapur.



Adarsh Patil, Bilash Valake e Shrikrishna Shewale erano partiti da Pune, nello stato di Maharashtra. Il rapimento sarebbe avvenuto in una zona forestale della regione di Basaguda.  I tre giovani erano partiti il 20 dicembre per compiere una pedalata della pace negli Stati di Maharashtra, Chhattisgarh e Orissa, segnati da 30 anni di guerriglia maoista  La fine del viaggio era prevista con l'arrivo il 10 gennaio a Balamela, in Orissa.


Aggiornamento: gli studenti sono stati rilasciati stamane.