Nella Ddr sempre in fila davanti agli scaffali vuoti
Mancava tutto, erano le commesse dei negozi ad avere il potere
Brigitte scuote la testa dai capelli bianchissimi, sbotta: «Ma che vergogna». Cinque euro per uno dei simboli più tristi della Germania comunista è troppo anche per lei che ne ha viste tante. Cresciuta dietro il muro, è amareggiata perché ha scoperto che il combinato disposto della nostalgia Ddr e della scemenza hipster può essere appeso a una stampella del mercatino di Arkonaplatz. Un orrendo sacchetto della spesa di nylon rosa a fiorellini. «Ne avevamo sempre uno nella borsetta», sospira.
Fonte e articolo completo: La Stampa
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