mercoledì 27 maggio 2015

Leggete Morozov

Evgeny Morozov, Dall'utopia digitale al caos sociale.


«La Silicon Valley riprende la retorica comunitaria della controcultura per presentare Uber e Airbnb come i pilastri della nuova «economia della condivisione», utopistico orizzonte, sognato dagli anarchici quanto dai libertariani, nel quale gli individui tratteranno direttamente gli uni con gli altri eliminando gli intermediari (7). Più prosaicamente, si tratta di sostituire intermediari analogici, come le compagnie di taxi, con intermediari digitali, come Uber, impresa finanziata dai noti anarchici di Goldman Sachs. Poiché il settore alberghiero quanto quello dei taxi è universalmente detestato, il dibattito pubblico è rapidamente sfociato nell’immagine di audaci precursori che spazzano via dei rentiers bolsi e privi di immaginazione. 
I coraggiosi campioni dell’«economia della condivisione» si muovono in un universo mentale tipico del XIX secolo. Nel loro sistema il lavoratore, radicalmente individualizzato, gode di una protezione sociale solo simbolica; si assume rischi che in precedenza erano dei datori di lavoro; le sue possibilità di contrattazione collettiva sono ridotte a zero. I difensori di questo nuovo modello giustificano una simile precarietà con argomenti degni del teorico liberista Friedrich Hayek. I meccanismi autoregolatori (è il mercato a decretare la qualità dell’autista o dell’ospite) sono più efficaci delle leggi, dunque tanto vale sbarazzarsi di queste ultime». 



«La digitalizzazione della vita quotidiana unita all’avidità prodotta dalla finanziarizzazione fa presagire la trasformazione di tutto – il genoma come la camera da letto – in bene produttivo». 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.